Home Notizie Hell’s Kitchen Italia 2018: le mille sfumature di Cracco sono il piatto forte (ma meglio togliere le guarnizioni non edibili…)

Hell’s Kitchen Italia 2018: le mille sfumature di Cracco sono il piatto forte (ma meglio togliere le guarnizioni non edibili…)

La quinta stagione di Hell’s Kitchen debutta, quasi all’improvviso, su SkyUno questa sera: Carlo Cracco torna a guidare le brigate Rossa e Blu in tv.

pubblicato 6 Novembre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 20:11

Se c’è una cosa che ci ha insegnato Carlo Cracco in tanti anni di MasterChef ed Hell’s Kitchen è che tutto quello che c’è nel piatto deve essere edibile. Ci ha anche insegnato che un piatto può essere equilibrato, l’impiattamento ottimo, l’ingrediente principale ben esaltato, la composizione ben riuscita – anche se ottenuta da materie prime non straordinarie – ma che può bastare anche un solo dettaglio a rovinarne il gusto e a disturbare il palato.

Ecco, è proprio quello che è successo in questa prima puntata di Hell’s Kitchen: c’è stato quell’elemento in più, quel rametto di rosmarino negli spaghetti, quella foglia di alloro nel piatto, che rischia di mandare al macero tutto il lavoro fatto per presentare un programma top. Sarò pesante, ma per me l’elemento non edibile, e aggiungerei non digeribile, è stato l’inizio in stile parodia di Full Metal Jacket. In pratica come perdere autorevolezza e credibilità in un secondo, sacrificata all’altare di una trovata considerata evidentemente ‘simpatica’, ‘dissacrante’, ‘comica’. Ma tra il papillon mimetico di Luchino e i sous chef in tenuta militare, credibili come me braccio destro di Heinz Beck in cucina, non so davvero cosa mi abbia ‘interdetto’ di più.

Chiariamoci: Hell’s Kitchen è un ottimo programma. Lo è e lo resta. La versione italiana ha cercato negli anni una propria via, tagliata su Cracco e sulla sua ‘prima’ immagine, quella inflessibile conosciuta con MasterChef, e poi ha virato, puntando su un’altra caratteristica di Cracco, la dolcezza (sì, proprio la dolcezza) e il suo legame con i concorrenti. Cracco è uno scrigno croccante col cuore morbido di cioccolato, diciamocelo.  Le urla fanno scena, mentre gli sguardi ai concorrenti sono sinceri: i piatti che volano sono in fondo un ottimo espediente per scatenare reazioni. Se poi lo faccia anche nella sua cucina (quella in Galleria, non la Scavolini) non lo so, ma ho come la sensazione che sia uno che ghiaccia con lo sguardo e inchioda con lo sdegno, più che scompigliare i capelli con la tonsilla.

Che c’entra quindi il momento parodia? “Vabbé, ma è una battuta! Si fa per ridere…”. Ecco, io penso che come tutti i programmi, #HKIta stringa un patto narrativo con i telespettatori: lo stringe di anno in anno, di puntata in puntata, anche e soprattutto con le promesse fatte tramite promozione e paratesti. Mi prometti l’inferno e te ne esci con una sitcom? Anche no, tanto più che non ce n’è bisogno. Sentire poi Luchino dire che la ragazza al tavolo “è veramente bona” è proprio da uscita dal personaggio, scavallamento della bibbia,  rischio di salto dello squalo. Ma come? Il rigore e la precisione fatta persona che rinuncia a se stesso così?

 

Ok, sono pesante, lo so. Ma io resto dell’idea che Hell’s Kitchen sia una serie, che abbia i suoi personaggi e che eventuali evoluzioni debbano essere narrativamente ‘motivate’ e non calate dall’alto (come ne I Bastardi di Pizzofalcone, ma questa è un’altra storia). Il guaio è che ho come l’impressione che si pensi che l’addomesticamento italiano del format debba passare per la ‘commedia’ (o per il sentimento à la ‘i figli so’ piezz”e core’): ecco, no, almeno secondo il mio (assolutamente risibile) parere non è necessario perché non aggiungono niente al programma, anzi disequilibrano una cosa che funziona meravigliosamente com’è per la forza del format, per la cura nel montaggio e nella confezione (anche se l’audio nei confessionali questa volta ha fatto le bizze, cosa davvero anomala), per la potenza del padrone di casa.

Quell’introduzione così, quei siparietti fuori personaggio – fuori tono, fuori contesto – per me sono immangiabili: rappresentano il non edibile nell’impiattamento che vuole stupire, la spolverata di prezzemolo che macchia il piatto perché ‘dà colore’, l’affumicatura a effetto uscita male. Ma è la sostanza quella che conta. Una sostanza preparata tecnicamente bene e che fila benissimo, che appassiona e crea suspense e identificazioni, e non ha bisogno di inutili fronzoli che sembrano usciti da una riunione degli sceneggiatori de ‘Gli occhi del Cuore’ (AIV).  Hell’s Kitchen deve essere cattivo, deve essere spietato, deve avere tutte le sfumature di Cracco, deve essere glamour, deve essere ‘the place to be’, non una parodia di se stesso. Non se lo merita il format – e la sua confezione – e non ce lo meritiamo neanche noi. In un’Italia con sempre meno regole, almeno dateci la crudeltà di Hell’s Kitchen come punto fermo. E chiamate un esorcista per Luchino.

 

Ps. Sì lo so, tra anteprima e Luchino ‘fuori di sé’ siamo a 150 secondi scarsi su 90 minuti totali. Ma basta un pizzico di sale per buttare la minestra, eh. E non lo dico mica io…

Hell’s Kitchen Italia 2018, prima puntata in diretta

Hell’s Kitchen Italia 2018, anticipazioni prima puntata

 

Carlo Cracco torna in tv con Hell’s Kitchen Italia 5, al via questa sera – martedì 6 novembre 2018 – alle 21.15 su SkyUno e che seguiremo live su TvBlog.

La gara non cambia: 14 chef professionisti, inizialmente divisi in due Brigate – la Rossa e la Blu -, competono per un posto come Executive Chef in uno dei ristoranti dell’hotel 5 stelle J.W. Marriott Venice Resort & Spa, sull’Isola delle Rose nella Laguna di Venezia. Sous chef di Cracco ancora una volta Sybil Carbone (finalista della prima edizione) e Mirko Ronzoni (vincitore della seconda); confermato anche il maître Luca ‘Luchino’ Cinacchi. 

Tra gli ospiti di questa quinta edizione  Antonino Cannavacciuolo, Costantino della GherardescaLa Pina Cristiano Tomei.

Anche HK Italia prova la via del ‘casting’, o almeno di un semicasting. Per la prma volta, infatti, la prima puntata del programma vedrà una selezione all’ingresso per la definizione del cast della quinta edizione. Entrano in 20 ma ne restano solo 14, rigorosamente divisi tra 7 uomini e 7 donne. Per loro ci sarà anche il primo servizio della stagione, con qualche novità nella confezione e nella sostanza.

Hell’s Kitchen Italia 2018, il format

Hell’s Kitchen Italia 2018 è composto da 8 puntate 90′ ed è prodotto da Dry Media. #HKI è un programma di Paola Papa, Romina Ronchi, Luca Danesi, Ilaria Brosi, Jacopo Ghirardelli, Valentina Monti, Sergio Carfora, Vincenzo Maiorana, Mariachiara Salvi, Veronica Pennacchio, per la regia di Umberto Spinazzola. Il programma è realizzato con la partecipazione di Veuve Cliquot, Soffass, Siggi, Norda e Electrolux.

Hell’s Kitchen Italia 2018, come seguirlo in tv e in live streaming

Hell’s Kitchen Italia 5 va in onda ogni martedì dalle 21.15 su SkyUno HD ed è in streaming live su SkyGo. Il programma è visibile anche su Sky On Demand.

Hell’s Kitchen Italia 2018, second screen

Hell’s Kitchen Italia ha un sito dedicato e ha come hashtag ufficiale #HKIta. Il programma ha un account Twitter ufficiale, una pagina FB e un profilo Instagram.