Arriva Life su Italia1: vi è piaciuto?
Debutta stasera la Serata Crime di Italia1. Tra le prime tv che affolleranno i venerdì degli appassionati di polizieschi -e non, visto l’arrivo in chiaro della quarta stagione di “Six feet under”-, vi ricordiamo l’esordio della nuova serie “Life” (gallery), in onda dopo “C.S.I. Miami”, alle 22:05.La prima stagione, andata in onda sulla Nbc, è
Debutta stasera la Serata Crime di Italia1. Tra le prime tv che affolleranno i venerdì degli appassionati di polizieschi -e non, visto l’arrivo in chiaro della quarta stagione di “Six feet under”-, vi ricordiamo l’esordio della nuova serie “Life” (gallery), in onda dopo “C.S.I. Miami”, alle 22:05.
La prima stagione, andata in onda sulla Nbc, è di 11 episodi, che sono stati seguiti da una media di circa 8 milioni di telespettatori. La serie è già andata in onda su Joi di Mediaset Premium dallo scorso febbraio ed in quella occasione ne avevamo già parlato.
Vi riproponiamo, dunque, dopo il salto, la recensione di “Life”, mentre se fate parte del pubblico che ha già visto qualche episodio, trovate immediatamente il sondaggio che vi permetterà di dire la vostra sulle indagini di Charlie Crews e soci.
“La sua fu una sentenza a vita, e la vita fu ciò che ebbe in cambio”.
Dovevamo aspettarcelo. Era inevitabile che, visto il successo dei personaggi anomali e borderline degli ultimi anni, i telefilm più interessanti della nuova stagione Usa non prendessero i considerazione dei veri e propri modelli.
E’ successo con “Chuck”, idem per “Pushing daises” e “Dirty sexy money”. Ora è il turno del detective Charlie Crews, protagonista di “Life”.
La critica ha già definito questo personaggio l’ “anti-House”: eccentrico, curioso, imprevedibile, ma buono, paziente e…zen. Tutto questo nonostante i 12 anni passati in un carcere di massima sicurezza per un omicidio mai commesso (e per un poliziotto, la vita in carcere diventa un vero e proprio inferno).
Dalla sua liberazione parte la nuova serie creata da Rand Ravich (regista de “La moglie dell’astronauta) e prodotta da Loucas George (“The O.C.”). Ottenuto un risarcimento milionario dalla cifra sconosciuta, come risarcimento Charlie chiede ed ottiene anche la promozione da poliziotto a detective. E all’insaputa di tutti, indagherà per scoprire chi l’ha incastrato.
Accontentato, ritornare alla vita di tutti i giorni però non è certamente facile, sia per lo shock subito che per il fatto che dal 1995 ad oggi di cose ne sono cambiate tante: storia, tecnologia ed abitudini, diventano per Crews materie di un nuovo corso alla vita che egli stesso ha deciso di affrontare come detective e poliziotto, professione verso cui nutre una vera e propria passione.
A complicare la vita di Charlie ci pensa Dani Reese (Sarah Shahi, nel 2005 nel cast di “The L Word”), detective scontrosa, dura, col suo tallone d’Achille ma per niente interessata ad aiutare il nuovo collega, anzi: dovrà farsi carico di eventuali sue “stravaganze” e comunicarle al tenente Karen Davis (Robin Weigert, la Calamity Jane di “Deadwood”).
A facilitargli la nuova e ricca esistenza, invece, il migliore amico Ted Earley (Adam Arkin, il Dr. Shutt di “Chicago Hope”) e l’avvocato Constance Griffiths (Brooke Langton, già Samantha in “Merlose Place”), che dopo aver tirato fuori di prigione Charlie rimane nella sua vita.
Vita, appunto. Giocando sul doppio senso di questa parola nel titolo (nel termine giudiziario indica la condanna all’ergastolo), la serie scorre sul binario vita/morte: la prima, quella ritrovata dal protagonista ed assaporata giorno dopo giorno proprio come i frutti da cui è tanto ossessionato (in carcere non aveva la possibilità di mangiare frutta fresca), e la seconda, delle vittime con le quali ha voluto avere a che fare nonostante la lauta ricompensa.
Ma i motivi per dare una possibilità a questa serie sono altri. Se infatti, come serie poliziesca non offre elementi innovativi che fanno urlare a qualcosa di rivoluzionario, “Life” trova i suoi punti di forza in due caratteristiche principali: la regia, gli ambienti ed il cast.
La regia di Daniel Sackheim si dimostra all’altezza del ritmo imposto alla storia, mai eccessivo o sopra le corde, ma neanche troppo lento o estenuante. Così i personaggi si trovano liberi di muoversi con la giusta naturalezza che la sceneggiatura gli impone, il che rende godibile la sua visione.
Passando all’ambientazione, penso sia una delle più belle che una serie televisiva ci abbia mai offerto: la Los Angeles di “Life” coincide perfettamente coi significati del suo titolo. Il splendido sole che illumina i paesaggi protagonisti dei vari episodi sembra talvolta bruciare talvolta riscaldare gli animi di chi causa e di chi risolve, di chi ferisce e di chi aiuta.
Infine, gli attori: tutti sanno dare il giusto tono al loro personaggio. Unico neo nel cast (ma non è in fondo colpa sua) è la Shahi, che interpreta Dani Reese: un personaggio che sa di già visto, duro, irriducibile, ma dentro debole e fragile.
Meno male che Damian Lewis colma questa mancanza di originalità fornendo al personaggio di Charlie una profondità ed al tempo stesso un ingenuità di chi sembra appena sbarcato su un altro pianeta con assoluta maestria (ma era necessario farlo somigliare così tanto fisicamente ad Horatio Caine di “Csi: Miami”?), sapendo toccare le giuste corde all’occasione.
Per “Life” è prevista una seconda stagione di 22 episodi -come doveva essere la prima, poi interrotta per lo sciopero degli sceneggiatori-, che partirà a fine settembre non sarà visibile non prima del prossimo autunno. Un periodo di tempo più che ragionevole per iniziare ad apprezzare e conoscere la Vita…di Charlie.