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Un Posto al Sole cambia stile: nuove luci e nuova regia (ma il pubblico non la prende benissimo)

UPAS festeggia i 21 anni con un cambio di stile: ma il pubblico non la prende benissimo.

pubblicato 23 Ottobre 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 04:47

C’è chi chiama in causa le luci di Pomeriggio Cinque, chi evoca la ‘smarmellata’ di Duccio Patanè in Boris, chi lamenta il mal di mare: Twitter raccoglie le proteste di chi si è sintonizzato come sempre su Rai 3 per la dose quotidiana di Un Posto al Sole e ha trovato una soap rinnovata nella fotografia e nello stile di regia.

Una scelta ovviamente decisa dalla produzione – non certo figlia di un regista di passaggio – che marca la voglia di rinfrescare la propria immagine dopo 21 anni di rigorosa camera fissa e di riprese un tempo definite “elettroniche”, risalenti a quando la fiction artigianale andava in pellicola e le prime formule industriali cercavano metodi di ripresa più economiche e rapide nella realizzazione.

Lo scorso 21 ottobre UPAS ha festeggiato il 21° compleanno e ha quindi deciso di rifarsi il look, con una tecnica di ripresa più ‘sporca’, che strizza l’occhio alla serialità USA, e a luci più patinate, incluse inquadrature diverse. Ad annunciare il cambio di rotta anche un comunicato stampa che evidentemente non è bastato a preparare il consolidato, fedele e abitudinario pubblico della soap.

“Nuove telecamere, nuovi sistemi di ripresa, set più ricchi e realistici per costruire un’immagine in linea con il nuovo prodotto di Rai Fiction: da lunedì 23 ottobre, dopo 21 anni, ‘Un posto al sole si rifà il trucco, con un ‘make up’ realizzato dalla Rai insieme a Fremantle e al Centro di Produzione di Napoli.

Non una rivoluzione, ma un momento significativo dell’innovazione costante che sostanzia la longevità di un ‘daily drama’ tanto amato dal pubblico. “Un Posto al sole”, al di là della sua sua immagine più contemporanea, manterrà le caratteristiche di serie aperta a un pubblico stratificato e partecipe”

si legge sulla nota diffusa dall’Ufficio Stampa Rai. Ma forse nessuno si aspettava un cambio di rotta così repentino e immediato. I commenti sui social si sono sprecati e basta dare un’occhiata ai due flussi registrati intorno agli hashtag #Upas e #UpasLive per capire come la novità ha scombussolato le abitudini di visione.

Ma in fondo i cambiamenti ci vogliono: quando debuttò, Un Posto al Sole fu demonizzato proprio per lo stile minimalista, le luci ‘tristi’, lo stile da tinello che stonava con un panorama fictional centrato sulla miniserialità ‘artigianale’ dall’ispirazione cinematografica. UPAS fu l’apertura della fiction italiana alla produzione industriale. Dopo 21 anni, grazie alle tecnologie, la soap cerca di recuperare il gap con l’immagine più patinata della serialità contemporanea. Insomma, una continua voglia di rinnovarsi, mantenendosi sulla scia della tradizione: 21 anni e non sentirli, diciamocelo. Ma le abitudini di visione sono lente da cambiare. Il ‘nuovo’ UPAS conquisterà il pubblico?

 




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