Home Notizie Ora o mai più, Marco Armani a Blogo: “Bilancio positivo. Nella prima puntata, poco spazio ma abbiamo aggiustato il tiro. Punto al podio”

Ora o mai più, Marco Armani a Blogo: “Bilancio positivo. Nella prima puntata, poco spazio ma abbiamo aggiustato il tiro. Punto al podio”

Il cantante barese, intervistato da TvBlog, ha anche parlato di Red Canzian, di Music Farm, del pregiudizio delle radio nei suoi confronti, della musica di oggi e altro.

pubblicato 21 Giugno 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 23:46

Marco Armani è uno dei concorrenti di Ora o mai più, il varietà musicale di Rai 1, attualmente in onda, condotto da Amadeus.

Il cantante barese, noto al grande pubblico per canzoni come Tu dimmi un cuore ce l’hai e E’ la vita, fino ad ora, si è piazzato al quinto posto al termine della prima puntata e al terzo posto, al termine della seconda.

Ricordiamo che il maestro al quale Marco Armani è stato abbinato è Red Canzian.

TvBlog ha intervistato Marco Armani a cui abbiamo chiesto un primo bilancio di questa esperienza. Durante il corso dell’intervista, sono stati toccati tanti argomenti come Music Farm, le radio, Internet e il suo nuovo singolo.

Siamo a metà delle puntate, qual è il bilancio di quest’esperienza fino ad ora?

Il bilancio di quest’esperienza è molto positivo, non abbiamo cominciato brillantemente perché abbiamo avuto la penalità di essere i primi a cantare, la giuria era restia a dare le sufficienze, ho avuto un tre in condotta da Patty Pravo… Ci siamo rifatti nella seconda puntata, abbiamo raddrizzato il tiro. Nella prima puntata, l’unico che aveva capito lo spirito del programma è stato Marco Masini: ecco perché Lisa ha brillato di più. Lisa ha avuto il suo spazio, gli altri coach, invece, non avevano dato molto spazio ai loro “allievi”. Dalla seconda puntata in poi, invece, è andata meglio perché c’è stato dato più spazio e ci siamo potuti esprimere meglio.

Si intuisce che senti molto la competizione, la gara…

Sarebbe ipocrita dirti di no. Ognuno di noi ha il suo percorso. Nel corso di questi 35 anni, non ho fatto soltanto i Festival di Sanremo, ho fatto altro, cose magari meno eclatanti, ma non sono scomparso totalmente dalla scena. Un paio di anni fa, ad esempio, ho fatto le sigle di Techetechetè, ho riarrangiato 83 canzoni e le ho rielaborate in un minuto, 83 canzoni dal passato fino ad oggi. Ho sempre fatto questo mestiere, con molte difficoltà, con momenti meno eclatanti, ma non ho mai smesso di crederci e di farlo. E’ arrivata quest’opportunità e l’ho presa al volo, pur riconoscendo che altri miei colleghi che concorrono, per una serie di coincidenze, non hanno fatto altre cose eclatanti… Non dico che vorrei vincere ma mi piacerebbe arrivare al podio, sarebbe un onore da parte mia. Se non dovesse capitare per una serie di ragioni, ne prenderò atto e andrò avanti lo stesso.

Ti ha dato fastidio, quindi, che altri tuoi lavori nel mondo della musica siano stati notati di meno o non ti vengano riconosciuti?

Questo è un lavoro stranissimo. I Festival di Sanremo abbracciano una fetta molto più grande di pubblico, la gente si abitua a vederti solo in quella circostanza e quando fai altro… Io ho fatto tre album con Pasquale Panella, una raccolta di pezzi d’epoca, oltre a tutti gli altri album precedenti, ho collaborato con Ron, Luca Carboni, Red Canzian… Non sono l’ultimo dei Mohicani, ecco! Ho accettato di rimettermi in gioco perché c’era questa possibilità di avere enorme visibilità e soprattutto di presentare un nuovo singolo. Ho aspettato un po’ di anni proprio per avere un po’ di promozione: o fai Sanremo o è difficilissimo fare un certo tipo di promozione e essere notati. Ho fatto un video, ho un album che uscirà a settembre, ho inediti e duetti già pronti… Credo di avere ancora qualcosa da dire e vorrei esprimerlo e questa è una nuova opportunità per poterlo fare.

In base a quello che mi hai detto riguardo la prima puntata, il tuo rapporto con Red Canzian com’è?

Il rapporto con Red è straordinario, oltre a conoscerci da tanti anni, ci sentivamo ogni tanto: lui ha prodotto un mio album. E’ stato un ritrovarsi, avendo vissuto un periodo di anno insieme, è stato come rivedere un vecchio amico, non c’era quella soggezione, quell’imbarazzo che magari poteva esserci, ad esempio, tra Stefano Sani e Marcella, che aveva conosciuto in quel momento… Con Red, è come se ci fossimo lasciati ieri, è stato bellissimo rincontrarsi. Non è facile, comunque, trovare canzoni che possano suonare bene per entrambi; per una coppia uomo-donna, invece, è più semplice. Ci sono i pro e i contro ma mi fa piacere.

A La vita in diretta, hai detto che hai pagato errori di gioventù. Posso chiederti, nel dettaglio, quali sono stati questi errori?

Sono stati errori che si fanno quando hai 23-24 anni, quando ti senti dire cose che non sono vere, per puro business… Purtroppo, mi sono trovato nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Ho mandato a quel paese una persona in particolare, data la mia impulsività del momento, quando mi sono state dette cose non vere. Me l’hanno fatta pagare: io sono sempre stato un tipo mite, non ho mai sgomitato ma ho sempre amato la verità. E’ meglio una brutta verità che una bruttissima bugia che non serve a nulla.

Per quanto riguarda il tuo nuovo album, punti al pubblico che ti ha sempre seguito o punti anche ad un nuovo pubblico?

Punto ad un pubblico adulto. La mia nuova canzone ha un testo universale, ci si può riconoscere anche un ventenne. Non punto ad un target preciso di pubblico. Spero solo che le radio non abbiano un pregiudizio nei miei confronti. Spero che almeno ascoltino la mia canzone senza escludermi per partito preso. Poi, saranno liberi di decidere se mandarlo in onda ma senza il pregiudizio iniziale. Il pregiudizio uccide ogni progetto.

Nel corso degli anni, hai avvertito questo tipo di pregiudizio?

Ma certo! Ho sentito dire da alcuni direttori artistici di radio che alcuni cantanti, compreso me, e stiamo parlando di 15 anni fa, fossero ormai scaduti come il latte… Usare questi termini con una persona! Non siamo prodotti, siamo persone. Non scadiamo come il latte. Penso di essere un latte a lunga conservazione! Purtroppo in questo lavoro ci sono queste persone che, grazie a Dio, dopo un po’ vanno via. In quel periodo e in quel frangente, comandano e fanno il buono e il cattivo tempo, fortunatamente, non durano molto, cambiano addirittura mestiere e vanno a fare i ragionieri! Questo, per farti capire, quanto c’entrano certe persone con la musica…

Un tuo ricordo per quanto riguarda l’esperienza a Music Farm?

Music Farm è stato un reality show vero e proprio. E’ stata un’esperienza straordinaria. Mi sono ritrovato goliardicamente con altri dodici concorrenti come i Ricchi e Poveri, Riccardo Fogli, Loredana Bertè, Scialpi, Silvia Salemi… E’ stata un’esperienza incredibile la prima edizione, condotta da Amadeus, che fece più successo delle altre due. Facevamo tutto per rimetterci in forma ed essere rilanciati. E ciò è avvenuto. Poi, si è avvicinato il periodo del web che ha rovinato questo mercato. Ha semplificato tante cose ma ha rovinato il disco. Attraverso Internet, si può scaricare tutto. Il mercato è in ginocchio. Tutte le chiacchiere attorno ai Dischi D’Oro e di Platino fanno ridere… All’epoca, se vendevamo 50mila copie, che sono due Dischi d’Oro di oggi, era un fiasco… Le vendite si sono abbassate con l’avvento di Internet. Il supporto CD non ha più ragione di esistere. Esistono solo i follower, le visualizzazioni, le persone che ti seguono. La musica viene ascoltata come sottofondo, non viene più ascoltata come un rito. E’ tutto più misero, oggi. E’ come la tv, è sempre accesa anche quando non la segui. Non si fa più caso a quello che una canzone dice. Noi ci sforziamo di fare buona musica, che resti negli anni e non solo per un’estate.

Ma questa realtà di Internet, tu la rifiuti o ti ci vuoi comunque adattare?

Sto facendo questo programma perché voglio fare questo mestiere ancora per qualche anno e ci sto riprovando alla grande. Quest’esperienza nuova è molto bella. Mi sto adattando per quanto posso farlo. Anche gli arrangiamenti del mio nuovo brano sono contemporanei. Il testo, come già detto, è universale. La canzone si intitolerà Non ho tempo.

A posteriori, è meglio l’esperienza di Ora o mai più o Music Farm?

Sono due cose diverse. A Music Farm, eravamo isolati, a Ora o mai più, proviamo 3-4 giorni a settimana in maniera molto intensa. A Ora o mai più, c’è anche racconto e non solo la gara. E’ un programma sperimentale che sta dando ottimi frutti. Non si aspettava nessuno questo successo. Io, come al solito, sono un pioniere. Sono felice di essere nel coro di questa trasmissione che, probabilmente, rifaranno, con più puntate, l’anno prossimo. Chi verrà dopo di noi, sarà più agevolato.

E’ la vita, uno dei tuoi brani più famosi, è entrato nella colonna sonora di Chiamami col tuo nome, un film che ha vinto l’Oscar. Una bella soddisfazione…

E’ stata una grande sorpresa e una grandissima soddisfazione. Avevo sottovalutato sinceramente il film ad una prima visione. Rivedendolo in una seconda occasione, ho colto altre sfumature. L’ho rivalutato e sono felicissimo che abbia vinto l’Oscar.