Nomine Rai, la posta in palio ed il rinvio a settimana prossima
Nuovo rinvio per le nomine di direttori di reti e Tg
Frenata per la definizione delle nomine Rai che ieri, complice anche il pasticcio legato al decreto fiscale denunciato da Luigi Di Maio a Porta a porta, ha creato un clima non propenso affinchè i due vice premier trovassero una quadra sulle nomine della televisione pubblica.
Secondo quanto apprende TvBlog dunque tutto si sarebbe arenato e la definizione delle nomine scivola alla prossima settimana, probabilmente nella giornata di martedì, ma ormai fare previsioni su questa faccenda diventa particolarmente pernicioso, anche se va detto che per nomine di questo tipo in una azienda televisiva privata occorrono anche sei mesi . Sui nomi vi rimandiamo al nostro pezzo di ieri.
Detto questo, per raccontare in qualche modo quello che sta avvenendo in questi giorni sulla questione nomine Rai (ma la cosa riguarda non solo ovviamente l’attualità di questo tema) c’è venuta in mente una metafora legata ad uno degli avvenimenti folcloristici più importanti del nostro paese, il Palio di Siena, che qui vi riportiamo nella sua descrizione tratta da “wikipedia” :
Dopo il corteo storico (alle 19:30 a luglio, alle 19 ad agosto), i fantini escono a cavallo dall’entrone del Palazzo Comunale, ricevono il nerbo (tendine di bue essiccato per sollecitare il cavallo) e si portano nella zona della partenza, chiamata “mossa”. Il punto di partenza si trova all’altezza del vicolo della Costarella dei Barbieri, cioè nel tratto precedente alla Fonte Gaia. A questo punto il “mossiere”[22], giudice unico della validità della partenza situato su un palco detto “verrocchio”, riceve una busta contenente l’ordine di allineamento ai canapi, ossia due lunghe corde che delimitano la zona di partenza. Per accedere alla zona tra i due canapi, la corda posteriore è più corta ed è sorretta da un meccanismo chiamato “verrocchino”; in questo modo viene lasciato uno spazio attraverso il quale i cavalli fino al nono possono entrare e quello sorteggiato “di rincorsa” può determinare il momento di partenza[23].
L’ordine di ingresso è segreto fino all’ultimo momento, e viene determinato con un meccanismo automatico chiamato “fiasca”. Esso è composto da un tubo verticale che termina dentro un serbatoio. Prima che i cavalli escano dall’entrone, i “Deputati della Festa” (i fiduciari del Comune nominati di Palio in Palio, garanti e responsabili del corretto svolgimento di tutte le operazioni legate alla corsa) pongono dieci sfere di legno, detti “bàrberi”, raffiguranti i colori delle contrade partecipanti dentro il serbatoio, sul quale attaccano il tubo verticale dotato di dieci fori numerati. La “fiasca” viene poi agitata, così da far disporre casualmente le sfere, che vengono fatte scivolare nel tubo (nel frattempo coperto); il tutto viene poi sigillato. Nel momento in cui i cavalli e i fantini raggiungono la curva del Casato, il tubo viene scoperto e i sigilli vengono rimossi: l’ordine viene così appuntato su un foglio, fatto recapitare dal comandante della Polizia municipale direttamente al “mossiere” in piazza[24].
A questo punto il “mossiere” chiama le contrade dentro i canapi secondo l’ordine stabilito. La decima contrada resta fuori, essendo quella “di rincorsa”, che potrà entrare tra i canapi già al galoppo passando nello spazio fra il verrocchino e il lato esterno della pista, e dare così il via alla corsa. Di conseguenza chi decide il momento di inizio della corsa non è il “mossiere” ma il fantino del cavallo “di rincorsa”. La capacità del “mossiere” sta nel riuscire a percepire per tempo l’azione della rincorsa e sganciare con un pedale il canape anteriore posto davanti alla linea degli altri nove cavalli con il giusto tempismo; giudice insindacabile è il mossiere stesso.
Durante questa fase, è comune tra i fantini adottare strategie, porre veti incrociati, tentare di raggiungere accordi. I momenti prima della partenza sono infatti quelli in cui i fantini possono chiedere e cercare collaborazioni o aiuti ad altri fantini. Tutta questa attività è detta “fare i partiti”[25] Ogni fantino sa che deve cercare non solo le migliori condizioni per una buona partenza del proprio cavallo, ma anche cercare le condizioni sfavorevoli per le contrade rivali. Pertanto, una delle preoccupazioni della “rincorsa” è quella di partire nel momento in cui le contrade rivali sono nelle condizioni peggiori al canape. Tali operazioni di partenza a volte risultano molto lunghe e si possono protrarre anche fino al calare della sera. Se la mossa si protrae a lungo e la visibilità diminuisce eccessivamente, il Palio può essere rinviato al giorno successivo, come accaduto ad esempio nel luglio 1991; in questo caso viene esposta una bandiera verde dalla finestra del Palazzo Pubblico.
Immediatamente dopo la mossa (se valida) il mossiere abbandona la piazza e quindi non assiste alla corsa. Ciò avviene per ragioni di ordine pubblico
valida la partenza, prende il via la corsa. Il Palio viene vinto dal cavallo, con o senza fantino, dopo che per primo abbia compiuto tre giri della piazza in senso orario; la linea d’arrivo, segnalata da un bandierino, è nella stessa zona della partenza, pur non coincidendo esattamente (è leggermente più avanti rispetto alla mossa). In caso di arrivo di cavallo senza fantino, si parla di cavallo scosso. I fantini e i cavalli corrono con addosso rispettivamente il giubbetto e la “spennacchiera” con i colori della contrada.
Dopo la vittoria, i contradaioli festanti si precipitano sotto il palco dei Capitani a ritirare il drappellone, che sarà dapprima portato in chiesa (in luglio presso la Collegiata di Santa Maria in Provenzano, in agosto presso il Duomo) e poi conservato per sempre nel museo di Contrada. La Contrada festeggerà a partire dalla sera stessa e per settimane con una serie di cortei e cene nel proprio territorio (“cenini”).
D’altronde “la posta in palio” è davvero importante, quindi è giusto che si prendano il tempo che a loro occorre, dead line che ora sarebbe trasferita come detto a martedì prossimo, staremo a vedere e un grande in bocca al lupo al “mossiere” !.