10 buoni motivi per guardare La Sposa Perfetta
Basta poco per constatare una verità inoppugnabile: sul web La Sposa Perfetta non tira, a differenza di Uno due tre Stalla che, intransigentismi a parte, desta un grande clamore tra i nostri lettori. Omettendo il dislivello di ascolti, assolutamente legittimo visti i rispettivi obiettivi di rete, gli affezionati alle suocere di Raidue le prendono per
Basta poco per constatare una verità inoppugnabile: sul web La Sposa Perfetta non tira, a differenza di Uno due tre Stalla che, intransigentismi a parte, desta un grande clamore tra i nostri lettori. Omettendo il dislivello di ascolti, assolutamente legittimo visti i rispettivi obiettivi di rete, gli affezionati alle suocere di Raidue le prendono per quello che sono, neo-padrone di casa di una tv che non fa rumore e consente di trascorrere una serata di relax in piena spensieratezza.
Di qui, risulta pienamente condivisibile la riflessione di Umberto Brindani, direttore di Tv Sorrisi e Canzoni, nel suo ultimo editoriale:
“In fondo, il tanto vituperato reality di Raidue (ha trionfato in Turchia!, notano i critici con la puzza sotto il naso) non sarà un capolavoro, ma tutto sommato è gentile, educato, ironico: in una parola, normale. Le prese in giro sono lievi, le «prove» sono una voluta caricatura degli altri reality (sublime la sfida tra le suocere a chi riusciva a parcheggiare), e anche i conduttori tengono i toni bassi, come se fossero gente di famiglia, gente che non vuole disturbare più di tanto”.
Sobrietà e buon gusto a parte, La Sposa Perfetta è finita vittima di un pregiudizio sociale al contrario, che è quello nutrito verso la famiglia, oggi considerata il male del secolo per le polemiche sulle coppie di fatto e gli interessi strumentali rivendicati dalla Chiesa.
Dunque, un programma che, senza alcuna velleità ideologica o clericale, ha voluto difendere i valori della tradizione, giocando sul miraggio del matrimonio e sul corteggiamento da galateo, è stato ingiustamente definito diseducativo (quasi che gli amplessi furtivi di Uomini e Donne si siano tramutati in un valore dei nostri tempi).
A tal proposito, continuo a difendere a spada tratta la bontà di questo reality-comedy, sia sul profilo dei contenuti disimpegnati ma garbati sia sul piano della confezione formale, distintasi per la sapienza alternanza di talk e game.
La terza puntata appena conclusa, infatti, è andata via liscia come l’olio e ha brillantemente beneficiato del bello della diretta, con un’ottima gestione dei tempi e del ritmo da parte dei conduttori.
Dunque, in una serata cui ci siamo sottratti alla diretta di Uno due tre stalla per ovvie ragioni editoriali (in compenso ci rifaremo con la copertura massiccia dell’ultimo atto del Gf), ho voglia di condividere con gli avventori rancorosi e impietosi di questi blog i dieci buoni motivi per cui consiglierei la visione di questo reality.
1) La sigla martellante, Love and Marriage di Frank Sinatra, che ricrea lo spirito del galateo di una volta, a colpi di balli d’alta società e incontri galanti.
2) Cesare Cadeo, gentleman di altri tempi che con la sua aurea di romanticismo in fiore ci insegna la nobile arte dei sentimenti oltre che del buon uso della lingua italiana. Una conduzione impeccabile e ironicamente rispettosa, senza sfociare in una leziosaggine di maniera.
3) Manuel Casella, l’ex valletto del Brutto Anatroccolo nonchè accessorio mediatico di Amanda Lear che rivendica oltre agli addominali le sue qualità celebrali riuscendo a farci ricredere sul suo conto. Dopo le frasi fatte da naufrago in cerca di fama, è da apprezzare il suo piglio critico e l’approccio costruttivo al programma (non a caso è stato promosso a inviato del day time).
4) Maria Giovanna Maglie, il solo fatto che sia lì significa che possiamo fidarci di ciò che guardiamo. E’ una sorta di garante della qualità dello show e siamo sicuri che, alla prima deviazione rissosa, non esiterebbe un istante ad abbandonare lo studio.
5) Mamma Ambra, la lady granitica che dietro la corazza di ferro nasconde un’anima sensibile. Dopo aver constatato l’assoluta inettitudine di suo figlio Massimiliano a instaurare una qualsivoglia relazione con una donna, si è rubata la scena alternando forme di terrorismo casalingo a una strategica prudenza superpartes. E’ già un’icona.
6) Il rischia marito, il quiz che sulla scia del Rischiatutto, rivisitato nel tema grafico-canoro, anima la classica gara sull’affinità di coppia che non guasta. E’ una delle conferme lampanti che qui gli autori, con il magistrale Peppi Nocera in testa, non si girano i pollici e “creano” sul serio. Altrettanto divertenti le prove fisiche dei ragazzi sulla scia delle prodezze di James Bond.
7) Mi piace-non mi piace, l’indice di gradimento con cui, scientificamente e mediante l’uso di una leva, scopriamo l’appeal di ogni ragazza sull’ipotetica futura suocera. Dopo aver funzionato nella prima puntata, è stato riproposto come ingrediente migliorativo della terza.
8) Il figlio Vittorio. Con la sua aria da dongiovanni da strapazzo, dietro cui si nasconde un uomo pacioso e fanfarone, supera di gran lunga in simpatia i suoi colleghi. Tuttavia, considerati in un bilancio complessivo, tutti gli scapoloni di questo reality si fanno apprezzare per la loro spontaneità. Dopotutto, di fronte alla mamme non si può mica mentire ed era l’ora di rivedere in tv del sano cameratismo senza pettegolezzi nè vanità da femminucce.
9) Il video-citofono, lo strumento attraverso cui le gli uomini della villa sono messi in contatto con le donne dell’altra parte della barricata. Sia che parlino con le loro mamme, sia che diano appuntamento alle proprie favorite questo modo di interagire in un reality resta innovativo e simpatico nel suo genere.
10) Il cortile, luogo di fughe, di baci rubati e di primi appuntamenti sospirati a lungo e seguiti a romantiche lettere d’amore. Che sia finzione o no, ci piace pensare che là dentro non pensino solo a slinguazzarsi.
Basterebbe migliorare la qualità delle riprese e auspicare nelle telecamere fisse, quantomeno negli interni, perchè La Sposa diventi davvero perfetta… anche se i maniaci della polemica continueranno a non trovarci nulla di speciale.