Le foto di Brizzi e l’esperimento di Chiambretti: “Così la televisione condiziona l’opinione”
A Matrix la riflessione di Piero Chiambretti su come la pubblicazione di determinate foto possa condizionare a priori il giudizio sul caso Brizzi: “Vedendo certe immagini è già condannato”
Può la semplice pubblicazione di una foto condizionare il giudizio su una persona o su una determinata vicenda? Se lo è domandato venerdì sera a Matrix Piero Chiambretti, promotore della riflessione nell’ambito del caso delle presunte molestie che ha fatto finire al centro del mirino Fausto Brizzi.
Sguardo serio e occhi spiritati. Da settimane del regista romano viene proposta sempre un’unica immagine, caricando non di poco la percezione di colpevolezza del diretto interessato.
Ecco allora spiegato l’esperimento di Chiambretti: “Ogni volta che si parla di Brizzi si fa vedere questa foto”, ha dichiarato il conduttore lanciando la foto ‘incriminata’ sul videowall. “Praticamente, vedendola lui è già condannato. E visto che la televisione fa processi sommari e sistematici, una foto del genere non può che condizionarci tutti”.
Il test è quindi proseguito con la seconda fase, ovvero la diffusione di un’altra istantanea, con un Brizzi stavolta allegro e sorridente:
“Se chiedo alla regia di mandarmi un’altra foto, tipo questa, immediatamente lui è meno criminale. Magari lui avrà tutte le colpe del mondo, ma credo sia indispensabile sottolineare come i media attraverso una fotografia possano condizionare l’opinione pubblica”.
Una lezione vera e propria su come la comunicazione non verbale possa a volte indirizzare l’opinione da una parte o dall’altra. In attesa del prossimo processo. Mediatico ovviamente.