Verdetto Finale, con Veronica Maya – La recensione
“Le vicende rappresentate sono frutto della fantasia rielaborativa degli autori e non hanno alcun rifemento alla realtà”. Questo è il primo presupposto per analizzare il nuovo programma di Raiuno “Verdetto Finale“, format Endemol tanto discusso che ha avuto inizio lunedì 15 settembre. Non c’è molto da dire sulla struttura del programma, già nota e identica
“Le vicende rappresentate sono frutto della fantasia rielaborativa degli autori e non hanno alcun rifemento alla realtà”. Questo è il primo presupposto per analizzare il nuovo programma di Raiuno “Verdetto Finale“, format Endemol tanto discusso che ha avuto inizio lunedì 15 settembre. Non c’è molto da dire sulla struttura del programma, già nota e identica a come presentata, ma molto si può fare per capire quali sono i contenuti difettosi e pregiati, se mai ce ne fossero, del reality legale.
L’attore non dichiarato getta il dubbio, qui l’attore dichiarato (in realtà non è dichiarato in modo netto) è a dir poco insopportabile. Perché pensa di essere a teatro marcando sull’espressività, perché ci mette una carica emotiva che crea imbarazzo. E tanto basterebbe, ma molto c’è ancora da dire. In questo programma ogni elemento umano recita un ruolo diverso: il giudice Domenico De Bonis diventa annunciatore delle fasi del programma, il pubblico popolare diventa parte della scenetta con interventi provocatori inascoltabili, il rappresentante di giuria popolare vip (in questo caso Anna “vorrei condurre io” Pettinelli) diventa giudice, gli avvocati Maria Chiara Cudillo e Daniele Castaldi diventano attori che recitano una struttura di processo molto diverso dallo standard italiano, ma piuttosto simile a quello americano. Quindi l’effetto fiction è davvero dietro l’angolo.
Sbaraglio totale: l’attore è in difficoltà perché ha un copione senza profondità di contenuto, gli avvocati ci mettono lo stesso piglio surreale della celebre soap piemontese di Mai dire, Veronica Maya ci fa pensare che tutto questo sia vero affermando seriosa che la scelta popolare è vincolante, che è davvero vincolante.
Insomma, un programma geniale. E’ molto meglio di Forum: un solo caso portato avanti per tutta la trasmissione (senza rubriche, filmati, posta e via discorrendo) ha un grado di fidelizzazione maggiore. I toni emotivi del rituale confronto-interrogatorio-arringa sono molto più costruiti (quindi più incisivi) della lite tra i contendenti della concorrenza.
E più di tutto, Veronica ha un impatto sullo schermo incredibile. Peccato si sia condannata ad un programma che potrebbe a lungo termine ledere la sua onesta comunicatività con il suo pubblico.