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Nero a metà, prima puntata: L’apparenza inganna (e lo speriamo)

Claudio Amendola è il protagonista di questa nuova serie poliziesca di Rai 1 in 12 puntate divise in sei prime serate.

pubblicato 19 Novembre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 19:49

 

Difficile giudicare una serie dal pilot, ma si può discutere del pilot. In quanto tale, riserva la maggior parte del suo spazio alla definizione e alla presentazione dei protagonisti di questo Nero a metà, lasciando che si svelino poco alla volta, secondo uno schema molto americano. In questo senso, si sentono echi di una costruzione seriale americana per toni, tempi e modalità di svelamento delle vicende individuali dei personaggi, in un puzzle di cui si presentano progressivamente i pezzi. Magari la differenza sta nella grandezza di questi pezzi: in alcuni casi sembra di essere di fronte ai puzzle per bambini, quelli da sei maxi pezzi, in altri casi si percepisce più raffinatezza e si ha la sensazione di trovarsi almeno di fronte a un 5oo tasselli. L’ingresso in squadra di Malik, invece, è la tipica conclusione di un pilot poliziesco, con l’indagine che sembrava un unicum ma che si rivela la prima di una (lunga?) serie; nello stesso tempo l’incontro/scontro tra il ‘nero’ e Carlo pecca di un vizio tutto italiano, la diluizione ingiustificata di un equivoco sciolto prima ancora che si presentasse, ovvero la vera identità di Malik. Viene presentato come un’antagonista di Carlo, un sospetto spacciatore di colore, ma si sa dal paratesto che è il suo coprotagonista: la caccia di Carlo a quello che sarà il suo partner dura fin troppo (praticamente 50′) e inutilmente. Un peccato non da poco per la costruzione della storia, per la sua credibilità, per il suo ritmo. Tanto più che alla fine della puntata questa prima tensione si scioglie di fronte al ricordo del trauma dell’infanzia del giovane vice-ispettore.  Di certo le vicende personali dei personaggi – come si fa con i concorrenti di un talent – cannibalizzano il ‘giallo’ che si presenta peraltro confuso.

Il caso di puntata, infatti, procede per cerchi concentrici, non tutti chiarissimi, anche calati dall’alto: si parte dalla droga, si passa per l’ipotesi di una doppia vita, si inserisce a latere il racket degli affitti agli immigrati clandestini che poi si rivela il movente dell’omicidio e che ha a che fare con una donna misteriosa arrivata dall’Africa, che sembra utile non tanto al giallo quanto alla definizione del personaggio di Malik.

Piomba dall’alto anche la complicità tra Alba e Malik: un colpo di fulmine, evidentemente non ancora consapevole, lega i due ragazzi e sembra quasi lo facciano per far star male Carlo, che dal canto suo deve fare i conti, al momento senza neanche tanto pathos, con un mistero che sembra essere ‘risolto’ ancor prima di essere introdotto (cfr. lo scheletro misterioso che già alla fine della puntata viene ricondotto alla moglie scomparsa di Carlo).

Come pilot vuole, quindi, viene messa tanta carne al fuoco per ciascuno dei personaggi, che mostrano tratti piuttosto consolidati nel genere: l’unica ‘emozione’ viene dall’uso della N-Word, che dà un tocco di realismo in più, così come il blando comportamento pregiudizievole dei poliziotti di Rione Monti. Blando, perché siamo davvero al grado minimo del ‘politicamente scorretto’ (se proprio vogliamo vederlo), che altro non è che un espediente per esaltare la storia (esemplare) di Malik. La scena in cui ricorda il naufragio e la morte della mamma per l’affondamento del barcone vale la puntata: per quanto possa essere un background ‘banale’ (il nero arriva col barcone, di default) è un tentativo di creare empatia con un immigrato adulto, come tanti che sono oggi professionisti e lavoratori ma che continuano a vivere lo stigma ‘dell’immigrato’. Visti i tempi, siamo all’opera meritoria sul piano dei temi e dei contenuti rappresentati (meno magari sul piano strettamente narrativo). Interessante, su questo fronte, anche il richiamo al racket degli affitti agli immigrati irregolari, un flusso di denaro che fa da movente a un omicidio premeditato, un tentato omicidio e l’occultamento di due cadaveri.

Il resto sa di già visto (inclusa la fotografia dark di cui ormai sembra non si possa più fare a meno) e già intuito: la prossima settimana entra in gioco un nuovo personaggio, la nuova dirigente interpretata da Antonia Liskova, che subentra a Citran (il quale sembra destinato a salutare tutti alla seconda settimana) e che ha anche precedenti con Malik: questo almeno si è capito nell’anteprima della prima puntata, un teaser che però era più un riassunto della serie. Chissà che non lo si veda anche la prossima settimana come riassunto della puntata precedente e anticipazione della seconda.

Un pilot, quindi, riuscito a metà. Vedremo come procederà nelle prossime settimane.

Nero a metà, riassunto prima puntata

Prima puntata da 100′ che serve a introdurre storie e personaggi. L’ispettore Carlo Guerrieri (Claudio Amendola) del Commissariato Monti fa coppia fissa col collega Mario Muzio (Fortunato Cerlino), ha come superiore il dott. Elia Santagata (Roberto Citran), prossimo alla pensione, ha una figlia, Alba (Rosa Diletta Rossi) che ha cresciuto da solo dopo la morte della moglie e che fa il medico legale sotto la guida di una vulcanica e preparatissima professoressa Giovanna Di Castro (Angela Finocchiaro), che le consiglia sempre di non piegare le sue analisi ai desideri del padre. Carlo e Alba, infatti, lavorano spesso insieme e si incrociano anche in questo primo caso: tutto parte dall’intuito di Carlo che in un giro di perlustrazione cerca di arrestare alcuni spacciatori. Uno, di colore, con un cappuccio in testa, riesce a sfuggirli dopo averlo atterrato, mentre Mario si blocca improvvisamente nel mezzo dell’azione senza riuscire a muoversi. Anche un altro spacciatore riesce a fuggire mettendosi alla guida di un furgone frigo, dal quale cade un cadavere surgelato.

Inizia quindi un’inchiesta di omicidio, mentre parallelamente Carlo è deciso a vendicarsi di quel nero che ha avuto l’ardore di scappargli dalle mani con un’indagine tutta privata.

La vittima è Quintino Rettori, proprietario di un’azienda di surgelati all’ingrosso in difficoltà. Alla guida del furgone in cui era rinchiuso si scopre esserci stato il braccio destro, Di Giacomo, che si serviva dell’automezzo dell’azienda per spacciare.

Sembra quindi un caso facile: l’aiuto deve aver ucciso il capo quando ha scoperto che spacciava. E seguendo il misterioso nero, Carlo si trova proprio sulle tracce di Di Giacomo: li intercetta durante uno scambio di droga. Non sa che anche i colleghi poliziotti e la DIA stanno indagando e così si ritrovano tutti addosso al nero e a Di Giacomo: Carlo scopre così che il nero è un vice-ispettore della DIA, Malik Soprani (Miguel Gobbo Diaz), e che la sua operazione gli ha fatto saltare la copertura.

A questo punto, traffico di droga e omicidio si intrecciano e il dirigente del Commissariato decide di affidare il caso a tutti e due: forma così una nuova coppia, con qualche risentimento da parte di Mario. Vista la doppia figuraccia fatta, Carlo non sopporta Malik, anzi gli sta ancora più antipatico quando capisce che gli piace Alba, ormai prossima a trasferirsi a casa del fidanzato.

Le indagini procedono, ma Di Giacomo non c’entra nulla: ci si concentra piuttosto sugli abiti da donna trovati nello spogliatoio dell’azienda. Si pensa a un’amante, ma presto si scopre che Rettori ospitava una donna, Monique, arrivata dalla Tanzania per cercare il marito e il fratello che lavoravano da lui, ma che lui aveva dovuto licenziare vista la crisi. Insieme si erano messi sulle tracce degli uomini, che – si scopre – avevano trovato ospitalità, a pagamento, in un palazzo occupato di proprietà di tale Fiorito, implicato nel racket degli affitti agli irregolari. Per incastrarlo, Malik rischia la vita: Fiorito, infatti, ha prima nascosto i cadaveri dei due uomini e poi cerca di annegare Malik. Il ragazzo ricorda così il suo arrivo in Italia, quando il suo barcone si rovesciò e lui fu salvato dalla Guardia Costiera, ma vide morire la mamma. Scopriamo così che il ragazzo è stato adottato, dopo aver vissuto per qualche tempo in una casa famiglia dove la mamma adottiva ancora lavora. Carlo capisce così che c’è un trauma nella vita di questo ragazzo, che non è ‘un nero’, ma che inizia a guardare davvero come un collega. In più Malik era solo in prestito alla DIA, quindi Santagata lo richiede in forze al Commissariato Monti: Carlo e Malik si avviano ad essere una nuova coppia.

Ma c’è un mistero anche nella vita di Carlo: la moglie è morta in circostanze misteriose, anche se Alba ancora non lo sa. La situazione precipita quando viene ritrovato uno scheletro durante gli scavi di un cantiere edile. Su questi resti lavora proprio la professoressa Di Castro. Ma la verità inizia a venire a galla: accanto allo scheletro è stato trovato un braccialetto, che apparteneva proprio alla moglie di Carlo. Cosa sarà successo?

Nero a metà, diretta prima puntata

Nero a metà, anticipazioni puntata 19 novembre 2018

Dopo Alessandro Gassmann tocca a Claudio Amendola investigare nel prime time del lunedì di Rai 1: debutta questa sera, lunedì 19 novembre 2018, Nero a Metà, una coproduzione Rai Fiction e Cattleya (la stessa di Gomorra e Suburra), con la partecipazione di Netflix. La regia è di Marco Pontecorvo (L’oro di Scampia, Lampedusa), mentre il protagonista è, come detto, Claudio Amendola nel ruolo di Carlo Guerrieri, affiancato da Miguel Gobbo Diaz nei panni del giovane collega Malik Soprani, poliziotto di colore e italiano d’adozione che peraltro si innamora della figlia di Carlo, Alba (Rosa Diletta Rossi), medico legale nello stesso Commissariato, quello del Rione Monti.

Nero a metà, la trama

Nero a Metà viene presentato come

“un poliziesco metropolitano che si inserisce nel solco del genere crime-poliziesco per reinterpretarlo in chiave tutta  italiana, portando sullo schermo il ritmo e la vitalità della Roma di oggi in tutta la sua ricchezza e diversità”.

Al centro della storia due poliziotti diversi  per carattere, studi, provenienza e colore della pelle: da una parte c’è il romanissimo Carlo Guerrieri (Claudio Amendola), che ha l’Esquilino nel sangue anche se ora non lo riconosce più, e dall’altra Malik Soprani (Miguel Gobbo Diaz), figlio del multiculturalismo che ormai caratterizza i dintorni di Piazza Vittorio.

Carlo è un bravo poliziotto ma testardo e ribelle, due caratteristiche (non nuove per il protagonismo fictional) che non gli hanno permesso di fare la carriera che avrebbe meritato; Malik ha circa 30 anni, è stato il primo del suo corso in Accademia, è perfettino, modaiolo e tecnologico. Due modi diversi di investigare che in coppia funzionano benissimo. A dividerli, però, ci si mette il medico legale Alba (Rosa Diletta Rossi), la figlia che Carlo ha cresciuto da solo, senza una moglie, scomparsa misteriosamente un giorno di tanti anni fa; anche lei lavora al Commissariato e sta per andare a vivere col suo fidanzato Riccardo (Giulio Cristini), ma Malik mette gli occhi proprio su di lei.

Anche Carlo ha una relazione da anni con Cristina (Alessia Barela), la proprietaria dell’edicola sotto casa sua che però è sposata; nel passato dell’uomo ci sono dei segreti che l’arrivo della nuova dirigente potrebbero riportare alla luce.

Nero a metà, i personaggi

Oltre a Carlo Guerrieri (Claudio Amendola), Malik Soprani (Miguel Gobbo Diaz), Elia Santagata (Roberto Citran), Alba (Rosa Diletta Rossi), Riccardo (Giulio Cristini) ci sono altri personaggi che si muovono intorno al Commissariato del Rione Monti e li elenchiamo in basso:

  • Mario Muzo (Fortunato Cerlino), migliore amico di Carlo e sovrintendente capo;
  • Cinzia Repola (Margherita Vicario), poliziotta incinta;
  • Marco Cantabella (Alessandro Sperduti), l’agente impacciato;
  • il dirigente Elia Santagata (Roberto Citran), alle soglie del pensionamento;
  • Prof.ssa Giovanna Di Castro (Angela Finocchiaro), genio della medicina legale e mentore di Alba;
  • Micaela Carta (Antonia Liskova), la nuova dirigente della Squadra Mobile del Commissariato Rione Monti;
  • Alice Soprani (Sandra Ceccarelli), madre adottiva di Malik.

Nero a metà, anticipazioni prima puntata: L’apparenza inganna

La prima puntata sembra presentarsi come un pilot di 100′ almeno a leggere la sinossi.

Carlo Guerrieri (Claudio Amendola) è un Ispettore di Polizia ormai stanco, uno a cui la vita non ha fatto sconti. Il Commissariato è diventato la sua casa, la squadra la sua famiglia: Muzo (Fortunato Cerlino) e gli altri lo temono e lo rispettano come un padre e lui ricambia con un sarcasmo puntuale ma affettuoso. Sotto la scorza da duro Carlo ha un cuore docile che batte soprattutto per la figlia Alba (Rosa Diletta Rossi), cresciuta sola con lui e con cui ha un rapporto strettissimo.

E proprio Alba sta per dargli un dolore: ha deciso infatti di andare a convivere con il fidanzato Riccardo. Una distanza fisica di soli cinque minuti che però Carlo vive come oceanica. Per fortuna sua figlia è anche medico legale ed è chiamata a collaborare con la Polizia sul caso di un uomo trovato morto in un furgone frigorifero. Guerrieri ne è felice e orgoglioso. Ma il caso non è semplice e, a complicare ulteriormente le cose, nel corso delle indagini fa il suo ingresso in Commissariato un giovane poliziotto di colore fresco di accademia: il vice ispettore Malik Soprani (Miguel Gobbo Diaz). Tra lui e Carlo è incompatibilità a prima vista.

Pur tollerandosi a stento, Carlo e Malik devono continuare a lavorare insieme e le indagini li portano in contatto con una comunità di immigrati clandestini: una realtà complessa e non esente da pericoli. Difficoltà di cui Malik, però, testardo e puntiglioso come sempre, sembra non voler tenere conto.

Nel frattempo l’attrazione che il giovane poliziotto ha manifestato fin da subito nei confronti di Alba si fa sempre più palpabile e non tarda ad arrivare agli occhi e alle orecchie di Carlo, la cui gelosia per la figlia è nota a tutti.

Ma c’è qualcos’altro a turbare il Commissario Guerrieri: un segreto del suo passato che minaccia di riaffiorare con la forza di una tempesta.

Nero a metà, la fiction

Nero a Metà è diretto da Marco Pontecorvo, ma nasce da un’idea di Giampaolo Simi e Vittorino Testa; soggetto di serie di Francesco Amato e Giampaolo Simi, coordinamento editoriale di Donatella Diamanti; fotografia di Vincenzo Carpineta. Come già detto, la serie è una coproduzione Rai Fiction e Cattleya, con la partecipazione di Netflix. La Rai è sempre più proiettata verso le nuove produzioni internazionali, quindi.

La serie è composta da 12 puntate da 50′ trasmesse in 6 prime serate.

Nero a Metà, come seguirlo in tv e in live streaming

La serie andrà in onda il lunedì, salvo variazioni pre-natalizie, in prima serata su Rai 1. La sesta e ultima puntata è prevista, al momento, per il 24 dicembre, data improbabile per una fiction in prima tv. Vedremo, quindi, come riprogrammeranno la serie per evitare il periodo ‘caldo’ delle Strenne.

Nero a Metà, second screen

L’hashtag ufficiale non può che essere #NeroaMetà.

 

Foto di Claudio Iannone.