La7, la diretta è diventata un problema. Gruber e Floris non sono più sul pezzo
L’attentato di Strasburgo avvenuto all’ora di cena ha messo in luce i limiti di La7, che da diverso tempo tende a registrare e ‘preconfezionare’ i suoi talk. Otto e mezzo ha bucato totalmente la notizia, mentre Di Martedì ha rimediato, faticosamente, in corsa
La7, abbiamo un problema. Un problema un tempo impercettibile, ma che ora si è trasformato in un vero e proprio macigno. Come una palla di neve in discesa, che rotola, rotola, rotola, fino a diventare un ammasso gigante.
L’ammasso in questione si chiama ‘registrazione’, pratica che la rete di Andrea Salerno sta attuando da diversi mesi. Come spesso accade però, il problema è l’esagerazione. Sì perché La7 registra tanto, registra spesso e, soprattutto, registra nelle fasce orarie nelle quali sarebbe il caso di mantenere le antenne dritte e le finestre aperte sul mondo.
Si prenda ad esempio l’access prime time. Otto e mezzo, seppur leader negli ascolti, colleziona buchi a raffica a causa della mancata diretta. L’ultimo in ordine di tempo martedì, quando la notizia dell’attentato terroristico a Strasburgo è stata lanciata dalle agenzie proprio al momento della sigla del programma di Lilli Gruber. E mentre Stasera Italia forniva aggiornamenti in diretta e il Tg2 allungava la sua edizione serale, su La7 si discuteva del congresso del Pd assieme a Graziano Delrio.
Il clima surreale si è prolungato fino alle 21.15, quando il testimone è passato a Di Martedì che, se possibile, ha reso la pezza peggiore del buco. Giovanni Floris ha infatti alternato blocchi pre-confezionati a parentesi in diretta all’interno delle quali Laura Gobetti forniva dalla redazione aggiornamenti sulla situazione francese.
Il risultato? Un effetto di totale disorientamento, con le immancabili copertine di Gene Gnocchi e il dibattito sulle pensioni d’oro alternati al conteggio dei morti e dei feriti. Ed è successo persino che Floris si sovrapponesse a se stesso, dato che ad un certo punto la regia ha sfruttato la messa in onda di un servizio per ‘tranciare’ il rientro in studio del conduttore, sostituito da quest’ultimo – stavolta in diretta – che si ricollegava con la Gobetti.
Gli applausi – sempre troppi, ma non è una novità – hanno aiutato ad ‘ammorbidire’ gli anelli di congiunzione di una trasmissione che si sta sempre di più allontanando dalla strettissima attualità, rendendo così impossibile le variazioni di toni e scalette.
Una rete che si è più volte vantata di sostituirsi al servizio pubblico sul fronte informativo rischia così di smentire la sua missione. La concorrenza morde e il timore fondato è che La7 si sia seduta sugli allori. Sarà il caso di rialzarsi?