Aldo Moro Il Professore a due intensità: Castellitto impreziosisce il bel doc, il film depotenzia gli allievi
Aldo Moro Il Professore, un docufilm racconta il politico dal punto di vista dei suoi tesisti. A interpretarlo Sergio Castellitto.
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20.44
Luca Zingaretti racconta l’Italia senza Moro, in attesa della docufiction con Sergio Castellitto.
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21.26
Subito in medias res: per rappresentare le proteste giovanili e politiche di quegli anni si rappresenta con l’invasione della classe (che fa liceo) da un gruppo di giovani contro il sistema. Ma sembrano un gruppo di populisti anni ’10 (Quanto costa un biglietto dell’autobus? Quanto costa un pacco di pasta?”.
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21.31
La contrapposizione tra la Sinistra Rivoluzionaria che viene rappresentata dai ‘giovani antagonisti’ viene incarnata da un personaggio femminile che ne diventa l’emblema. E che si siede a lezione con Moro. Castellitto si trova della difficile situazione di dare spessore a un bignami del pensiero e del lavoro di Moro.
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21.35
C’è anche Macaluso a raccontare la politica di quegli anni, raccontata con estratti tv dell’epoca.
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21.36
E siamo alla ricostruzione del 16 marzo: Moro è in chiesa, i due ragazzi che rappresentano diverse anime della sinistra discutono dell’appoggio esterno del PCI al Governo Andreotti. I suoi allievi si avviano al Parlamento, dove avrebbero assistito all’insediamento del Governo, Moro viene intercettato dalle BR a Via Fani. E ci sono le immagini del reportage di Frajese
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21.42
“Il vostro professore se l’è andata a cercare…” dice un giovanottone
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21.44
C’è anche la ricostruzione in 3D della scientifica della Commissione Moro 2, che afferma che in Via Fani c’erano ‘anche’ le BR. Il bar Olivetti dietro le cui siepi si era nascosto il commando era frequentato, dice Gero Grassi, da Badalamenti, Carminati, insomma il fior fiore della criminalità italiana…
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22.01
“Le lettere sono di Moro, anche se di un Moro in quelle condizioni” insiste ancora oggi Macaluso. “Trattare con quelli che avevano ucciso i poliziotti non si poteva” aggiunge. Eppure Giovanni Ricci, figlio di un agente della scorta, ribadisce come fossero tutti per la trattativa. Mainetti dice che era la stampa a dire che non erano sue, erano dettate, erano lontane da lui. Gli allievi invece, vi riconoscevano il professore.
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22.06
“A volte penso che mi faranno fare la fine di Kennedy” diceva Moro 4 anni prima del suo rapimento, quando anche Berlinguer fu vittima di uno strano incidente. Moro fu minacciato a New York nell’incontro con Kissinger. Aveva pensato di lasciare la politica. Lo si precisa per spiegare un riferimento agli USA e alla Germania che sarebbero dietro la chiusura verso la trattativa.
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22.10
Con un contesto come questo, il racconto di quella politica è davvero alieno.”Lucia, tu studi diritto. Devi imparare a pesare le parole”. Il personaggio di Lucia è costruito per essere odioso.
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22.13
Lucia e il compagno vanno a trovarlo a Terracina, dove preparava le lezioni e dove stava con Leonardi. Un capitolo breve viene dedicato al Caso Lockeed per contesualizzare quella frase “La DC non deve essere processata”.
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22.16
Balzo al 15 aprile 1978: discussione delle tesi senza Moro.
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22.17
“Mia carissima Noretta…”: in una delle lettere alla moglie, Moro si raccomandava di salutare gli studenti.
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22.29
Comunque sia, il racconto di Moro ci porta in un’epoca lontanissima di concezione della politica. Altro che 40 anni… c’è qualche anno luce.
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22.34
Siamo al falso comunicato, quello che manda le ricerche al Lago della Duchessa. Un’invenzione per iniziare a preparare il pubblico alla morte di Moro, dice Grassi. Lo stesso giorno, il 18 aprile, si scopre, per una perdita d’acqua, il covo di Via Gradoli. E dire che la polizia c’era passata un mese prima, a due giorni dal sequestro, ma visto che i due terroristi che vi abitavano non avevano aperto, andarono via.
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22.38
Due giorni dopo arriva il vero comunicato n.7 che testimonia di Moro vivo. E c’è anche la lettera di Moro a Zaccagnini: “Non sono io sotto processo, ma tutti voi”.
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22.46
Comunicato n.9, si annuncia l’esecuzione della pena. (Lucia, intanto, è arrivata al primo banco ed è diventata la fans numero 1).
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22.51
Alla vigilia del rapimento Moro e Leonardi commentano il mancato arrivo della macchina blindata, che Andreotti aveva. e confidano in un’intensificazione delle misure di sicurezza…
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22.53
E siamo all’ultima lettera di Moro alla moglie. Straziante.
“Mia dolcissima Noretta,
dopo un momento di esilissimo ottimismo, dovuto forse ad un mio equivoco circa quel che mi si veniva dicendo, siamo ormai, credo, al momento conclusivo. Non mi pare il caso di discutere della cosa in sé e dell’incredibilità di una sanzione che cade sulla mia mitezza e la mia moderazione. Certo ho sbagliato, a fin di bene, nel definire l’indirizzo della mia vita. Ma ormai non si può cambiare. Resta solo di riconoscere che tu avevi ragione.
Si può solo dire che forse saremmo stati in altro modo puniti, noi e i nostri piccoli. Vorrei restasse ben chiara la piena responsabilità della D.C. con il suo assurdo ed incredibile comportamento. Essa va detto con fermezza così come si deve rifiutare eventuale medaglia che si suole dare in questo caso. E’ poi vero che moltissimi amici (ma non ne so i nomi) o ingannati dall’idea che il parlare mi danneggiasse o preoccupati delle loro personali posizioni, non si sono mossi come avrebbero dovuto.
Cento sole firme raccolte avrebbero costretto a trattare.
E questo è tutto per il passato. Per il futuro c’è in questo momento una tenerezza infinita per voi, il ricordo di tutti e di ciascuno, un amore grande carico di ricordi apparentemente insignificanti e in realtà preziosi. Uniti nel mio ricordo vivete insieme. Mi parrà di essere tra voi.
Per carità, vivete in una unica casa, anche Emma se è possibile e fate ricorso ai buoni e cari amici, che ringrazierai tanto, per le vostre esigenze.
Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile.
Sono le vie del Signore.
Ricordami a tutti i parenti ed amici con immenso affetto ed a te e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore eterno.
Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo.
Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo.
Amore mio, sentimi sempre con te e tienmi stretto.
Bacia e carezza Fida, Demi, Luca (tanto tanto Luca) Anna, Mario, il piccolo non nato, Agnese, Giovanni. Sono tanto grato per quello che hanno fatto.
Tutto è inutile, quando non si vuole aprire la porta.
Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo*
*Tutto sia calmo, Luca no al funerale”. -
22.54
9 maggio: il corpo di Moro viene fatto ritrovare a Via Caetani. Ma dopo la pubblicità.
Un libro illustrato: è un po’ questa la sensazione che si ricava, televisivamente parlando, dalla visione di Aldo Moro Il Professore, docufilm trasmesso in prima serata su Rai 1 subito dopo la bella orazione civile di e con Luca Zingaretti tratta da 55 Giorni – L’Italia senza Moro. La cito subito perché ho apprezzato la scelta della programmazione, che ha di fatto legato i due prodotti facendoli seguire l’uno all’altro senza interruzioni pubblicitarie. Il pugno nello stomaco lasciato dalla lettura che fa Zingaretti dell’ultima lettera di Moro alla moglie (“Mia dolcissima Noretta…”) lì, in via Caetani, accanto alla Renault 4 rossa dove fu ritrovato il corpo dello statista, si aggancia subito al bel volto di Sergio Castellitto, intenso e credibile nel ruolo del Moro professore.
E qui veniamo al docufilm di Micciché. Un bel modo per ricordare Moro nel giorno della sua morte, un documentario interessante per il punto di vista ricercato nel raccontare un uomo che ha segnato la storia politica d’Italia, in vita e in morte. Ma con due grandi difetti: la parte fictional (Castellitto a parte) e il mix tra la figura del docente e la ricostruzione del sequestro che non è semplicemente funzionale al racconto degli studenti – chiamati a ricordare le proprie sensazioni, azioni, paure – ma prende posizione netta sulle cause e sulle responsabilità sul sequestro e sull’omicidio di Moro. Una scelta che quasi stona con l’impostazione dichiarata del prodotto e difetta di una un adeguato ancoraggio per chi non è un esperto delle carte e dei documenti sul caso Moro (come la sottoscritta). Mi riferisco soprattutto alle testimonianze di Gero Grassi, della Commissione d’inchiesta, che più volte lancia spunti, osservazioni e fatti piuttosto netti, lasciati però a galleggiare nella mente dei telespettatori senza ulteriori specificazioni: il risultato è di aver molti argomenti, ma non ben equilibrati, talvolta buttati lì con una certa ‘leggerezza’.
Lo spunto documentaristico della ricostruzione del Moro docente responsabile e accorto, paterno ma non condiscendente, aperto al confronto e mentore di un percorso di crescita civile – e non solo accademica – dei suoi allievi, emerge chiaramente nelle parole dei suoi ex studenti e nelle foto d’epoca, così sincere e schiette, espressive e narrative.
La forza della testimonianza viene però diluita dal racconto fictional, usato a mo’ di ‘illustrazione’, di didascalica spiegazione a fronte delle parole appassionate, ancora 40 anni dopo, di chi avrebbe dovuto discutere la tesi con lui. La parte fictional si riduce a un quasi irritante bignami del pensiero di Moro stimolato da una antagonista – Lucia – che sembra uscita da una piattaforma online più che dalla sinistra extraparlamentare anni ’70. E’ chiamata a incarnare l’opposizione a Moro, ma è una figura disegnata senza sfumature: è scolpita con l’accetta per esaltare la brillantezza di pensiero, la lucidità analitica, la pacatezza espositiva, l’apertura al confronto, l’umiltà dello statista vs l’ottusità, l’ignoranza, la presunzione, la prepotenza degli ‘altri’, appiattiti nella rappresentazione simbolica di giovani che risultano ‘stupidamente’ arrabbiati, ottusamente rivoluzionari, raccolti simbolicamente in un poncho e in una postina.
Ma la forza della parola e del pensiero di Moro convertono l’atea: Lucia, il lupo, sfida Moro, San Francesco, che riesce là dove altri hanno fallito; Lucia diventa la sua più fedele discepola. L’effetto agiografico è inevitabile e, a mio avviso, inutile: non c’è bisogno di ‘caricare’ la sua santità vista l’esemplarità del comportamento, soprattutto se confrontato al nostro contemporaneo. Sembra quasi che il racconto dei testimoni sia considerato poco incisivo e si debba lasciare al grande pubblico l’evidenza dell’immagine, dei dialoghi scontati, delle ricostruzioni, ma senza profondità.
Se è vero che lo spunto narrativo dichiarato (che resta interessante) è quello del racconto della straordinaria figura del docente, è anche vero che non si riesca a fare a meno, come anticipato, della ricostruzione del sequestro e non solo come evento vissuto dai testimoni, che risulta quasi una ‘deviazione’ dall’intento narrativo. Il pensiero corre subito a Il Condannato di Ezio Mauri, ben più asciutto ed equilibrato, documentato e puntuale, e per di più con un (contestato) ‘contraddittorio’. Che qui è completamente assente.
In sostanza, quindi, la parte documentaristica resta la più forte e la più convincente, insieme alle testimonianze degli studenti, più che dei tanti altri protagonisti dell’epoca o studiosi di quei fatti – da Macaluso a Benvenuto, da Follini a Grassi – mentre la rappresentazione fictional degli studenti sembra una collection di tavole illustrate a corredo del racconto, ma molto lontane da quelle di Gustave Doré per la Divina Commedia.
Chi non si discute, però, è Castellitto: non è il Moro tradito dalle immagini d’archivio e forse neanche quello ricordato dagli allievi (e immortalato nelle foto), ma è il ‘suo Moro’ ed è coinvolgente, emozionante, ispirante, attrattivo.
Aldo Moro Il Professore | Diretta
Aldo Moro Il Professore | Anticipazioni
Alla vigilia del 40° anniversario della morte del presidente DC, Rai 1 trasmette in prima tv la docu-fiction Aldo Moro – Il professore, con Sergio Castellitto, per la regia di Francesco Miccichè, in onda questa sera alle 21.20 su Rai 1. Un modo inedito di ricordare lo statista, raccontato qui dal punto di vista degli studenti che con lui si sarebbero dovuti laureare; un modo diverso per raccontare il pensiero politico del Presidente della DC e il suo rapporto con lo Stato e, nello stesso tempo, con la formazione dei suoi allievi. Moro è stato ordinario alla Sapienza di Roma dal 1° novembre 1963, dopo una carriera iniziata nel 1938 nella Facoltà di Giurisprudenza di Bari.
Aldo Moro Il Professore | La trama
Il racconto parte dal giorno del rapimento, il 16 marzo 1978: quella mattina, Moro aveva dato appuntamento a un gruppo di laureandi al Parlamento, per permettere loro di assistere al discorso di insediamento del Governo Andreotti. Ma le Brigate Rosse, a Via Fani, uccidono la sua scorta e lo sequestrano: sul sedile posteriore, tra le carte dello statista, furono infatti ritrovate anche le tesi di laurea dei suoi studenti.
Quattro di loro diventano così i narratori del Prof. Aldo Moro, titolare della cattedra di Procedura Penale della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza di Roma.
Aldo Moro Il Professore | La docufiction
La scrittura della docufiction si è avvalsa del contributo di Giorgio Balzoni, autore del libro Aldo Moro Il Professore, e alla testimonianza di chi è stato suo allievo soprattutto negli anni Settanta: tra loro anche Franco Bernini, autore e sceneggiatore anche di questo prodotto, laureando in Filosofia proprio in quegli anni, difficili e complicati per la società italiana.
Il coordinamento editoriale è di Giovanni Filippetto, mentre la regia è Francesco Miccichè, firma tra l’altro di programmi come Sfide e prossimamente al cinema con Ricchi di Fantasia con Sergio Castellitto e Sabrina Ferilli. Il titolo è coprodotto da Rai Fiction e Aurora Tv, società di Banijay Group, fondata nel 2013 da Giannandrea Pecorelli e Ambra Banijay.
Insieme a Filippetto e Micciché, Aurora Tv ha prodotto altre due docufiction trasmesse su Rai 1 in serate evento, “Io sono Libero”in occasione del 25° anniversario della morte di Libero Grassi e “Paolo Borsellino – Ora tocca a me” con Cesare Bocci.
Aldo Moro Il Professore, come seguirlo in tv e in live streaming
La docufilm fa in onda alle 21.20, in prima tv, su Rai 1 e su rai 1 HD (DTT, 501) e in live streaming su Raiplay. Noi la seguiremo in liveblogging su TvBlog.