Le Iene, lo scherzo a Marco Travaglio del figlio Alessandro: “Ho firmato per il Grande Fratello Vip”
Marco Travaglio beffato da Le Iene. Il figlio Alessandro gli ha fatto credere di aver firmato per il Grande Fratello Vip
“Papà, ho firmato per Mediaset”. Tutto normale se il padre in questione non fosse Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano e acerrimo nemico di Silvio Berlusconi.
Lo scherzo, magistralmente architettato da Le Iene, è andato in onda domenica sera e ha visto protagonista il figlio del giornalista, Alessandro, che ha annunciato di aver accettato di partecipare al Grande Fratello Vip.
Tutta l’attenzione si è inevitabilmente spostata sulla reazione di Travaglio – non proprio entusiasta, per usare un eufemismo – a cui è stato persino proposto di presenziare negli studi di Cinecittà durante la diretta a sostegno del figlio.
Dalla scrivania del suo ufficio, Travaglio ha prima visionato il video del provino del figlio per poi attendere che lui stesso gli rivelasse la notizia. Il cronista aveva già messo in guardia il figlio una settimana prima. L’avvertimento non è tuttavia servito, dal momento che Alessandro gli ha comunicato di aver firmato un contratto per un compenso mensile di 3 mila euro, che sarebbero diventati 15 mila – ma di penale – qualora ci avesse ripensato: “3 mila euro per un mese è una roba che non danno nemmeno alle colf, per il nome che porti 3 mila euro è una cosa offensiva, è una cosa da tirarglieli dietro”.
Ma a mandare in bestia Travaglio è stata soprattutto la richiesta di esporsi pubblicamente in difesa del ragazzo.
Non voglio essere minimamente coinvolto. Io non esisto per Mediaset, né tantomeno per quei programmi di mer*a lì, che ho sempre preso per il cu*o, ho sempre deriso e ho sempre definito diseducativi. Non esiste al mondo, io sono il direttore del Fatto. Vado nello studio del Grande Fratello a parlare di Malgioglio, a sporcare il mio nome, la mia faccia e quella di tutti i collaboratori del giornale?
Dose rincarata pochi istanti dopo:
Il Grande Fratello non è una trasmissione di artisti. E’ una trasmissione di sfigati morti di fama, che non hanno più fama e che cercano di recuperarla mettendo in piazza le loro mutande, le loro scorregge, le loro scopate e le loro pippe. E’ un programma osceno. Ti hanno invitato perché sei mio figlio, non perché sei un artista, ti illudi. Non farai il tuo lavoro, farai il cog*ione in mezzo a un branco di cog*ioni e di sfigati. Quel programma emette puzza anche dal video, si sentono le puzze.
Travaglio ha quindi messo in piazza tutti i motivi di un rancore covato da oltre vent’anni, con dirette accuse all’azienda fondata da Berlusconi.
Non hai idea di quello che io sento nei loro confronti, è gente che ha cercato di rovinarmi. Io vado lì da loro? Ma io li schifo, gli sputo in faccia, io se li incontro per strada li stiro con la macchina. Sono gentaglia, personaggi orrendi, la feccia dell’Italia, stanno rincoglionendo milioni di persone, l’ho sempre scritto. L’idea di essere avvicinato a loro mi fa venire il vomito. Io sono stato censurato da loro per vent’anni. Hanno cercato di rovinarmi la vita, di stroncarmi la carriera, mi hanno denunciato, hanno cercato di rovinare la nostra famiglia, mi sono fatto quaranta cause contro Fininvest e Mediaset. Uno dei motivi per cui ho fondato il Fatto è che in tutti i giornali dove lavoravo loro cercavano di farmi far fuori dai direttori perché non davano più la pubblicità. Loro sono in guerra con me da vent’anni, sono il mio nemico numero uno, non c’è nessun punto di incontro, io sono il diavolo e loro l’acqua santa o viceversa.