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Dario Franceschini: “Anche Netflix ed Amazon dovranno rispettare il decreto tv”

In un’intervista a La Stampa, Dario Franceschini ha confermato che anche Netflix ed Amazon dovranno rispettare il decreto che prevede un maggiore investimento in produzioni italiane

pubblicato 5 Dicembre 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 02:55

Il tanto discusso decreto Franceschini toccherà anche le piattaforme digitali, come Netflix ed Amazon: a confermarlo il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, che in un’intervista a La Stampa ribadisce la sua idea di seguire quel modello francese che ha voluto dare risalto alle produzioni nazionali.

Come già anticipato nei mesi scorsi, il decreto (che dopo l’approvazione definitiva sarà in atto già dal 2018, anche se Franceschini ha già annunciato una moratoria) prevede che le reti televisive italiane investano maggiormente in film e serie tv prodotte in Italia -le percentuali cambiano tra la tv di Stato e le tv private-, con l’obbligo di mandare in onda, nella fascia oraria dalle 18:00 alle 23:00, di almeno due produzioni nostrane per la Rai, una per le altre emittenti.

I network sono subito insorti contro il decreto, sostenendo che il nuovo modello potrebbe andare a danneggiare l’economia soprattutto delle piccole reti, costrette ad acquistare nuovi prodotti da inserire in magazzino, con una spesa non sostenibile. I telespettatori, invece, lamentano la possibilità che, così facendo, le serie tv americane ora in onda in prima serata possano trovare meno spazio.

“Il modello è quello che ha permesso di risollevare il cinema francese”, ha spiegato Franceschini. “Il sistema delle quote esisteva già ma non venivano applicate le sanzioni. Era prevedibile che le tv protestassero. Ma adesso dovranno rispettare i nuovi obblighi, soprattutto nel prime time, la fascia oraria più importante. Non se la possono cavare mandando un film italiano alle due di notte”.

L’idea del Ministro coinvolgerà, come detto, anche Netflix ed Amazon. In quanto piattaforme, però, non sono soggette a fasce orarie: “Anche Netflix o altre piattaforme come Amazon Prime avranno gli stessi obblighi”, garantisce Franceschini, “compatibilmente a una programmazione senza fasce orarie. Stiamo pensando a meccanismi per assicurare la visibilità di serie e film italiani”.

L’idea sembra essere quella di obbligare Netflix a dare maggiore visibilità ai titoli italiani in catalogo, in home page e con dei banner, andando anche contro l’idea della piattaforma di proporre in home page offerte diverse a seconda dei gusti dell’utente. Franceschini, però, prosegue dritto per la sua strada, rispondendo alle critiche di una scarsa capacità del cinema italiano di saper essere competitivo:

“Sono rimasto allibito nel leggere che avremmo danneggiato la raccolta pubblicitaria o anche che cinema e fiction italiani non sono in grado di reggere la concorrenza. Il tax credit al cinema e l’ obbligo di trasmissione e di investimento servono appunto a migliorare la qualità”.