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Annalisa Manduca a Blogo: “Torno a condurre in tv con L’ora della salute su La7”

Leggi l’intervista di Blogo alla giornalista che a distanza di 14 anni torna a condurre in tv un programma dedicato alla medicina

pubblicato 15 Dicembre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 19:00

Sono particolarmente onorata di essere stata scelta. L’ora della salute è per me una ulteriore occasione non desiderata ed una sorpresa. In questi anni io non ho cercato la televisione e la televisione non ha cercato me; è stata mia figlia ad aiutarmi ad accettare la proposta. Con internet siamo tutti un po’ troppo informati. C’è quindi la necessità – e il dovere – di mettere un po’ di ordine. C’è bisogno di una trasmissione medico-scientifica che rimetta al centro linguaggi, credibilità della scienza, rigore e serietà e restituisca fiducia al cittadini“.

Così Annalisa Manduca racconta a Blogo il suo ritorno in tv da conduttrice a distanza di 14 anni. L’autorevole giornalista scientifica, infatti, da domani sarà al timone di L’ora della Salute, il programma settimanale di La7 dedicato ai progressi della medicina, alla ricerca scientifica d’eccellenza e alla prevenzione. Messa in onda del progetto editoriale di Fondazione Umberto Veronesi e Teva Italia (azienda farmaceutica multinazionale impegnata nella commercializzazione di farmaci equivalenti e specialistici) prevista ogni domenica alle 12.50:

È un programma che rimette al centro la scienza, il grande valore della ricerca e pone con un linguaggio efficace temi medico-scientifici all’attenzione di tutte le persone.

La Manduca, che quando aveva 23 anni fu scelta da Biagio Agnes per condurre Check up, il programma di divulgazione medico-scientifica di Raiuno, in onda il sabato mattina, si dice consapevole del fatto che molto dal punto di vista televisivo sia cambiato:

Parlare di medicina oggi in tv, rispetto a quegli anni (a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta, Ndr) è un altro pianeta. Quando ho iniziato io, dire in televisione la parola ‘cancro’ era molto difficile. Portava con sé poca speranza e il timore di non poter vivere ancora per molto. Oggi la scienza ci sta dando risultati eccezionali, ci fa guardare al futuro, ci fa guardare all’immunoterapia e al controllo dei tumori. Stiamo vincendo la battaglia, anche se siamo ancora in corsa.

In questi anni di assenza dal piccolo schermo, “sono diventata mamma, ho fatto a livello personale un sacco di cose che mi hanno arricchito e da 14 anni lavoro a Radio 1“:

A L’ora della salute porto un grande ritmo che mi ha insegnato la radio, un linguaggio efficace e diretto, la capacità di intervistare i grandi medici. Quando si diventa grandi si diventa più concreti. Ho voglia di rappresentare le persone che vogliono sapere, che vogliono avere informazioni in più.

Accettare la proposta di tornare in tv a condurre non è stato poi così immediato e semplice:

In questi 14 anni di radio ho cresciuto una figlia e questo, un privilegio, mi ha arricchito molto come persona. Non penso che chi viva la maternità non debba fare altro, ma a me è successo così. Mi sono occupata di altro. Né io né la televisione ci siamo cercati, mettiamola così. Qualche cosa piccola c’è stata, anche intensa e di qualità, ma non pensavo di tornare a fare la conduttrice di un programma di salute. La proposta di L’ora della salute mi ha lusingata. Avendo vissuto un lungo periodo di silenzio, qualche dubbio l’ho avuto, ma mia figlia mi ha aiutato, mi ha fatto trovare il coraggio di accettare. Poi, Fondazione Umberto Veronesi e Teva Italia sono garanzie di alto profilo, così come La7. Se mi fossi sottratta sarei stata folle. Il futuro? Se dovessimo incontrare il gradimento del pubblico, sarei pronta a continuare l’esperienza con L’ora della salute.

Equilibrato il giudizio della giornalista su come la televisione oggi tratti i temi a lei più cari:

La medicina ha avuto negli ultimi anni la forza di fare ascolti, è innegabile, il racconto dei vaccini ne è l’emblema. Io sono amica di tutti coloro che oggi sono alla guida di programmi di riferimento, da Michele Mirabella a Vira Carbone. Ognuno ha il suo racconto, il suo pubblico, la sua verità. Non mi permetto né di giudicare né di valutare. Io in questi anni ho fatto la mia partita alla radio con la quale ho intercettato un pubblico attento.

Incalzata sull’evidenza che i temi della medicina e della scienza negli ultimi tempi hanno trovato spazio in televisione secondo declinazioni più ‘pop’, la Manduca, anche a proposito delle polemiche per il caso delle staminali a Le Iene, si sbilancia un po’ di più:

Quando le cose sono fatte bene, con onestà intellettuale, serietà e rigore, vanno bene. Le persone devono avere la possibilità di approfondire. Non demonizzo nessuno, ognuno fa la sua parte, con il suo stile. La pluralità di voci è utile, è un’opportunità. Quanto a Le Iene, loro sono fatti così: qualche volta sono determinati e precisi nelle loro denunce, qualche volta sono andati un po’ oltre, ma lo sanno anche loro.

La7