House of Cards, sospese le riprese dell’ultima stagione
Netflix ha annunciato che House of Cards, la sua prima serie tv originale, chiuderà dopo sei stagioni
UPDATE 31/10: Il destino di House of Cards si fa incerto. La produzione della sesta ed ultima stagione è stata infatti interrotta a seguito delle accuse rivolte a Kevin Spacey da Anthony Rapp. “Mrc e Netflix hanno deciso di sospendere la produzione della sesta stagione di House of Cards, fino a nuova comunicazione, per darci il tempo di visionare l’attuale situazione e rispondere ad ogni preoccupazione del nostro cast e della nostra troupe”, si legge in un comunicato.
Le riprese della sesta stagione erano iniziate da qualche settimana, per un totale di tredici episodi da mandare in onda nel 2018.
House of Cards chiude: la sesta stagione sarà l’ultima
House of Cards giunge al termine: Netflix ha confermato che la sesta stagione del drama politico, la prima serie originale della piattaforma di streaming online, chiuderà dopo sei anni. La produzione dell’ultima stagione è iniziata da un paio di settimane, ma a colpire è soprattutto il fatto che la notizia della chiusura arrivi proprio poche ore dopo l’accusa rivolta al protagonista Kevin Spacey di tentati abusi sessuali ai danni dell’attore (che aveva 14 anni ai tempi del presunto episodio) Anthony Rapp.
Difficile non pensare che l’annuncio della cancellazione della serie tv sia stato fatto per coincidenza nel giorno in cui Spacey ha chiesto scusa per l’episodio, facendo anche coming out. Secondo TvLine, la decisione era stata presa da mesi: evidentemente, il silenzio di Netflix di fronte alle accuse rivolte all’attore serviva per lasciare spazio a quest’altra notizia. Stando a Deadline Hollywood, però, il cast principale e gli autori sono stati avvertiti solo nelle ore scorse.
“Media Rights Capital (che produce la serie, ndr) e Netflix sono profondamente preoccupati per le notizie riguardanti Kevin Spacey”, si legge in un comunicato. “In risposta alle ultime dichiarazioni, i vertici di entrambe le aziende sono giunti a Baltimora questo pomeriggio per incontrarsi con il nostro cast e troupe, per assicurare loro che continueranno a lavorare al sicuro e che saranno sostenuti. Come precedentemente accordato, Kevin Spacey in questo momento non è sul set”.
Ad ogni modo, la fine di House of Cards segna la fine anche di un’era per Netflix, che proprio con questa serie, il 1° febbraio 2013, decise di entrare di diritto nel mondo delle produzioni originali, sfidando di fatto la televisione classica e compiendo quel passo successivo che l’avrebbe resa la piattaforma tanto popolare nel mondo quanto temuta dai network convenzionali.
Tratto dall’omonima miniserie inglese degli anni Novanta, tratta a sua volta dall’omonimo romanzo di Michael Dobbs, House of Cards evidenziò subito l’intenzione di Netflix di fare sul serio, ingaggiando davanti alla macchina da presa Kevin Spacey nei panni del prima capogruppo di maggioranza alla Camera dei Democratici e, poi, Presidente degli Stati Uniti Frank Underwood e, dietro, David Fincher, di cui è stato regista e produttore.
La saga d’ispirazione shakesperiana di House of Cards ha inevitabilmente rimescolato le carte in tavola della narrazione seriale americana, e soprattutto ha portato in auge un genere, quello del political drama, che ha avuto in seguito una vasta gamma di serie tv che ci hanno mostrato Presidenti alle prese con le tante problematiche dell’America di oggi.
La serie, il cui creatore Beau Willimon ne è stato autore fino alla quarta stagione, si è retta grazie alla scrittura di personaggi capaci di reggere drammi personali, affrontando i propri demoni interiori, ma anche quelli della Nazione, passando dall’emergenza disoccupazione delle prime stagioni alla minaccia alla sicurezza delle ultime.
Un cast di tutto rispetto, composto, tra gli altri, da Robin Wright (Claire) e Michael Kelly (Doug), tanto per citare due dei nomi più noti ai fan, che ha elevato House of Cards ad eccellenza della serialità americana ma che, nelle ultime stagioni, ha mostrato degli evidenti segni di stanchezza, con episodi tappabuchi ed una trama sempre meno avvincente, costretta a girare intorno ai soliti intrighi per cercare di mantenere alta la tensione. Il colpo di scena della quinta stagione (andata in onda da noi su Sky Atlantic) fa pensare ad una conclusione un po’ più ricca di sorprese per i coniugi Underwood: mentre la sesta stagione si sta girando, la vicenda di Spacey sembra chiudere un capitolo che all’attore ha dato tanta popolarità ma che non ha regalato neanche un Emmy Award come Miglior attore, nonostante le cinque nomination ottenute.