Un po’ freak show, un po’ contenitore classico, un po’ una Corrida di narcisisti, un po’ grimaldello per argomenti mediamente sconosciuti: Italia Sì si muove su un terreno incerto in questa prima puntata che restituisce la sensazione di una costruzione male amalgamata e appesantita da un clima di forzata leggerezza che spero essere figlia dell’emozione del debutto. Italia Sì si è presentato in questo sabato pomeriggio di metà settembre al pubblico di Rai 1, che aveva sì voglia di ritrovare lo stile di Liorni ed è rimasto forse un po’ spiazzato fin dalla sigla, una versione dell’Inno di Mameli che non sarà ricordata per la sua bellezza. L’ inattesa esibizione canterina del conduttore, non proprio armoniosa diciamo, avrà acuito l’effetto straniante. Però è il suo modo per mettersi subito in gioco, per metterci subito la faccia in questo programma che, ahimé, non ho ancora capito dove vuole andare.
E’ evidente la volontà di lasciare la parola al pubblico, ma l’operazione è di per sé rischiosissima. Vero è che questa prima puntata è servita a mostrare ‘il meccanismo del gioco’ e invitare i potenziali protagonisti a salire sul podio, offrendo quindi una varietà di storie più esemplificative che esemplari. Marco Liorni ce la mette tutta per convincere il pubblico, ma non basta. La scelta delle storie, la trattazione talvolta troppo leggera, l’alta probabilità di fraintendimento lo rendono un programma altamente infiammabile per gli argomenti portati all’attenzione del pubblico in studio, oltre che a casa.
“Immigrati, amate l’Italia” e la discriminazione curvy (che aprono e chiudono la puntata) sono polveriere di luoghi comuni e di dibattiti da piazze populiste che possono sfuggire facilmente di mano, soprattutto se il tono che si vuole tenere è quello della leggerezza. E possono essere facilmente strumentalizzati. L’immigrato che racconta di un arabo che ruba, la mamma che cerca la verità sulla morte del figlio leggendo 7000 pagine di atti processuali e fa un unico fascio di Ustica e Genova rischiano di abbattere la complessità e appiattire sull’indignazione, quella che il racconto à la Liorni ha sempre evitato.
A tratti mi sembra di essere sulla timeline di una pagina Facebook di qualcuno che non è tra i miei amici: la canzoncina, la nonnina sprint, il sosia che vuole una trasmissione tv dedicata alla categoria, il commento indignato, la testimonianza rafforzativa, la risposta sdrammatizzante, anche la gif del conduttore sorridente. Tutto in rapida successione, col rischio che la sensazione finale sia quella di un “tutti parlano”, ma nel senso di dar fiato alla bocca. A tratti il podio, inteso come espediente narrativo, sembra essere quasi fuori controllo. Dopo un inizio in questo senso spiazzante, c’è bisogno di(tanta) volontà per restare e grattare sotto la superficie: ed è solo grattando un bel po’ che si arriva al racconto alla Liorni che piace. Lo spazio al fenomeno dell’hikikomori, l’applicazione per valutare la salute dalla voce, la sorpresa/ospitata del (davvero simpaticissimo) marito di Maria Grazia Cucinotta, il crollo della Torre di Genova nei giorni in cui tutti invece parlano del ponte, dimenticando la tragedia di 7 anni fa: una scelta che testimonia la voglia di raccontare altro rispetto alla concorrenza, o quantomeno da un taglio diverso rispetto a quanto offerto altrove.
Tra spigolature e curiosità, storie difficili e fenomeni attuali, Italia Sì vuole forse essere un ‘digest’ dell’attualità, esplorata attraverso le testimonianze della gente comune. I toni leggeri e i microfoni aperti al pubblico, però, sono una combinazione esplosiva, da maneggiare con estrema cautela: non c’è contraddittorio e forse questo è il problema più grande. Si accetta tutto, con fiducia. I consiglieri tendono ad avallare e non contrastare. In questo senso l’unico che equilibra è Mauro Coruzzi (di cui amo subito il fiocco rosso a sostegno della lotta contro l’AIDS): è lui che instilla il dubbio, che cerca di andare oltre il fatto spicciolo, che crea il dibattito. Un’operazione questa in cui Liorni è sempre stato molto bravo, ma che qui usa cum grano salis, più attento al suo ruolo di padrone di casa che a quello di interlocutore. Ho apprezzato, in questo senso, il saluto alla mamma della vittima del crollo della torre di Genova per mitigare la sua requisitoria contro una ‘giustizia ingiusta’: “Lo Stato è anche quello che indaga e che va al secondo processo, non solo quello che ha emesso la prima sentenza” dice accompagnando la signora fuori dallo studio. Ultimo baluardo alla chiosa sul genere “E i politici che fanno?”.
Coruzzi, quindi, si rivela un ingrediente essenziale per guidare una macchina che può sbandare a ogni curva. La triade di consiglieri ha così il suo ‘contestatore’, la sua ‘analista’ (una Elena Santarelli che segue con attenzione e interviene con precisione) e la sua quota ‘emotiva’ con Rita Dalla Chiesa.
Sul piano della confezione, non si può dire che lo studio à la Chi vuol essere milionario aiuti molto, né lo fa la regia: perché insistere sull’arrivo ‘misterioso’ del protagonista, quasi a voler mantenere un anonimato che può essere utile sull’ospite vip, ma che appesantisce se si avvicina la signora Maria Rossi. La grafica può approfittare della settimana per approntare qualche sottopancia in più per ricordare al pubblico chi e di cosa sta parlando, mentre i microfoni aperti dei consiglieri possono essere ulteriore fonte di ‘pericolo’. E se proprio mi fosse concessa la possibilità di ‘togliere’ qualcosa, opterei per gli interventi cantati del pubblico: una battuta di Coruzzi dà più intenzione di qualche coretto in studio.
Per quel che riguarda Liorni, sembra stia cercando di liberarsi di un’immagine di se stesso e diventare ‘finalmente’ protagonista di quel che fa, dopo aver fatto per anni quel che, in qualche modo, gli hanno detto di fare, ma che ha sempre fatto con personalità e stile. Confidiamo in questo debutto per raddrizzare la rotta: Liorni è un ottimo narratore e il pubblico ha bisogno di una guida…
Italia Sì, diretta prima puntata | 15 settembre 2018
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16,28
Pochi minuti all’inizio della prima puntata di questo nuovo format.
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16.40
Termina il Tg1: si comincia dopo il Meteo.
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16.44
“Questo podio lo ha fatto un artigiano della plastica, con tutto l’amore”: questa conduzione ‘pop’ di Liorni mi spiazza.
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16.49
Un modo per far vedere come funziona il podio, dice Liorni. Mi sembra quasi una bacheca Facebook di gente che non conosco.
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16.49
La situazione la prende in mano Coruzzi, che intavola il dibattito su “Gli uomini parlano dai parrucchieri?”.
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16.56
Oksana ha 100 secondi: racconta il suo sogno iniziato quando il professore le parlò di Roma. Il suo sogno era vivere nella capitale e c’è riuscita. Ama l’idea di poter andare nei musei gratuiti la domenica e invita chi vuole vivere in Italia a farlo, in un certo senso, per conoscere la cultura. Il suo appello è agli immigrati: “Amate l’Italia. Abbiatene cura. L’Italia dà tutto e non chiede niente”. Uhm.
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17,00
Ecco, qui, nell’intervista, ritrovo il Liorni che mi piace. Il racconto di Oksana diventa un modo per spiegare la routine di chi chiede il permesso di soggiorno. A Oksana non piace il comportamento di chi vuole dall’Italia, ma che no vuole neanche imparare la lingua. “Per il permesso di soggiorno dobbiamo dimostrare di conoscere la lingua: c’era una ragazza dietro di me la volta scorsa che non sapeva cosa significasse “cognome”, dice Oxsana.
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17.02
Si alza un signore, anche lui immigrato: “Sono andato al Colosseo con la famiglia, ho visto uno straniero, un arabo, che rubava. Sono andato a denunciarlo a un poliziotto e mi ha detto che non potevano fare nulla perché non hanno personale…”. Mi sembra un programma di Del Debbio. dove si lancia un argomento e si lascia briglia sciolta.
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17.04
“Da noi si concede tutto, non ci sono regole, i turisti sanno di essere impuniti, nel resto del mondo non è così, noi ci guardiamo bene dal fare certe cose…” (uhm).
Le straniere hanno un tasso di fertilità più alto delle italiane? In che senso, signora del Censis (mettete una grafica sul nome, grazie). “Gli stranieri fanno più figli, gli italiani sono più sfiduciati” dice Liorni. Sono senza parole… -
17.14
Occhio ai microfoni, saggi.
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17.14
Non ha mai conosciuto Al Bano. No la carrambata no, vi prego. Liorni chiede alla Dalla Chiesa che lo conosce di intercedere perché i due si incontrino.
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17,18
L’equilibrio di questo programma, che non ho capito cosa vuole fare davvero, lo dà il commento di Coruzzi. E’ lui che ha il respiro così pesante sul microfono
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17.21
Il figlio sta a chiuso in camera da 4 anni: ora ha 24 anni. Non esce, non va dallo psicologo, non va da nessuna parte. Ma non si parla con la signora Carla, ma con chi ne è uscito. E’ il fenomeno noto come Hikikomori.
Ora il tono si fa serio, si racconta davvero una storia: è come se prima fossimo in un freak show, in cui l’elemento più destabilizzante era proprio Liorni, che sembra stia cercando di liberarsi di un’immagine di se stesso, che sembra diventare ‘finalmente’ protagonista di quel che fa dopo aver fatto per anni quel che in qualche modo gli hanno detto di fare. Ma che ha sempre fatto con personalità e stile. -
17.27
Finisce così. E si passa a un podio esterno, il podio che va da chi vuole parlare. GIanni Ippoliti va da Domenico Agostinelli, che raccoglie bottoni. Ne ha oltre 1.500.000. Si rilassa mettendo le mani nei sacchi di bottoni per il suono e sente l’energia di chi li ha posseduti: “Mi trastullo con bottoni”.
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17.31
Coruzzi chiede tempo per commentare la storia degli Hikikomori: proprio su questo non hanno dato commento ai tre saggi.
“Non riuscire a trovare da mamma un modo per affrontare questa cosa” dice la Santarelli. E il pensiero corre alla vicenda di famiglia. La Dalla Chiesa ha amici che vivono la stessa situazione con un ragazzo di 22 anni: non è detto che siano sui social, né che c’entri internet. Se ne tornerà a parlare, dice Liorni. -
17.40
Parte la musica de Il Postino. E’ Giulio, il marito di Maria Grazia Cucinotta per i suoi 50 anni. Visto che la festa a sorpresa non è stata a sorpresa, questa è la sorpresa. Si conobbero proprio in quello studio, dove fu fatto Indietro Tutta. Stanno insieme da 25 anni, 23 di matrimonio. La storia più bella di tutte finora.
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17.49
“E’ una questione di stile e di classe. Se ha fatto foto non sono state mai volgari” dice Giulio parlando della gelosia per la moglie. Sto scorrendo mentalmente le foto della Santarelli. Interviene Maria Grazia: “Era gelosa eccome. Io sono gelosa non del tradimento, ma della testa…”.
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17.52
Nuova storia: una signora ha dovuto produrre un certificato di esistenza in vita. Pierina Solferini entra sulla musica di Ghostbuster. “Io sono morta da 7 anni e non lo sapevo. E’ andata fare domanda per il reddito di inclusione e ha scoperto di essere morta dal 23/11/11. E’ la data, in realtà, in cui è morta la mamma.
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17.54
Il reddito di cittadinanza non gliel’hanno dato per dei problemi: il programma la seguirà nella sua ricerca di diritti.
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17.55
No I MOMENTI MUSICALI NO!
MI OPPONGO!
Mo’ si canta Italia di Mino Reitano. -
17.56
Giusta l’osservazione di Coruzzi: Pierina era morta solo per l’INPS. Per tutti gli altri uffici esisteva.
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17.57
Il gettone d’oro è ‘senza tempo’: Liorni è emozionato perché introduce Giovanni Saggio, ricercatore del dip. di Tor Vergata e applica elettronica alla medicina. Ha ceduto gratuitamente un brevetto che permette di capire dalla voce se uno sta bene o meno. In pratica coglie l’armonia dell’organismo. “La voce è l’indicazione dello stato di salute di tutto il nostro corpo” dice il prof. Parlando a una macchina, si possono rilevare delle anomalie che possono far diagnosticare ai medici malattie anche importanti. Ricerca avvalorata, pubblicata su riviste internazionali.
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18,07
La Santarelli chiede da che fascia d’età è applicabile. Giustamente. Il professore spiega che ci sono parametri che dipendono da età, sesso e provenienza geografica. Il comitato etico ha dato il via libera. L’applicazione però potrebbe arrivare e diventare uno strumento di ‘ricatto’ politico.
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18,10
La parola passa Monica Petra, volontaria e presidente del telefono amico. Ma la grafica non c’è proprio qui? Si parla di suicidio.
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18,15
Il tassista ha la facoltà di non portare animali. Lo studio esplod di entusiasmo. Basta…
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18.16
Che fine ha fatto Anna Cicalese, già conduttrice di Tg in una rete locale campana? No, non c’è. Sarà in bagno, come Amadeus a La Prova del Cuoco.
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18,16
Andiamo avanti: una mamma ha studiato le 7000 pagine dell’inchiesta sul crollo della torretta della capitaneria a Genova nel 2013
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18,18
Adele Chiello Tusa, mamma di Giuseppe Tusa, morto in quel crollo. “Lui tutelava sulla sicurezza. Il paradosso è che nessuno ha pensato di tutelare la sicurezza di quei ragazzi. L’Italia è attraversata da tante tragedie, da Ustica al Vajont, tutte collegate dal dio denaro…” dice la mamma di una delle vittime. Il link al ponte Morandi è immediato. “Siamo tutti potenziali vittime delle prossime stragi, perché sono tutti impuniti”.
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18.20
Mercoledì inizia il secondo processo per il crollo della Torre in cui sono morte 9 persone. A governare il porto ci sono le stesse persone, le certificazioni della nave che ha sbattuto contro la torre erano insufficienti… Di certo il quel caso la torre fu costruito nel posto sbagliato…
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18.26
Applauso per le vittime di quel crollo. “me l’hanno consegnato nella stiva del bagaglio di un aereo”: se ne parlava tre minuti fa con gli animali in viaggio…
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18,28
“Adesso basta! Pretendiamo giudizio per le vittime”: pubblico in piedi. Liorni l’abbraccia, ma non cavalca l’indignazione. “Lo Stato è anche quello che sta indagando, che sta facendo il secondo processo…”: ecco, sono queste cose che mi piacciano di Liorni.
La cantata no, mi perdonerà. E ne sarà consapevole. -
18,30
Doveva chiudere così. In effetti. Anna Cicalese doveva arrivare prima, col suo tutù blu alla Loredana Bertè”. Ha preso 40 kg per un problema ormonale ed è stata fatta fuori dal Tg ed era autrice di programmi. E perché non ha potuto fare l’autrice? “Se gli sponsor dicono che devi andar via perché non vado bene, gli editori ti mandano via. Nessuno me l’ha detto direttamente, ma ho capito di essere stata discriminata”.
Voglio l’altra campana. -
18,33
“Come donna e come spero futura mamma questa cosa deve essere combattuta e tu devi aiutare il mio movimento, le Curvy Pride”. Mauro chiede chiaramente se è grassa per problemi ormonali o se magna…: vuole capire se questa è una scusa o meno. Lei dice di non aver smaltito i chili di una gravidanza interrotta a 7 mesi. Insomma, non c’è nulla di male a dire che si mangia anche per questioni psicologiche. eh.
Mauro sottolinea che se l’editore chiede un’immagine e poi non la mantieni sei tu a mancare… Prevedo guerre. Pubblicità.
Italia Sì con Marco Liorni, anticipazioni prima puntata
E’ arrivato il giorno del debutto per Italia Sì, il nuovo talk del sabato pomeriggio di Rai 1, al via oggi, sabato 15 settembre alle 16.40. Un format originale ideato e condotto da Marco Liorni, che torna in onda dopo i 7 anni trascorsi, con successo, a La Vita in Diretta.
Il programma vuole essere uno spazio di racconto quotidiano, di storie di gente comune e non, con tanto di ‘speaker’s corner’ allestito in studio per lasciare a chi vuole la possibilità di sottoporre un argomento, sollevare una questione, denunciare un problema, ma anche testimoniare un’attività svolta, un’idea da realizzare.
Italia Sì, il format
“Sali sul podio di Rai 1 e dillo a tutti”
esorta Liorni nello spot che anticipa la messa in onda della prima puntata.
Sali sul podio di #Rai1 e dillo a tutti! @marcoliorni vi aspetta sabato 15 settembre con la prima puntata di #ItaliaSì ??? pic.twitter.com/hHNXSUYgyq
— Rai1 (@RaiUno) 12 settembre 2018
Ad ascoltare chi approfitterà del podio non ci sarà solo il pubblico a casa e quello in studio, ma anche quello che viene definito un gruppo di ‘saggi’, composto da Rita Dalla Chiesa, Elena Santarelli e Mauro Coruzzi. Una tripletta che di esperienze di vita, anche non piacevoli, ne ha da vendere.
Un people show ideato dallo stesso Liorni e proposto anni fa all’azienda come striscia quotidiana, ma che ora si colloca nel difficile slot del sabato pomeriggio, con la diretta concorrenza di Verissimo, che inizia alle 16.10 su Canale 5.
Lo spirito sembra, quindi, quello della condivisione ‘vis à vis’, non solo virtuale, anche se non manca una parte di colloquio web col pubblico a casa.
«È stata come una gravidanza, con questo bambino che aveva fretta di nascere»
ha raccontato Liorni a Mario Manca in una sua recente intervista a Vanity Fair. E probabilmente, come ogni neonato ‘prematuro’, o in generale con ogni idea appena nata, avrà bisogno di un po’ di incubazione.