Ci pensa Antonino, Cannavacciuolo si racconta (e ingolosisce)
Antonino Cannavacciuolo apre il suo nuovo bistrot a Torino e si racconta in uno speciale che seguiamo live su Blogo.
Se l’obiettivo di questo speciale era incrementare le prenotazioni nei locali di Cannavacciuolo, ci sono buone possibilità di riuscita: vedere Antonino all’opera, tra i fornelli e con la sua brigata, è sempre un piacere. Lo è perché lui è quel che si vede, senza sofisticazioni e artifici; come il suo ragù, riesce a essere nello stesso tempo genuino e raffinato. Una rarità, ma ben espressa anche dall’abbigliamento scelto: un total jeans tra i candidi tovagliati delle sue sale. Questo mix di rigore e casual, di determinazione e tenerezza, l’ha portato a conquistare due stelle Michelin (proprio oggi confermate), ma nel racconto se ne fa appena cenno per far spazio agli inizi garibaldini e anche un po’ incoscienti.
In realtà è la ‘storia’ di Antonino e Cinzia. E dopo aver visto questo speciale sarà difficile non pensare a Cannavacciuolo come la ‘metà’ di un insieme. Certo, il concetto di ‘metà’ e Cannavacciuolo non vanno molto d’accordo. Ma in fondo penso che l'(altro) obiettivo di questo speciale tv fosse quello di rendere visibile l’altra metà del cielo di Antonino, renderle grazie pubblicamente e legittimarne, anche sul piccolo schermo, il ruolo già riconosciuto dalla stampa – soprattutto di settore – ma mai davvero mostrato in tv. La loro complicità rivela tutta la forza di questa coppia e ne fa davvero capire la potenza ‘imprenditorial/familiare’. Una coppia solida e innamorata, unita in famiglia e sul lavoro, capace di raggiungere risultati importanti lavorando sodo e senza grilli per la testa: sarebbero perfetti per le Presidenziali USA (ovviamente sulla scia degli Obama, non dei Trump, ça va sans dire).
Il modello non è quello della fiaba ma della case history. E’ la storia ‘esemplare’, ma non ‘sborona’, di un manipolo di ragazzi che hanno deciso di affrontare una sfida, con paura ma con determinazione. Una storia come tante, volendo; una storia nella quale sia possibile immedesimarsi e alla quale ci si possa ispirare per trovare la propria strada. Non si nascondono le difficoltà: “Io ho regalato la mia gioventù a Villa Crespi” dice lo chef è forse la frase più ‘vissuta’ dello speciale. dietro c’è quella dedizione che spesso sfugge a chi guarda la superficie del ‘celebrity cooking’. Qui invece si guarda anche dietro le quinte, soprattutto nel racconto della costruzione e della gestione di una brigata e di un locale: tante le piccole perle distribuite da Antonino, dirette, centrate, non scritte a effetto per la tv, ma rivolte alla sua squadra e a tutti quelli che lo guardano da casa.
Il racconto tv però scivola bene e veloce: la modalità non è quello del ‘santino’ quanto – come detto – del racconto esemplare (più che del romanzo di formazione). A renderlo piacevole Ci pensa Antonino, e per davvero. Con un altro protagonista uno speciale così – dedicato all’apertura di un nuovo locale, con l’idilliaco corollario di serenità familiare e voice over suadente – sarebbe stato indigesto: difficile trovare l’equilibrio tra supponenza e celebrazione con una formula del genere. E’ la verace sostanza di Antonino, la sua totale passione, la sua carnale limpidezza a rimettere in asse il racconto, anche quando si tende a scivolare nell’autocompiacimento, come nella parte incentrata sulla ristrutturazione del locale torinese. A compensare il Feng-Shui arriva l’unità di misura ‘antonina’: “Wagliù, qua si traseno due Cannavacciuolo simm’ fottuti!” a indicare gli spazi troppo sabaudi. Ed è subito standing ovation.
L’asse Sorrento-Napoli-Novara-Torino però funziona: Cannavacciuolo si conferma un personaggio narrativamente ricco e piacevole. E ha trovato anche un’ottima spalla. No, non la moglie, ma Nicola, lo chef del bistrot torinese: insieme in tv possono fare faville.
Ora e sempre, Viva Cannavacciuolo!
Ci pensa Antonino in diretta
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20.50
Ancora qualche minuto prima della ‘vera storia’ di Cannavacciuolo (nel giorno in cui gli sono state confermate le due Stelle Michelin per il suo Villa Crespi.
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21.24
Ormai Boom! non finisce mai prima di quest’ora.
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21.31
Si comincia. Antonino ricorda di quando è arrivato sul Lago d’Orta: era il 199-1995, aveva appena finito il militare.
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21.35
Qui conosce la figlia dei proprietari dell’Hotel in cui lavorava: “Io ero abituato a Napoli… lì sparano” scherza Antonino. Ma fu lui a fare il primo passo, anche se Cinzia lo assecondava. La loro prima cena romantica? Una cena a base di pasta con le cicale.
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21.36
Invece Antonino ricorda come prima cena romantica una fuga in Liguria. Tra loro c’è ancora grande complicità.
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21.36
Ricordano anche di quando Antonino riscese al sud per lavorare al Quisisana a Capri. Tornò poi al Lago d’Orta e qui, a 24 anni, aprì con Cinzia il Villa Crespi: fu il proprietario, di Sorrento, a dargliela. Era convinto delle sue possibilità. Erano 15 ragazzi, under 30: lui e Cinzia avevano appena 24 anni. Una bella sfida.
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21.38
Antonino ricorda quando arrivò una telefonata dal Gambero Rosso che chiese di cucinare per 600 persone: aveva 27 anni e rispose “Eh, ci proviamo!”. Era un modo per dirgli che aveva preso le Tre Forchette. “Era come il Crotone che vinceva lo scudetto!”. Che mito.
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21.40
Da allora un matrimonio, due figli e due Stelle Michelin.
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21.40
Da allora hanno aperto altri locali come il Bistrot di Novara, da cui parlano: l’hanno rifatto da zero e reso un luogo dove raccontare la propria filosofia. Al piano terra i piatti della tradizione partenopea: “Qui si parla napoletano” dice Antonino.
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21,46
La musica di Che Tempo Che Fa?! A Endemol non ne hanno altre?
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21.47
Per un po’ di tempo quando tornava da Napoli si intristiva: una cliente si rese conto che i suoi piatti ne risentivano. “E allora cucinate col sorriso” consiglia Antonino “perché lo stato d’animo si sente nei piatti”.
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21.50
Si racconta ora la nascita del bistrot di Torino. La città è sempre piaciuta ad Antonino. Ed è molto attento all’organizzazione della struttura. “Wagliù, qua se entrano due Cannavacciuolo siamo fottuti!”. Adoro.
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21,52
E siamo al sopralluogo di Antonino alla sua cucina. “La cucina è il perno del locale. Con 200 coperti non si può fare una cucina piccola. Meglio il contrario.”. Ma pare davvero soddisfatto del lavoro dell’architetto. “Se fossi un uomo ti darei una pacca!”.
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22.04
Parla anche il direttore di sala, Non capisco però: l’obiettivo è far venire fame e stimolare la prenotazione?
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22.06
Ha lavorato con l’ansia in passato e Cannavacciuolo non vuole che la sua cucina abbia quel clima di terrore e di ansia. Saluta tutti, scherza con tutti, ma quando c’è da lavorare si fa sul serio. E non si scherza.
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22.07
Ora c’è il successo. In passato invece c’erano anche serate da 10 coperti. Ha iniziato a ingrassare per lo stress. “Ho regalato la mia gioventù a Villa Crespi: dal 1999 al 2003 eravamo qui tutte le sere. Non ho mai mollato e poi quando avevo tempo libero andavo in giro a cercare funghi, frutti di bosco: un modo per presentare qualcosa di diverso ai clienti senza spendere. Perché i soldi non c’erano e bisognava stare nei conti”.
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22,09
Una persona che gli ha fatto conoscere il territorio è Stefano, uno dei suoi fornitori: gli è stato vicino agli inizi, gli ha dato la carica. Un tempo gli vendeva i gamberi di fiume, quelli con cui Cannavacciuolo creò uno dei suoi piatti più famosi. Ora Stefano si occupa di ripopolamento dell’ecosistema fluviale: alleva e li libera nei fiumi e nei laghi.
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22.12
Si parla anche del padre, che ancora oggi è il suo mentore: sempre critico, sempre con i piedi per terra. Quando gli scrissero il primo articolo ‘buono’ lui gli disse: “Se non ce ne sono altri, questo non vale niente”. Il padre ha cercato sempre di dissuaderlo dal fare questo mestiere: troppi sacrifici, troppe mancanze. Non voleva che lui soffrisse come aveva sofferto lui.
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22.15
E il padre ancora oggi non dà molta soddisfazione. Però alla comunione della nipotina ha concesso di aver mangiato bene.
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22.16
Lo chef in cucina supervisiona, coordina e soprattutto dice ai ragazzi di sbagliare, e di non preoccuparsi: “Le prove si fanno per questo”. Anche per questo dice al servizio di prendere comande diversissime, così si testa ‘il motore’ mandandolo su di giri. “Comande peggio di queste non le potevi prendere! BRAVO!” dice Antonino a Pino, il direttore di sala.
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22.18
Bella questa parte: l’emozione della cucina. E anche vedere Antonino che si preoccupa di lasciare sempre un buon clima: la tensione, l’ansia, la paura di sbagliare non serve. Ci vuole motivazione e partecipazione in brigata. E’ la parte più difficile.
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22.20
Finito il servizio, c’è il bilancio: era importante vedere i tempi, le critiche, le criticità della macchina messa volutamente sotto sforzo. “Ero qui per essere criticato” dice Cannavacciuolo. Non è da tutti. E il suo insegnamento è stare attento ai tempi: “Per noi 15 minuti qui sono pochi, ma se fuori aspettano, poi passa la voglia di restare seduti, di mangiare. Inizia a vedere quello che non va e poi gli puoi portare anche l’oro, non gli va più. Non lasciare mai il cliente senza mangiare”.
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22.22
La macchina è partita bene e tra un quindicina di giorni inizieranno anche a divertirsi, dice lo Chef. Che però è davvero soddisfatto.
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22.23
“La tua visione del nostro futuro è quella di passare la maggior parte del tempo su una barca in mezzo al mare”, dice Cinzia. Sono complici e carini. E vedere lui che dà i pizzicotti sulla spalla della moglie mentre parla è uno di quei segni di amore che si fa fatica a vedere spesso. E che non fai se non spontaneamente. Al comando c’è una coppia: e in questo ‘speciale’ si è visto.
Ci pensa Antonino | Anticipazioni
Dai ‘timidi’ esordi televisivi al docufilm: va in onda questa sera, giovedì 16 novembre, alle 21.15 su Nove (DTT, 9) Ci pensa Antonino, uno speciale di un’ora prodotto da Endemol Shine Italy in collaborazione con Morol per Discovery Italia che seguiremo live dalle 21.15 su TvBlog. Con questo omaggio di Discovery a uno dei suoi personaggi di punta, ritratto anche nella sua vita familiare – che coincide con quella professionale, visto che gestisce e possiede, con la moglie Cinzia, il Relais et Châteaux Villa Crespi, sul Lago d’Orta -, si compie l’evoluzione televisiva di un personaggio fattosi conoscere per il suo piglio apparentemente burbero e il ‘pacchero’ facile. Riservato e schivo, oggi, invece, parla di sé in uno speciale dedicato alla sua vita e alle sue ‘opere’, realizzato in occasione dell’apertura del suo nuovo bistrot a Torino, che segue Café & Bistrot e la Bakery aperte a Torino.
Cannavacciuolo è riuscito, quindi, a evolversi in tv così come è riuscito a conquistare i palati internazionali partendo dalla ristorazione per eventi e arrivando alla raffinatezza delle due stelle Michelin. Messo da parte l’atteggiamento un po’ burbero, come detto, degli esordi, Cannavacciuolo ha portato il sorriso anche a MasterChef Italia, il sancta sanctorum dei cooking show, e si è imposto come volto tv e risorsa della promozione della cucina di territorio italiana anche grazie a format come ‘O Mare Mio. Ma lo chef di Vico Equense si è fatto conoscere al grande pubblico come ‘alter ego’ di Gordon Ramsay nella versione italiana di Cucine da Incubo e questa volta diventa protagonista di un makeover. Lui che ha risistemato locali in giro per l’Italia mostra al pubblico come ha ristrutturato il bistrot, cose c’è stato alla base delle sue scelte e soprattutto quale la sua filosofia di cucina, di ristorazione e di ospitalità.
Un viaggio che arriva a Novara passando per il Lago d’Orta ma che inizia, come detto, sulla Penisola Sorrentina e si affaccia anche al Grand Hotel La Sonrisa di Sant’Antonio Abate (NA), proprio quello de Il Boss delle Cerimonie, dove ha imparato il ‘mestiere’ dal padre, chef del ‘Castello’. Figura centrale del suo racconto la moglie Cinzia Primatesta, madre dei suoi due figli: si sono conosciuti quando Antonino iniziò a lavorare nell’hotel gestito dalla famiglia di Cinzia, L’Approdo di Pettenasco; lei gestiva l’hotel, lui cucinava per gli ospiti. Dopo qualche anno hanno acquistato e ristrutturato Villa Crespi in quello che è oggi.
Ci Pensa Antonino | Come seguirlo in tv e in live streaming
Ci pensa Antonino va in onda questa sera, giovedì 16 novembre, su Nove (DTT, 9; Sky, 145; Tivùsat, 9) e sarà disponibile poi su Dplay.
Ci Pensa Antonino | Second screen
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