Una pallottola nel cuore 3, riassunto seconda puntata

Michele non vuole andare al funerale di Enrico. Bruno lo convince.

Al funerale partecipano amici e colleghi.

Veronica vorrebbe stare vicino a sua nipote, ma questa si trasferirà a Parma con la madre.

Bruno e Sartori scoprono che Enrico aveva azzerato il suo conto corrente.

Il protagonista cerca indizi a casa di Enrico. Poi decide di riesaminare tutti gli arresti che ha fatto.

Francesca dice a Michele che sta partendo per Parma.

Tra i nomi trovati da Bruno e Maddalena c’è Filippo Tomei, arrestato nel 2006 ed ora in libertà vigilata per aver ucciso a sprangate un ebreo. L’uomo gridò vendetta ad Enrico perché credeva lo avesse arrestato per pregiudizio.

Intanto, la notizia dei problemi economici di Enrico fa il giro dei giornali.

Tomei non vuole parlare a Bruno, e diventa violento.

La Polizia va a casa di Tomei. La madre lo avverte.

Cerca di fuggire, ma viene fermato.

Maddalena e Sertori stringono amicizia.

Fiocchi e Bruno vanno a fare un massaggio, per guarire la spalla del protagonista dopo lo scontro con Tomei.

Bruno se la prende con Sandro per aver scritto un articolo che mette in cattiva luce Tomei, senza avere la certezza che sia lui il colpevole.

La madre di Tomei dice a Bruno che la notte dell’omicidio era a casa da solo: per questo non ha nessuno che possa confermare l’alibi.

Tomei, dal carcere, è sicuro che lo accuseranno anche se innocente. Per Bruno, l’unico modo di ottenere la sua fiducia è scagionarlo anche dal primo omicidio.

Bruna chiede ad Elsa, testimone dell’omicidio, cosa ricorda. La donna gli presenta anche l’albergatore Tommaso Sciarra e proprietario di un negozio di tessuti.

Il rabbino ricorda che la vittima cercava la verità sulla sua famiglia. Sosteneva di essere figlio di un ebrea romana, rimasta incinta durante la Seconda Guerra Mondiale. L’uomo non aveva nemici.

Bruno, poi, sente Roberto Bassani, l’uomo che accusò Tomei.

Michele fa a botte a scuola per difendere Enrico.

La vittima passava tante ore nel Museo della Shoah a cercare foto. Si era convinto che Grazia Spizzichino fosse sua madre, ma non era così. Bruno trova il contatto della figlia Emanuele, proprietaria di una merceria.

Emanuela racconta che la vittima era ormai diventato di casa, ma per colpa del suo ex marito, Roberto, dovettero smettere di vederlo.

Roberto, però, si giustifica ricordando che la vittima era molto violento.

Maddalena incontra Simone, che le rivela che il figlio gli ha chiesto di imparare a picchiare, e che lui si è rifiutato.

Al centro di accoglienza per senzatetto, Bruno scopre che la vittima aveva il vizio di bere tanto.Tra i nemici che si era fatto, Gaetano, il fratello di Rita Marri, donna fragile che aveva iniziato all’alcool.

Rita difende il fratello: la notte dell’omicidio era con lei. La donna rivela a Bruno che un giorno riuscì a scoprire il nome della madre, Anna, e che se lo incise.

La madre della vittima potrebbe essere Anna Vivanti, lo stesso cognome del Vivanti amico del nonno di Tommaso, un cristiano che, per aiutare l’amico ebreo che a causa delle leggi razziali non poteva più avere il negozio, fece un acquisto fittizio del negozio stesso.

Una dipendente del negozio ricorda di aver visto Tommaso litigare con la vittima, ma che poi le chiese di mantenere il silenzio per continuare a lavorare.

Bruno ha capito tutto: il nonno di Tommaso Sciarra, in realtà, non ha mai aiutato Vivanti, padre di Anna e quindi nonno della vittima, ma lo ha denunciato alle SS. Tommaso ha ucciso l’uomo per evitare che la verità venisse a galla.

Tommaso prova a togliersi la vita, ma Bruno lo ferma.

Veronica chiama Bruno per avvertirlo che Francesca è scappata da Parma.

La ragazza è tornata a casa del padre.

Tomei ringrazia Palmieri per averlo scagionato.

L’omicidio di Enrico, però, è ancora un mistero. Intanto, una donna, osserva la sua foto nel buio di una casa. La puntata finisce.