L’ “ultima” puntata dopo 11 anni. Un saluto alla Rete da Lord Lucas
Undici anni di Tvblogging… e sentirli tutti. Ecco perché lascio BLOGO (quasi) del tutto
Cari lettori di TvBlog,
sperando che mi perdoniate un pizzico di autoreferenzialità, ci tengo a comunicarvi una decisione che ho preso, tanto sofferta quanto inevitabile. Lascio il web (blog, social) per un po‘. Mi prendo un periodo sabbatico dalla Rete.
Ho scritto il mio primo post su TvBlog – grazie alla fiducia di Alberto Puliafito – il 17 maggio 2006, arrivando in coda alla stagione tv 2005/2006. Avevo cominciato nel 2004 con due blog personali, prima Webmagazine sul vecchio circuito di nanopublishing Bloggers e poi Telecamereblog, quando non c’erano Google News e i social a farti impennare i contatti e non c’erano i canali ufficiali delle produzioni tv.
Eravamo in pochi insomma – DaveBlog, Chissenefrega, TuttoFaMedia e Vip di turno per citarne alcuni – a rilanciare notizie e critiche sulla tv in tempo reale. Lo facevamo senza fini di lucro e, per anni, gratis. Perché ci piaceva guardarla e commentarla, non finirci dentro. Scusatemi per la nostalgia passatista, ma credo che gli anni della blogosfera pura, quando il web non era ancora per tutti ma veniva alimentato dalle passioni dei pionieri in avanscoperta, siano stati la più bella lezione di democrazia della Rete 2.0.
Oggi vi annuncio che stasera, dopo aver cominciato a seguire con voi la stagione tv 2017/2018 e al termine della Diretta di Casa Mika, lascerò la mia casa virtuale. Lascerò la testata in cui una parte di me – più che uno pseudonimo – è nata e cresciuta e ha fedelmente scritto per quasi metà della mia vita, tra dirette fino a notte fonda e ore a parlare di tv con i miei colleghi (mi mancano già e li ringrazio di cuore per le belle parole di affetto di questi giorni).
Lord Lucas non comparirà nei prossimi mesi in altri siti, questo non è un annuncio per “alzare la posta”. Ho necessità di appendere il mio alter ego al chiodo per un (bel) po’, perché la vita reale ha fatto il suo corso e il fardello di una doppia identità, peraltro ingombrante, è diventato in questo momento della mia vita insostenibile.
Insomma, sono passati 11 anni e mezzo di “day-night-time” e, nel mio caso, li sento tutti. Premetto subito che l’Azienda, a cui sono grato per la fiducia da sempre accordatami, non c’entra nulla con la mia scelta. Anzi, ringrazio il Direttore editoriale Grazia De Sensi e il capoarea intrattenimento Diego Odello per aver compreso le ragioni assolutamente personali che l’hanno indotta. Mi è stata concessa massima apertura a un mio possibile ritorno nell’autunno del 2018 che pure, sempre per motivi personali, non potrà più prevedere una mia presenza fissa su queste pagine.
Dopo questa premessa che potrà esservi sembrata “istituzionale”, sarò più schietto. Immagino quanti addetti ai lavori o colleghi concorrenti gongoleranno per essersi liberati del sottoscritto. Qualcuno di loro sentirà di aver vinto e, probabilmente, è così.
Questo lavoro è fatto per chi vuole convivere con pressioni, glorie effimere, entusiasmi spropositati. Insomma, con tante reazioni amplificate che io e la mia vita normale non vogliamo e non possiamo più permetterci.
Le star della tv potranno tornare ad avvelenarsi, a tenersi faticosamente stretto il proprio orticello senza che io debba più preoccuparmi per i loro ascolti o fargli la morale: i poteri forti resteranno sempre più forti di me e del popolo del web.
Ho scelto altre priorità, personali e familiari, ritenendo che la serenità di chi mi circonda e il tempo da dedicare ai miei affetti e ai miei studi sia più importante dell’ambizione work-alcolica o di una vetrina televisiva (peraltro da me mai ambita).
Lascio perché il “lato televisivo” della mia esistenza non è più conciliabile con altri interessi professionali, che non ho mai smesso di coltivare e che oggi sono diventati preponderanti nella mia vita.
Convinto che nessuno sia indispensabile, vi lascio con una piccola riflessione che mi fa sentire quasi anziano nel mondo degli influencer e dei trendsetter. C’è una consapevolezza su tutte che mi fa sentire a posto con la mia coscienza e digerire una scelta che, sino a qualche anno fa, avrei ritenuto inconcepibile: non c’è più spazio in questo Paese per un critico televisivo di professione.
Qualche anno fa, prima che piombasse la crisi economica, qualche altro Direttore – non di questa Azienda – mi ha illuso del contrario, riempendomi di belle speranze e riponendo tante aspettative sul mio conto. Per fortuna non gli ho creduto e sono rimasto coi piedi per terra.
Molti dei miei colleghi, giornalisti nel Dna o nell’ego, si sono inventati altro rispondendo a quello che il mercato richiede. Oggi fanno le webstar, i consulenti o autori tv, gli addetti stampa o, più coraggiosamente, i freelance tra testate cartacee che sopravvivono e canali digitali appesi a un filo.
Rispetto le loro scelte ma io, dalla Torre delle priorità, ho preferito far cadere Lord Lucas. Per non snaturarlo e snaturarmi per sempre. Se non ci ho messo la faccia non è mai stato per vigliaccheria, ma per scelta e quella che faccio oggi credo ne sia la conferma.
Saluto tutti e rimetto il monitor in standby, per godermi la tv da spettatore. E’ il mestiere di una vita appartata che mi si addice meglio.