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Alda D’Eusanio a Blogo: “Mi consideravo in pensione, Tv8 e Chiambretti mi hanno convinta a tornare in tv”

Il ritorno grazie a Chiambretti e Tv8, l’assenza, la Rai, le rivalità e la funziona della tv. Intervista ad Alda D’Eusanio.

pubblicato 30 Settembre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 21:21

Un ritorno atteso, quello di Alda D’Eusanio. L’apprezzata conduttrice, senza un programma tutto suo da ben nove anni, da lunedì 1 ottobre condurrà la nuova edizione di Vite da copertina – Tutta la verità su…, in onda su Tv8 dal lunedì al venerdì alle ore 17.45. Il programma vuol narrare le vicende dei personaggi che hanno segnato la storia dello spettacolo e non solo. Dalle rivalità nel mondo dello spettacolo italiano – da Selvaggia Lucarelli vs Alba Parietti, a Barbara D’Urso vs Federica Panicucci, fino a Giancarlo Magalli vs Adriana Volpe – a quelle dal respiro internazionale, come tra Meghan Markle e Kate Middelton o tra Jennifer Aniston e Angelina Jolie. Il venerdì, invece, è dedicato alle classifiche: dalle star internazionali che, arrivate al culmine del successo, si sono trovate a cadere rovinosamente come Elton John e i suoi guai finanziari, al crollo della carriera di pugile di Mike Tyson tra bancarotta e droga.

Alda, è una rivincita?

“Mi consideravo in pensione da ormai qualche anno, volevo soltanto godermi la vita. Arrivavo da esperienze non proprio piacevoli, in Rai non si vive bene e non sono la sola a dirlo. Non è che io faccia la vittima, potrei fare un elenco di professionisti a cui è stato dato il benservito. L’ultimo è stato Giletti, poi Milena Gabanelli, Michele Santoro, Lilli Gruber, Fabrizio Frizzi che per otto anni non ha potuto mettere piede in Rai, anche se adesso gli hanno dedicato un intero studio televisivo… Ci sono tante persone che la Rai ha allontanato: se non hai l’agente giusto, se non appartieni al gruppo giusto, loro ti colpiscono. La Rai è un’azienda politica, per cui devi far parte di una squadra precisa. Avevo quindi deciso di non fare più televisione”.

Cosa le ha fatto cambiare idea?

“L’esser stata chiamata prima da Chiambretti, poi da Tv8, per le mie capacità è una cosa che mi ha talmente gratificata da farmi cambiare idea. Per la prima volta nella mia vita mi si voleva per le mie capacità e per il mio merito. Sapere che in Italia c’è ancora un posto dove il merito conta mi ha galvanizzata, e non ho potuto rifiutare”.

Non le dispiaceva essersi messa da parte?

“Dopo il coma ho capito che il tempo della vita è molto prezioso. Quello che mi rimaneva da vivere, volevo viverlo bene. Pensi che a 67 anni, ovvero un anno fa, mi sono iscritta al conservatorio di musica per imparare a suonare la fisarmonica… Io ho sofferto molto nella mia vita, sia per colpa del lavoro, sia per vicende personali. Dunque televisione non mi è mai mancata in questi anni, perché ho vissuto appieno la vita, e perché ho sempre vissuto il mio lavoro con umiltà. Non perché io sia una modesta, ma perché me l’hanno fatta pagare talmente cara che ho deciso di non voler più soffrire per le cose inutili. Mi basta quello che ho per poter vivere bene, pur non avendo fatto i soldi di altri colleghi”.

Arriviamo a Vite da Copertina. Cosa cambia con il tuo arrivo?

“Il programma andava in onda già lo scorso anno ed è sempre stato molto gradito dal pubblico. Però per come era narrata la vicenda sembrava più un documentario, che un programma di racconto. Ecco, con me arriva il racconto. Il programma porta il telespettatore a scoprire un personaggio, senza lo ‘spettegolamento’, le cattiverie o il gossip becero. Non è un programma di gossip, ma di storie da copertine appunto. Si conoscono i personaggi per le loro fragilità, le loro capacità, i loro dolori. Io mai avrei immaginato nella vita di occuparmi di Angelina Jolie, perché non rientra nella sfera dei miei interessi, però la storia di questa donna interessa anche a me”.

Ci saranno degli ospiti?

“Ci saranno degli opinionisti fissi – i giornalisti di Sky Alessio Viola e Barbara Tarricone e l’avvocato Alessandro Simeone -, ma non degli ospiti, perché non ci saranno discussioni o dibattiti. Non è un talk show il nostro”.

Vi occuperete anche di rivalità. Qualcuno potrebbe prendersela?

“Lo escludo, perché non c’è offesa nella nostra cifra narrativa. Noi rispettiamo le storie e le persone, non ci saranno acidità o cattiverie. Le rivalità fra i personaggi sono narrate da tutti i giornali, in questo programmo si cercherà anche di capire il perché di queste avversità”.

Lei ha avuto qualche rivalità con i suoi colleghi?

“Non soffro di rivalità perché non sono una competitiva. Sono ambiziosa, che è diverso. Non ho mai desiderato né la donna né la trasmissione altrui. Di scontri sul lavoro ne ho invece avuti tanti, soprattutto con i miei direttori. Lo scontro più pubblico è stato quello con Fabrizio Corona, ma ho cercato subito di metterlo a tacere, rifiutando le successive interviste sui giornali per alimentare lo scontro stesso. L’unico appello che faccio ai colleghi giornalisti è smetterla di dare spazio a questi personaggi”.

Sin dai tempi de L’Italia in Diretta lei ha presidiato il pomeriggio televisivo. Apprezza gli attuali contenitori pomeridiani della tivù?

“Devo confessarle un segreto: io non vedo quasi mai la televisione (ride, ndr). Il pomeriggio preferisco leggere, spesso vado nella libreria vicino casa e passo lì le mie giornate. Proprio davanti al tavolo dove mi siedo ogni giorno c’è una gigantografia di Groucho Marx, con questa frase: ‘Trovo la TV molto istruttiva. Ogni volta che qualcuno mette in funzione l’apparecchio, me ne vado nell’altra stanza a leggere un libro’. C’ha ragione, e dire che io la televisione la faccio e l’ho fatta con abbondanza”.

Crede nella funziona pedagogica della televisione? Deve insegnare qualcosa o solo intrattenere?

“A me la televisione ha insegnato molto. La mia infanzia, in un piccolo paese agricolo di umili origini, risale a 60 anni fa. La televisione allora era uno strumento che aveva soltanto donna Filomena, la mia vicina di casa, o il bar: lì ho visto le grandi sceneggiature come Il mulino sul Po, Pinocchio, I promessi sposi… Ho scoperto così la grande letteratura. A me ha dato moltissimo la televisione”.

Oggi?

“I tempi sono tremendamente cambiati. Ma non solo in tv. Anche sul fronte politico è così: si è passati dal linguaggio chiuso di Aldo Moro, al ‘vaffanculo’ di Beppe Grillo. Non spetta a me dire se sia cambiato tutto in bene o in male, ma so che c’è un minore rispetto e un minore peso delle parole. La parola oggi non pesa più: viene detta e basta”.

Tornerà anche da Chiambretti, stavolta su Rete 4?

“Certo. E’ lui che mi ha ridato la voglia di tornare a fare televisione. Con Piero ci si diverte da matti: si riesce a rendere il nulla davvero interessante. Ecco, quella è una televisione che guardo con piacere perché è una televisione intelligente. Ma non disdegno di andare ospite anche in programmi non intelligenti: ogni tanto mi diverte anche quello”.

C’è qualche episodio che la perseguita e che cancelleresti?

“Si riferisce alla maglia su Dalla? Non la cancellerei”.

Dico in generale.

“C’è un episodio che non perdono alla Rai e che m’indigna ancora. Quattro anni fa, uscita da qualche mese dal coma, mi chiamano come ospite a La vita in diretta di Franco di Mare e Paola Perego proprio per parlare della mia esperienza. All’autore avevo detto che la prima cosa che avevo fatto era fare un testamento in cui dicevo che non avrei voluto vivere da vegetale: loro sapevano le mie decisioni. Ero ancora sotto farmaci naturalmente, un po’ intontita, entro nello studio con altre due persone e un collegamento con la mamma di Max Tresoldi. Non mi presentano come persona uscita dal coma, probabilmente tutti avranno pensato che io fossi lì come giornalista. Tant’è, in collegamento la mamma del ragazzo racconta che dopo dieci anni dal coma il figlio non non poteva parlare, non poteva nutrirsi, non poteva muoversi, ma che percepiva tutto. Sono rimasta così spaventata dall’idea di vivere ‘murata viva’ dentro il mio corpo, come fosse la mia bara, che quando mi hanno chiesto il mio parare ho fatto un appello pubblico a mia mamma dicendo che non avrei voluto vivere così. Beh, mi hanno mandato fuori dalla studio e la Tarantola, allora presidente della Rai, ha onorato il suo nome: ha dato ordine a tutti i programmi di non ospitarmi e di non farmi mettere piede dentro la Rai”.

L’ha sofferta quella situazione?

“Nessuno mi ha difesa. L’Avvenire mi ha definita indegna di parlare e di pensare, e hanno scritto tante altre cattiverie. Se potessi tornare indietro rifarei tutto allo stesso modo, ma combatterei come una belva per riavere la libertà di parola che mi hanno tolto. Sono stata talmente male per quell’episodio che sono caduta in una depressione molto forte, sono entrata in un coma epilettico. Non volevo più vivere”.