MIA 2017, un panel rivela la disparità uomo-donna in tv. Andreatta: “Al lavoro su fiction con una donna candidata Presidente del Consiglio”
Al MIA 2017 di Roma un panel ha affrontato il problema della disparità di genere nel mondo dell’intrattenimento, mentre il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta ha annunciato una serie con protagonista una donna candidata premier
Donne e mondo dello spettacolo: un argomento tanto attuale quanto necessario da affrontare, soprattutto alle luce dello scandalo che ha coinvolto il produttore Harvey Weinstein. Si è parlato anche di questo, infatti, all’incontro “Powerful women in Global Entertainment”, tenutosi ieri durante la terza edizione del MIA, il Mercato internazionale dell’audiovisivo che si sta svolgendo in questi giorni a Roma.
Le accuse rivolte a Weinstein in queste settimane sono state ovviamente commentate dalle protagoniste del panel, che ha approfondito anche il ruolo della figura femminile nella produzione audiovisiva. Un ruolo che, dati alla mano, conferma ancora una disparità di genere.
Basti guardare al mercato più prolifico di produzioni seriali, quello americano, dove nella scorsa stagione televisiva, su 72 show, il 90,7% è stato diretto da registi uomini, scritti nel 95% dei casi da uomini, così come l’83% degli showrunner erano maschi. Cifre imponenti, che arrivano da uno studio dell’USC Annenberg School for communication and journalism di Los Angeles e che lasciano alle donne le briciole in un’industria che sembra fare ancora fatica a trovare quell’uguaglianza di genere per cui attrici, registe e produttrici si stanno giustamente battendo in questi anni.
Se la situazione per le addette ai lavori non va bene dietro le quinte, davanti alla macchina da presa le cose non migliorano: sono meno della metà (il 42%) le serie tv che l’anno scorso hanno avuto una protagonista femminile, ancora di meno quelle destinate al pubblico tra i 18 ed i 49 anni. Uno studio del “Center for the Study of Women in Television & Film” di San Diego, inoltre, rivela che il 68% dei telefilm americani è composto soprattutto da un cast maschile e che le donne registe, autrici e produttrici sono solo il 28% del totale, in aumento del 2% rispetto all’anno precedente. Una situazione che non migliora in Europa dove, secondo il rapporto “Where are the women directors?” dell’“European Women’s Audiovisual Network”, solo un film su quattro è diretto da una donna.
Lo spazio per le donne è ancora scarso: da qui le polemiche che spesso emergono dai set delle serie tv, come quello di X-Files, in cui la protagonista Gillian Anderson, dopo aver combattuto per ottenere lo stesso salario del co-protagonista David Duchovny, ha insistito affinchè a dirigere alcuni episodi dell’undicesima stagione ci fossero anche delle donne, richiesta che è stata accordata dalla Fox, che ha affidato proprio a due donne i primi due episodi della stagione.
Come non citare, poi, il successo di The Handmaid’s Tale, che ha portato alla ribalta uno scenario post-apocalittico in cui le donne perdono ogni diritto e libertà, diventando solo degli strumenti di procreazione. Lo show, vincitrice dell’Emmy Award 2017 come Miglior serie tv drama, ha permesso a Reed Morano di vincere il premio come Miglior Regia Drama, diventando la terza donna di sempre a portarsi a casa a portarsi a casa il premio.
Di strada, insomma, ce n’è ancora da fare: il ruolo sempre più importante di autrici e produttrici nella serialità americana può fare ben sperare in un cambio di passo ed in una maggiore consapevolezza di un problema fin ad ora, forse, mai preso seriamente in considerazione.
Ed in Italia? Al panel ha partecipato anche il direttore di Rai Fiction, Eleonora Andreatta, la prima a donna nel nostro Paese a ricoprire un ruolo del genere. La Andreatta, fin dal suo arrivo in Rai Fiction, si è data da fare per mandare in onda serie che rappresentassero una figura femminile sempre più realistica e variegata:
“Il mio lavoro è stato lavorare tanto sulla realtà, prima c’erano molti melodrammi e commedie ma pochissime serie parlavano di realtà. In Italia il personaggio predominante è sempre stato l’uomo, da Cattani a Montalbano, e c’erano pochissime donne rappresentate, la maggior parte erano madri o protagoniste di storie d’amore. Abbiamo presentato la varietà di ruoli che una donna può avere oggi, una donna che lavora e sta in famiglia, abbiamo raccontato il suo modo di essere sia nel pubblico che nel privato. Abbiamo cambiato anche il modo di rappresentarle fisicamente, negli anni ’80 erano belle e giovani e apprezzate dagli uomini, secondo criteri omologati che valevano sia per la pubblicità che per le fiction, noi vogliamo rappresentare un altro tipo di bellezza, che metta in luce il temperamento e il carattere delle donne”.
A ben vedere, in effetti, la fiction Rai in questi anni ha avuto un incremento delle protagoniste femminili, così come nei cast delle produzioni le donne hanno assunto ruoli differenti e capaci di portare alle storyline nuovi archi narrativi. In questa direzione sembra volersi muovere la Andreatta che, sempre durante il panel, ha annunciato la lavorazione ad una serie in cui la protagonista sarà una donna che si candida a Primo ministro italiano.