Tiberio Timperi a TvBlog: La Vita in diretta sarà più una sfida con me stesso che con gli altri
L’intervista al nuovo conduttore della Vita in diretta
La partenza è fissata per lunedì prossimo 3 settembre alle ore 17 su Rai1 con la nuova edizione della Vita in diretta. Al timone del programma, insieme alla riconfermata Francesca Fialdini, ci sarà il debutto di un nuovo padrone di casa, che però il pubblico televisivo e di Rai1 in particolare conosce molto bene. Tiberio Timperi, dopo anni di confortevoli, come lui stesso ci ha detto, conduzioni a Unomattina in famiglia, ora indossa l’elmetto per andare in trincea e a combattere la battaglia del pomeriggio televisivo nella nuova edizione di Vita in diretta.
TvBlog lo ha incontrato fra una riunione e l’altra presso gli studi Rai di via Teulada, mentre sta preparando questa sua nuova “ripartenza” come ci tiene lui stesso a definirla, che lo vede alla guida di Vita in diretta 2018-2019.
Che momento è questo per Tiberio Timperi ?
E’ un momento prezioso, atteso, fondamentale.
Chi te l’ha fatto fare di lasciare Unomattina in famiglia per Vita in diretta ?
Le persone cambiano e io in 22 anni credo di essere maturato, cambiato e di aver acquisito una certa esperienza, per cui quando mi è stata prospettata questa cosa ho accettato di buon grado, ben sapendo che questa è una sfida totalizzante e molto impegnativa.
Lo sai che in molti sono con i fucili spianati contro
Siamo sempre con i fucili spianati. Ogni giorno siamo sotto esame. Non conta quello che abbiamo fatto, conta quello che facciamo, purtroppo. E’ evidente che ci sarà molta attenzione. Sarà una bella sfida, più che con gli altri, con me stesso
Paura non ce n’è quindi
La storia non è mai stata scritta da quelli che hanno paura, la storia è stata scritta da chi aveva un pizzico di incoscienza e di follia.
In cosa cambierà Vita in diretta rispetto al passato, a parte la durata che sarà più breve
Partiremo lunedì prossimo 3 settembre. Il programma sarà più compatto. Con Francesca siamo sulla stessa linea e ci stiamo confrontando con il capostruttura Stefano Rizzelli e il capo progetto Tamara Gregoretti. Sarà un programma che vorrà emozionare, raccontare le cose con garbo e discrezione.
Quali i temi che tratterete?
Non abbiamo preclusioni. Sarà un programma dove ci si potrà indignare, emozionare, informare. Giochiamo a 360 gradi.
Conduzione in piedi o seduta ?
Un po’ in piedi ed un po’ seduta, anche perchè inizio ad avere una certa età…
Com’è lo studio ?
Molto bello. Lavora a 270 gradi, molto arioso, ci sono delle tecnologie molto interessanti, come dei ledwall mobili inseriti all’interno di alcune colonne.
Ci sarà pubblico ?
Si, stiamo riflettendo sul fatto che forse il pubblico che batta solo le mani non basti. A me piacerebbe un pubblico più interattivo.
In che modo ?
Magari un pubblico selezionato, scelto, che possa partecipare alle discussioni del programma.
Come ti piacerebbe venisse recensita la nuova Vita in diretta ?
Come un programma onesto, serio, coerente e credibile.
A parte la professionalità che è indiscussa, c’è qualcosa di Tiberio Timperi che vorresti uscisse di più in questa nuova esperienza a Vita in diretta ?
Nella Vita in diretta riassumo un po’ tutto quello che ho fatto. Dal giornalista di cronaca, all’intrattenimento. Un po’ come aver fatto più, più, più ed ora è arrivato il momento di tirare le somme.
Qualcuno dice che tu abbia un carattere tosto, anche difficile, com’è è veramente Tiberio Timperi ?
Ho un carattere. Già il fatto che abbia un carattere lo prendo come un complimento. Non sono uno che riesce a farsi concavo o convesso a seconda delle situazioni, ho le mie idee, giuste o sbagliate che siano, mi confronto. Sono uno preciso, puntuale, molto scrupoloso sul prodotto e cerco di non lasciare nulla al caso e di prevedere anche l’imprevedibile. Questo è un modo di lavorare che ad alcuni può piacere e ad altri un po’ meno. Con la Fialdini ci siamo trovati molto bene, con Roberta Capua ci sentiamo ancora adesso, con le vecchie redazioni con cui ho lavorato sembra che ancora sia con loro. Alle volte penso che se mi fossi tenuto il cecio in bocca come si dice a Roma, più di una volta, forse adesso sarei molto più avanti nella mia carriera. Però ti posso dire, sono contento perchè sono riuscito a rimanere me stesso, senza scendere a compromessi e quello che ho me lo sono guadagnato tutto da solo. Guardì ha sempre detto: chi lentamente scala la montagna, lentamente scende. Io sono una tartaruga, lenta con la sua corazza, con le sue cicatrici, però vado avanti e so che anche se un giorno le cose dovessero cambiare, ho un mestiere, una professionalità che mi permetterà di poter lavorare comunque.
Mi è capitato di rivedere su Youtube alcune tue conduzioni di TMC News degli anni ottanta, chi era quel Tiberio, cosa cercava e cosa ha trovato poi nella sua carriera ?
Quel Tiberio a Telemontecarlo era inconsapevolmente libero di vivere tutte le esperienze che giornalisticamente e televisivamente potevano arrivare in quei momenti. Eravamo una redazione messa in piedi da Roberto Quintini in cui eravamo completamente liberi. Aggiungo data l’occasione che Roberto l’ho chiamato a lavorare con me a Vita in diretta, una cosa che ha un che di romantico, dato che chi mi ha messo in televisione ora torni a lavorare con me. Come mi conosce lui pochi mi conoscono. Per me la gratitudine è fondamentale e io non mi dimentico, sia nel bene che nel male. Roberto Quintini mi ha acceso televisivamente e ho un debito con quest’uomo che non si estinguerà mai. Il Telegiornale di Telemontecarlo era modernissimo, abbiamo inventato molte cose che ancora oggi si vedono, sia nella grafica che nei servizi che erano veloci e ritmati.
Quanto hanno pesato le tue esperienze private nella tua carriera ?
La vita ti presenta i conti, che possono essere la perdita di un genitore, possono essere il fallimento di una esperienza a due. Sono dei banchi di prova che ti fanno testare quanto tu possa essere forte ed in grado di sopportare le difficoltà. Ci sono stati dei momenti in cui oggettivamente ho faticato molto ad essere totalmente presente sul lavoro. Però ho avuto delle persone vicino che mi hanno aiutato come Gianvito Lomaglio, Giovanni Taglialavoro, Michele Guardì, che si sono strette attorno a me come una famiglia, perchè certi momenti per me, quel programma che ho fatto per 22 anni è stato una seconda famiglia.
Chi sono state le persone veramente importanti della tua vita e a chi devi dire grazie ?
Devo dire grazie radiofonicamente parlando a Fabio Brasile che nel 1983, dopo aver sentito una mia cassetta mi prese a lavorare. Devo dire grazie a Roberto Quintini, di cui ti ho già detto, poi a Maurizio Costanzo per i consigli che mi ha voluto regalare e un grazie anche a Michele Guardì. Queste persone in qualche modo mi hanno cambiato la vita.
Cosa perdoneresti e cosa non perdoneresti ad un amico e/o ad un partner professionale ?
Ci sono alcune cose che io detesto e sono la falsità, l’ipocrisia e la menzogna e che non riesco proprio a perdonare ad un amico. Sui partner professionali una volta mi arrabbiavo, adesso dico “tutto il resto è vita” e di questa cosa devo dire grazie ai consigli di Maurizio Costanzo, che mi ha aiutato a lasciarmi queste cose alle spalle. Le bugie proprio non le sopporto, preferisco una verità sgradevole ad una bugia ben confezionata.
La Vita in diretta è un punto di arrivo o una ripartenza ?
E’ una ripartenza.
Verso dove ?
Non lo so. Passati i 50 ho capito che è inutile fare progetti. Dopo 22 anni che alla fine sapevano di routine, piacevole ma pur sempre routine, era tempo di cambiare. Adesso sono in trincea, in prima linea. Sono lusingato di esserlo, darò il massimo e voglio essere il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Stavolta si tratta di riassumere tutte le mie precedenti esperienze.