Come uccidere RaiTre: Emma Marrone “sdoganata” da Fabio Volo-Chiambretti (dopo aver umiliato Luzzatto Fegiz)
La star di Amici di Maria De Filippi fa il bello e il cattivo tempo su una rete che dovrebbe tenerla lontana.
In tempi di campagna elettorale Fabio Volo, il mago della letteratura da Esselunga a caccia di consacrazione intellettuale, ha deciso di coalizzarsi con il terzo polo della propaganda di nuova generazione: il movimento defilippico. Tutto è cominciato con il cameo che non ci aspettavamo, qualche settimana fa, di Maria e Garrison su RaiTre (come minimo Volo dovrà sdebitarsi andando al serale di Amici).
La virata popularis di Volo in diretta è proseguita ieri con un omaggio nobilitante a Emma Marrone, che il conduttore si è proposto di “sdoganare” alla faccia dell’intellighenzia della terza rete Rai.
In realtà i toni semiseri iniziali facevano pensare più a uno sputtanamento di Emma, visto che Volo esordiva con “ora succede che non esiste più la gavetta, si sfonda subito. Molti danno la colpa ai talent show. Sanremo e le elezioni hanno in comune i voti truccati. Il futuro è marrone spacca, in questo momento è un claim che funziona e Emma trascina le folle”.
Inizialmente, insomma, Volo ha finto di dissociarsi snobisticamente dal fenomeno, lanciando pure un vox populi provocatorio sul futuro marrone di chi non ha un lavoro. Sembra quasi si sia messo in testa di fare Piero Chiambretti, ma senza la sua incisività e stronzaggine occulta (Pierino sì, che dovrebbe fare la seconda serata su RaiTre).
Così la stessa Emma, che non capiva dove volesse andare a parare, gli ha dato della merda (cito espressamente). Poi, però, è seguita una vera e propria duplice alleanza.
Emma Marrone a Volo in diretta
L’autore bestseller più odiato dalla critica ha voluto promuovere la recente collaborazione di Emma a un cd corale dedicato a Giorgio Gaber, facendola esibire sulle note del suo repertorio radical-chic:
“A un certo punto arriva qualcuno che dice, tu sei del club e tu no. Tu non sei ancora dell’intellighenzia. Ma io dopo la pubblicità su RaiTre ti sdoganerò. Per essere uno di loro in Italia devi farti vedere la domenica con le gambe accavallate alla Feltrinelli, mentre indossi giacche di velluto. Oppure devi saccheggiare Gaber. Così da domani sarai nella cerchia importante”.
Emma, con la sua solita sicumera, l’ha fatto. E con altrettanta spocchia ha umiliato, seppur con un siparietto costruito a tavolino, l’ormai macchiettistico Mario Luzzatto Fegiz.
Il più temuto critico musicale ha pensato bene di trasformare la sua crociata contro i talent show in uno spettacolo teatrale, Io odio i talent show. Diventando, insomma, come quelli che si prendono i riflettori parlando male della De Filippi. Ecco, in sintesi, la sua reprimenda:
“I talent show sono una di quelle cose che tutti dicono di odiare. Funzionano come la Democrazia cristiana, nessuno la votava e poi prendeva l’87% dei voti. In realtà pochi giorni fa eravate a tifare Mengoni, Marrone. I talent show mi hanno derubato del mio mestiere di critico, spalmandolo su giurie popolari, sms, televoti. Hanno posto fine al potere della critica, il mio. Adesso tutti cantanti, tutti ballerini, tutti critici. Voi con i vostri sms mi avete fatto le scarpe. Mi sembrate tanti piccoli Fegiz in miniatura, siete un esercito che non posso sperare di sconfiggere. Nei miei incubi scrivete alla mia scrivania recensioni più belle delle mie. Io sono stato addestrato a giudicare prodotti finiti”.
Un messaggio coraggioso, il suo, se fosse lanciato fuori dal sistema e non ridotto in farsa. Ma, per uno che in passato non si è sottratto a fare il giudice di Amici e ora accetta di farsi umiliare da Emma, sembra più una recita a soggetto. Perché si dà il caso che, all’improvviso, la Marrone abbia fatto irruzione sulla scena inducendo Fegiz a mettersi da parte, come un vecchio bacucco qualsiasi:
“Si è fatta una certa, è ora di lasciar spazio alla gioventù. Il futuro è Marrone, so che è un colore un po’ così. E’ tardi, zio”.
Insomma, la filosofia-cazzeggio di Volo – in mezza seconda serata – è riuscita a distruggere tutto il patrimonio valoriale e la distanza critica insita nel Dna di RaiTre. Complimenti al Direttore di rete che ancora ci crede, nel suo programma.