A Pomeriggio 5 si parla di immigrazione con Francesca Cipriani e Biagio d’Anelli
Nel salotto di Canale 5, il dibattito politico si infila tra un pettegolezzo e l’altro.
Passi Nadia Rinaldi ipnotizzata da Giucas Casella, passi la Marchesa d’Aragona che parla con un cane di peluche, passi pure Manuela Villa che urla come un’ossessa al farmacista Alberico Lemme. Ma se agli opinionisti di professione che frequentano abitualmente Pomeriggio 5, tra le trasmissioni di punta della sua fascia, viene concesso di discutere senza freni dei temi caldi dell’agenda politica, bisogna correre ai ripari.
È accaduto oggi nella trasmissione timonata da Barbara d’Urso, che ha intervistato Francesca Cipriani a proposito di un furto che questa ha subito recentemente a Milano. La soubrette ha dichiarato che, secondo quanto rivelatole dalle forze dell’ordine, gli scippatori non sarebbero né di nazionalità italiana, né in possesso di regolare permesso di soggiorno.
Un passo indietro: subito dopo il furto, l’ex-naufraga de L’Isola dei Famosi aveva commentato il resoconto della polizia sui social e scritto al vicepremier Matteo Salvini per congratularsi per la linea politica adottata per i rimpatri degli immigrati irregolari:
Sono appena stata derubata a Milano. Tutti i documenti più i soldi. A chi è stato auguro davvero il peggio. Bravo Matteo Salvini. Sbattili tutti fuori questi delinquenti e non farli più entrare in Italia. Sei un grande.
Oggi, davanti alle telecamere della d’Urso, la Cipriani ha replicato a chi l’ha accusata di razzismo per le parole rivolte al vicepremier, sottolineando nuovamente che chi vive in Italia senza averne diritto è un criminale e merita quindi di essere cacciato oltre i confini italiani. A seguire, la filippica contro gli immigrati della soubrette, nota per il suo temperamento fumantino e non di certo per le sue dissertazioni di geopolitica, che non è stata esente da evidenti bufale: “solo l’1% dei delinquenti è italiano alla Stazione Centrale, gli extracomunitari arrivano a guadagnare 40mila euro al mese“, rivela alla conduttrice, apparentemente per bocca di uno dei poliziotti che l’ha assistita.
Non è mancato il carosello di tormentoni populisti, drammaticamente acchiappa-applauso: “alcuni vengono qui non per lavorare, ma per rubare“, “abbiamo già i delinquenti italiani, apriamo le porte a quelli stranieri“, “uno con il machete ha ammazzato tre persone, a casa!“, “stiano al paese loro“, “non abbiamo noi il lavoro, lo diamo a loro?“, “le nonnette vengono derubate della pensione di 400 euro, vengono buttate a terra“. Ad alternarsi nella lectio magistralis in sicurezza globale, anche gli illuminati politologi Biagio d’Anelli, Francesca de André e Riccardo Signoretti, che pur entrando in conflitto con la soubrette, niente concretamente fa per mettere un punto alle urla e all’imbarazzo diffuso. Anche la moderatrice d’Urso ha lasciato che per sei minuti la trasmissione assumesse dei toni non di certo da finestra di intrattenimento, intervenendo timidamente solo alla fine, a frittata cotta. “Non vorrei che passasse il messaggio…“, troppo tardi.
Mescolare nella stessa cornice gossip e informazione, cronaca rosa e dibattito politico, rende i limiti di entrambi i discorsi così fragili che il telespettatore a casa rischia di non comprendere più quale sia il pettegolezzo e quale il dato reale. È compito di chi coordina la discussione marcare, se ne ha interesse, che ogni asserzione debba essere suffragata da prove tangibili: d’altronde, è la stessa conduttrice che, anche quando si parla di eredità contese o di chirurgia plastica, ricorda di essere sotto testata giornalistica e di dover restituire oggettività alle dichiarazioni lanciate in diretta. Perché si può scherzare con i fanti, pure con gli amanti, ma coi santi…