Le capitane, il docu-reality che si fa ‘notare’ (in tutti i sensi) (Foto Gallery)
La recensione dell’esordio del docu-reality di Spike.
La prima ‘prova del 9’ per il canale neonato Spike, è arrivato, dopo giorni di promo è partito Le capitane. Il docu-reality è stato inaugurato nella seconda serata di venerdì 24 novembre con due puntate da circa 20 minuti l’una, in cui, la vita e la quotidianità di una compagna o moglie di un calciatore, viene messa ‘a nudo’, non solo in senso figurativo, s’intende.
Le capitane sono le protagoniste: Erjona Sulejmani, moglie di Dzemaili (il quale però, per la cronaca, proprio nelle ore precedenti la prima puntata, ha chiesto la separazione), Jessica Melena, dolce metà di di Ciro Immobile, Émilie Nef Naf, ex di Ménez, Michela Persico, fidanzata di Daniele Rugani, e Silvia Slitti, moglie di Giampaolo Pazzini.
Il viaggio è composto principalmente da cinque vite di coppia completamente differenti l’una dall’altra, cinque caratteri altrettanto diversi, elemento che gioca un punto a favore dello spettatore che si ritrova una varietà di situazioni da coppia a coppia e quindi, non si addormenta sul divano.
Il racconto appare fluido, non costruito e aiutato da una voce fuori campo che accompagna le immagini e i passaggi tra una storia e l’altra (e menomale).
Le telecamere, oltre che a indugiare eccessivamente su curve e fondischiena (l’unico lato trash che sarebbe preferibile lasciare agli anni ’90), seguono passo passo la giornata-tipo di una donna impegnata con un calciatore nel bel pieno della sua carriera, con un dietro le quinte curioso: ad esempio, i momenti di un normale pomeriggio in palestra sono mescolate con le confessioni di una vita mondana da ‘capitana’ piena di pro e contro, altro elemento che fa prendere corpo all’obiettivo di Le capitane, ovvero raccontare la parte inedita del pianeta calcistico.
In certi casi, si cade sui soliti luoghi comuni della fidanzata viziata con le spese folli che entra dentro il negozio più chic per un vestito giusto da far notare alla telecamera, per non parlare della capitana fissata con i soldi perché: “I soldi aiutano a dare una vita diversa, più bella” e ti spiattella così una di quelle frasi che fa storcere un po’ il naso.
Si va anche al di là delle 5 storie madre del docu-reality, strizzando l’occhio anche al pseudo-talent (ancora?) per future capitane. Si rivedono volti ‘mezzi’ noti al pubblico come Desirèe Popper, ex tronista di uomini e donne, messa in competizione con un personaggio del web come Laura Cremaschi (per capirci, è colei che si scrive i pronostici sulle partite di calcio sul seno o sulla natica, pubblicando gli scatti sui social) per accaparrarsi un calciatore (che poi si rivela già impegnato).
C’è un rischio che si potrebbe evitare, ed è quello di dare un taglio femminile ad un programma trasmesso su un canale che si dedica prettamente al pubblico maschile. Il secondo episodio, infatti, è stato dedicato in gran parte ad un matrimonio e i suoi preparativi, argomento che il pubblico femminile si mangia tranquillamente. In più è un tema che si potrebbe permettere un qualsiasi programma di Real Time, più che trovarsi su Spike. La confusione è in agguato, ma si potrebbe metterla fuori definitivamente nelle prossime puntate.