Tv Talk, Giorgio Montanini su Crozza: “Non fa satira, è un performer stile Fiorello”
Giorgio Montanini prova a definire le diverse anime della comicità a Tv Talk: l’operazione non è semplice.
Tra gli ospiti della puntata di oggi, sabato 2 dicembre 2017, di Tv Talk (su Rai 3 alle 15.00, anzi facciamo pure 14.55) c’è anche Giorgio Montanini, uno dei pochi, veri, stand up comedian che l’Italia possa vantare. Lo si stimola, ovviamente, sui modelli comici in tv: non si può che nominare Maurizio Crozza, l’unico ad avere da anni un programma di prime time nella tv generalista.
“Non è che conviene tenercelo stretto?”, si domanda Pucciarelli. Giorgio Montanini non è certo di questo avviso. E non è una novità.
“La comicità si evolve: se negli anni ’80 c’era Benigni non possiamo avere Crozza adesso. Evolvendo la società evolve la comicità: lo dimostra il caso americano dove certi tabù sono stati infranti e non si può tornare indietro. Crozza non è un comico satirico. Questo è un equivoco che ha matrici culturali, evidentemente”
ribadisce Montanini, come già ebbe modo di spiegare in diverse interviste firmate Tv Blog.
“Crozza è un one man show, è un performer, è più vicino a Fiorello e Max Giusti che ad altri. Ma non è un’offesa. Lui canta, balla, conduce…”
aggiunge l’attore. Quindi come collocare il suo prendere di mira “la politica di prima fila”, come la definisce Bernardini?
“La gomitatina al politico, che lo lascia come lo trova, è comicità di ‘regime’, il giullare di corte: la satira non è quella. Crozza con la sua comicità deresponsabilizza il pubblico”
spiega Montanini, che cerca di chiarire a una platea dissenziente la differenza tra ‘satira’ e ‘comicità reazionaria’.
Ruffini, chiamato in causa da Bernardini, rigira il discorso sull’’involuzione’ della tv, della società, del contesto già richiamata nella difesa delle sue Coloradine:
“Pensate se io andassi al Festival di Sanremo e toccassi il pacco a Carlo Conti come fece Benigni a Pippo Baudo… Mi sparerebbero”
dice il comico. Forse non era proprio questo il punto che sosteneva Montanini con la sua attenta disamina di generi comici. Ma forse non siamo proprio preparati a una satira vera in tv. Non so se lo siamo mai davvero stati: se la mano sul pacco di Benigni a Baudo passò sostanzialmente senza scossoni, perché in fondo nulla aveva a che fare con la satira (anche se ebbe l’onore di un’interrogazione parlamentare, come ricordò lo stesso Baudo), lo stesso non accadde quando il comico toscano nominò il Papa ( col”Woytilaccio” di Sanremo 1980 che gli costò un processo e l’allontanamento dalla Rai) o quando puntava la politica, dalla metà degli anni ’70 agli anni ’90 in tv e a teatro, scatenando fiumi di interrogazioni parlamentari. Da non dimenticare l’esilio di Grillo, reo di aver toccato Craxi in un Fantastico, sempre nello stesso periodo. In ogni caso serve ogni tanto dare un nome alle cose. Ma questa è un’altra storia.