Elite su Netflix dal 5 ottobre: scontri di classe in una scuola spagnola (con delitto)
Recensione in anteprima di Elite, seconda serie tv originale spagnola che riporta su Netflix alcuni attori de La Casa di Carta, un teen mystery drama in arrivo il 5 ottobre.
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La scuola ha ormai riaperto le porte da circa un mese e su Netflix si torna in classe con Elite, la seconda serie tv originale spagnola che arriva con la sua prima stagione da 8 episodi dal 5 ottobre.
Prodotta da Zeta Audiovisual, Elite prova a raccogliere l’eredità del successo internazionale di La Casa di Carta, serie tv non prodotta da Netflix (che ne realizzerà però la terza stagione) ma diventata famosa in tutto il mondo proprio grazie alla piattaforma di streaming. Proprio da qui Elite riparte prendendo in prestito tre attori María Pedraza, Miguel Herrán e Jaime Lorente che dalla zecca di stato si trasferiscono in una scuola d’Elite.
Al centro di Elite c’è infatti una scuola esclusiva spagnola, Las Encinas, dove studiano i figli dei ricchi e dei potenti di Spagna, ragazzi che vivono in una bolla fuori dalla realtà. L’arrivo di tre nuovi compagni squarcia questo velo di perfezione che li avvolge. I tre ragazzi sono figli della classe più povera, che dopo il crollo della loro scuola ottengono una borsa di studio per finire i propri studi a Las Encinas. La loro presenza rivoluziona le dinamiche interne tra chi li respinge e chi prova a conoscerli, ma quando sarà compiuto un omicidio i fari saranno tutti puntati su uno di loro. Ma sarà davvero andata così? O i figli della borghesia nascondono segreti ben più profondi e contorti?
A diciassette anni, come i protagonisti di questa serie tv, dovresti solo pensare a divertiti, ai primi amori, alle prime esperienze, a vivere la vita di un’adolescente e magari anche a studiare. Non se sei il protagonista di uno dei tanti teen drama in circolazione in tutto il mondo. In quel caso hai a che fare con omicidi, fenomeni paranormali, elementi soprannaturali, violenze, droghe, dipendenze: il diciassettenne medio di un teen drama ha la vita di un quarantenne, lavoro escluso. Elite ovviamente non è da meno. Vendendolo con il doppiaggio probabilmente si perde la cognizione di cosa si sta vedendo finendo nel mare magnum di un genere abusato come quello del teen mystery drama. Lo spagnolo è infatti la cifra caratteristica di questa serie tv, così come le sue ambientazioni tra i vicoli più popolari che rendono riconoscibile un angolo d’Europa a differenza della scuola o delle case dei ricchi che assomigliano più a dei non luoghi narrativi.
L’omicidio, che lo spettatore segue attraverso gli interrogatori dei ragazzi guidati da una detective (no, non è la stessa de La Casa di Carta), diventa un pretesto per raccontare le vite esagerate, estreme, sfrenate di questi giovani alle prese con emozioni più grandi di loro e già stanchi della vita al punto da cercare novità, nuove esperienze, nuove sensazioni. Tutto così carico, tutto così spinto, tutto così innaturale. Elite in questo rispetta pienamente il genere teen drama di cui fa parte e per questo non gli si può fare una colpa. Anzi, bisogna riconoscere come rispetto ad altri omologhi, Elite cerchi di inserire temi più alti, dalle malattie alla corruzione a quelle differenze di classe che impediscono magari a ragazzi meritevoli di avere un posto tra i potenti.
Nella sua natura di teen mystery drama Elite funziona. Il mistero appassiona, le storie dei ragazzi conquistano proprio per il loro rimandare a personaggi già visti, conosciuti. Gli appassionati del genere non resteranno quindi delusi e sicuramente l’algoritmo di Netflix saprà indirizzare questa nuova serie tv al pubblico più adatto.