Paolo Bonolis a Porta a Porta: “Giorgio Gori mi disse di fare teatro, non tv. Beato tra le donne? Scelto al posto di Renato Zero”
Paolo Bonolis a Porta a Porta ha ripercorso la sua carriera, rivelando qualche aneddoto e parlando di alcuni dei suoi successi
Paolo Bonolis mattatore, anche da ospite, anche quando il salotto è quello più morigerato e meno provocatorio di Porta a Porta. Ospite della prima parte della puntata di questa sera, il conduttore in forza a Mediaset è tornato su Raiuno per ripercorrere la sua carriera ed alcuni dei suoi programmi più di successo.
Un’intervista utile a promuovere anche l’iniziativa benefica Tennis and friends, ma anche per rivelare qualche aneddoto curioso sul Bonolis-style. Innanzitutto, ad esempio, Bonolis ha dato una breve definizione di quello che per lui deve essere la televisione:
“Ai ragazzi in università dico sempre che in televisione si chiede che cosa vorrebbe vedere la gente, mentre io parto da cosa vorrei raccontare. In questo modo il programma è tuo, altrimenti diventi un interprete e non sei più un conduttore-autore, come mi piace essere. I miei programmi nascono con la partecipazione di persone di cui mi fido ciecamente, come Sergio Rubino o Marco Salvati, è un’idea mia che poi diventa televisione. Certe volte va bene, certe volte no.”
Un’idea che il conduttore si porta dietro da sempre, dai tempi di Un, due, tre, contatto!, il suo primo programma, condotto a 19 anni. L’inizio di una carriera che lo ha portato, nel 1994, a condurre la sua prima serata, ovvero I Cervelloni. Una conduzione merito anche di uno strano consiglio ricevuto a Mediaset:
“E’ stata la prima cosa che ho fatto in prima serata. Ero appena andato via da Mediaset perchè l’allora direttore delle tre reti Giorgio Gori mi disse che non ero adatto alla televisione in quei tempi e che dovevo fare teatro. Io poi gli ho mandato la foto del Teatro delle Vittorie con scritto ‘Teatro trovato’.”
Un aneddoto su Beato tra le donne, invece, rivela che il conduttore originale non doveva essere Bonolis:
“Beato tra le donne mi fu affidato casualmente, era un format della Grundy che doveva condurre Renato Zero. L’aereo che doveva portare dall’Australia il presidente della Grundy arrivò prima, e Mario Maffucci, non potendo portarlo a vedere i costumi di Zero, lo portò a vedere una registrazione de I Cervelloni. E disse ‘No, no, io voglio lui’. Alla prima puntata Pierfrancesco Pingitore mi diede un copione lunghissimo da imparare a memoria. Feci finta di impararlo, poi parlai a ruota libera come mi piace fare. A fine puntata mi bussò al camerino e mi disse ‘Lei non ha detto una sola parola di quello che ho scritto. Meglio così’.”
L’intervista tocca anche altri due successi di Bonolis, vale a dire la sua Domenica In del 2003 (“Abbiamo sperimentato tantissime cose in un periodo in cui si voleva che la domenica si facessero solo i trenini, abbiamo anticipato tantissime cose superando il 30% di share”), con un breve accenno ad Affari Tuoi ed alla sfida con Striscia la Notizia, che portò a quello definito da Bruno Vespa un “comizio”, a risposta delle accuse del programma di Canale 5 secondo cui il gioco era truccato, che ottenne il 47% di share:
“E’ stata la volontà di andare a sfidare una corazzata come Striscia la Notizia, prendendo un rischio, ed invece fu un grande successo.”
Infine, argomento Sanremo:
“E’ una macchina che ha una storia immensa e che va rispettata. Ho chiesto di poterla fare nel 2005 perchè nel 2004 era già stata affidata la direzione artistica a Tony Renis, ed io volevo che fosse mio. Ho cercato di contemporaneizzarlo, abbiamo fatto grossi cambiamenti scenici, con i ledwall sul palco per raccontare ogni canzone a modo suo. Ha pagato tanto, perchè quelli che sono venuti dopo hanno mantenuto questa struttura, che abbiamo perfezionato nel 2009″.
Nessun commento su una possibile nuova conduzione, ma un accenno ad un ospite che gli creò qualche problema:
“Hugh Grant era una piaga, non voleva fare niente. Allora ci siamo inventati una gag con gli autori in cui facevo le english lessons, e lui mi guardava come se fossi pazzo. Poi piano piano si è un po’ smollato, ma era finito il tempo, si è preso i soldi e se n’è andato.”
Un’intervista che non poteva non chiudersi all’amico e collega Fabrizio Frizzi, reduce da un malore e che è stato “avversario” di Bonolis in preserale:
“Fabrizione, a presto qua!”