Adriana Volpe e il Profumo (acerbo) d’Estate su Rai 2
L’analisi della prima prova autoriale della conduttrice trentina.
Tempo di nuove sfide per Adriana Volpe. La conduttrice trentina tornerà al timone di Mezzogiorno in Famiglia il prossimo 29 settembre, ma già dal 20 il pubblico di Rai 2 potrà vederla in prima serata col collega Marcello Cirillo nella nuova stagione di Pechino Express. Ai due impegni autunnali se aggiunge poi un altro, che ha tenuto occupata la bionda nelle scorse settimane: parlo di Profumo d’estate, prima prova autoriale per la presentatrice, che ha ideato, scritto e condotto la trasmissione, in onda ogni sabato per tre settimane su Rai 2.
Contenitore di servizi legati tra loro dal filo rosso che è appunto la bella stagione, il programma trova nell’immagine della boccetta di profumo il suo emblema. Quasi a voler realizzare il sogno utopistico di affidare all’estate un’essenza e di diffondere attraverso lo schermo la fragranza spruzzata davanti all’occhio della telecamera – il programma prevede il branded content di un profumo -, Adriana Volpe cerca di prendere per l’olfatto lo spettatore sin dalla sigla di testa. E se parliamo di testa ed odori, appare inevitabile ripercorrere ordinatamente le note della trasmissione come se fosse un vero e proprio profumo.
Riprendiamo dalle note di testa, quelle che nei profumi risaltano subito alle narici e che in questo caso rappresentano tutti gli elementi di contorno, come quelli grafici. Il carattere bianco adottato per il titolo e i cartelli in sovraimpressione segna la quadra della trasmissione: piatto, che strizza l’occhio al trendy coi puntini sulle “i” maiuscole. Oserei dire quasi dozzinale. Peccato, perché l’impianto visivo che sorregge la trasmissione e fa da sfondo alle rubriche sarebbe stato degno di un compartimento grafico più curato. D’altronde, le aspettative erano alte, tanto che proprio in un’intervista a Tvblog la trentina aveva dichiarato:
C’è stato un investimento produttivo importante, pur non pesando affatto sulle casse della Rai perché si tratta di un branded content. Quando vedo programmi estivi, vedo sempre progetti al risparmio perché non c’è mai budget. Invece noi abbiamo fatto davvero le cose in grande, ma per la Rai è un programma a costo zero.
La sigla di apertura, curata dal maestro Adriano Pennino, fa rimpiangere il motivetto divenuto celebre della scorsa stagione di Domenica In e non rende giustizia alla statuaria bellezza di Adriana Volpe, protagonista indiscussa con i suoi costumi interi. Il popolo della notte riconoscerà in quella cornice luminescente, frastagliata e variopinta le atmosfere mistiche di Sorgente di Vita, programma della terza serata di Rai 2.
Dissolte nell’aria le note di testa, ecco che emergono quelle di cuore, i fiori di quest’antologia estiva: le rubriche. In principio della prima puntata – slittata a sabato scorso a causa degli eventi di Genova del 14 agosto -, la Volpe mette subito in chiaro le cose col proprio pubblico: gli ospiti con cui si relazionerà costituiscono “un team vincente“, pronti a dar vita ad uno spettacolo “ricco di rubriche interessanti e dinamiche“. È il colpo del boomerang dell’asticella tirata in alto, che se da una parte indica la dedizione che la conduttrice ha dimostrato nella realizzazione del programma, dall’altra funge da metro di giudizio alle scene che seguono. Un azzardo, perché pur sempre di prima assoluta parliamo, anzi, di prima di una prima! Le rubriche non sono fuori fuoco, ma sembrano tutte avvolte da quella patina di già visto, di già troppo visto, tanto che sembra di conoscerne il contenuto ancora prima di averle viste.
La scuola è inevitabilmente quella di Michele Guardì, il regista alla cui corte la Volpe soggiorna ormai da quasi 20 anni, e lo si riconosce anche nei nomi degli spazi, annunciati da una agenda virtuale proveniente da qualche polveroso baule dei ricordi: S.O.S. Cane è la versione in villeggiatura dello S.O.S. 4 Zampe de I Fatti Vostri. Anche gli ospiti sono quelli che gravitano spesso intorno agli studi di Via Teulada, dal compagno di schermo Massimiliano Ossini al colonnello Laurenzi per le curiosità metereologiche. Profumo di Comitato. Due guizzi inattesi quelli delle spalle comiche Valentina Persia e Andrea Pellizzari, volti di produzioni Mediaset del passato e che contribuiscono ad alimentare quell’atmosfera nineties che permea la trasmissione sino agli ultimi secondi di messa in onda, con “i dietro le quinte che non dovevate vedere“.
Note di fondo, l’impalcatura del prodotto: la Volpe è cresciuta come donna di spettacolo, televisivamente parlando, a cavallo tra i due millenni, e si sente. Passata dall’altra parte della telecamera, ha confezionato un prodotto che pesca dalla propria storia professionale – nessuno però ha urlato sirenetta Adriana! -, dal Tg delle vacanze di Zuzzurro e Gaspare e dalla moda degli ultimi: i tutorial alla Detto fatto. Una scelta solo apparentemente comoda quella di svecchiare un genere spolpato a destra e sinistra, perché leggerezza e creatività spesso non riescono a camminare all’unisono in televisione. La sfida è vinta a metà: la miscela dei generi dà vita a un’eau de toilette che mira ad essere un’eau de perfume, senza troppo riuscire nell’intento. L’essenza, nella sua struttura, appare ancora troppo acerba per poter essere riproposta in chiave invernale: rimarrà una parentesi di fine estate o si passerà dai pareo alle pellicce?