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GLOW ha rischiato di chiudere dopo una sola stagione

Forte calo, secondo Nielsen, per la sesta e ultima stagione di House of Cards su Netflix USA

pubblicato 20 Novembre 2018 aggiornato 12 Ottobre 2020 17:19

I numeri contano per tutti, anche per Netflix e le altre piattaforme di streaming che non rivelano i dati delle proprie visualizzazioni (a parte chi come YouTube Premium o Facebook Watch le lascia ben visibili). Se la vostra serie tv preferita di Netflix o Amazon è stata quindi cancellata dopo una o più stagioni, tra le ragioni della chiusura c’è quindi anche il numero di persone che l’hanno vista.

Secondo quanto riporta TvLine riprendendo una notizia del Wall Street Journal (purtroppo non leggibili gratuitamente online), Netflix è andata molto vicina a chiudere GLOW dopo la prima stagione. 

Una fonte ha rivelato al quotidiano americano che i vertici della piattaforma e la squadra creativa della serie tv hanno discusso animatamente sull’opportunità di chiudere la serie dopo la prima stagione. I numeri ottenuti dalla serie non sarebbero stati sufficienti a giustificarne il rinnovo e sembra che ci sarebbe stato uno scontro tra chi voleva chiuderla e chi, puntando sul favorevole riscontro della critica e sulla voglia di non scontentare la produttrice Jenji Kohan, voleva andare avanti.

Creata da Liz Flahive e Carly Mensch, prodotta da Jenji Kohan (ideatrice di Orange is the New Black) la prima stagione di GLOW ha debuttato il 23 giugno del 2017 sulla piattaforma e solo ad agosto è arrivato il rinnovo per una seconda stagione. Poi nel frattempo la serie si è trasformata in un successo globale ottenendo anche il rinnovo per una terza stagione.

Il titolo GLOW è l’acronimo di Gorgeous Ladies of Wrestling, lega femminile nata negli anni ’80 e al centro della serie, appunto ambientata nel 1985 su un gruppo di donne che accettano di partecipare a un programma di wrestling al femminile. A guidare le ragazze tra cui l’aspirante attrice Ruth (Alison Brie) c’è un regista di B Movie Sam Sylvia (Marc Maron).

Per una volta quindi, almeno stando a quanto riportato in questo articolo, la qualità ha superato la quantità con il reparto creativo della piattaforma, desideroso anche di rimanere in buoni rapporti con Jenji Kohan, che ha prevalso sulla mera analisi dei numeri.

Il Wall Street Journal sottolinea anche che la stessa Kohan ha rinfacciato a Netflix una strategia di lancio sbagliata per la prima stagione, concentrata troppo sullo scontro tra uomini e donne e colpevole dei bassi ascolti. TvLine ha interpellato Netflix che ha semplicemente risposto che “sono orgogliosi di GLOW e felici di averne realizzato una seconda e prossimamente una terza stagione“.

Restando in tema numerico, l’ultima stagione di House of Cards priva di Kevin Spacey è stata la meno vista sulla piattaforma secondo quanto riporta Nielsen, che ha realizzato un sistema di misurazione dei contenuti in streaming valido per i soli Stati Uniti. Si tratta ovviamente di un sistema limitato e non descrittivo dell’impatto delle serie tv sulla piattaforma nel mondo, ma utile per rappresentare l’impatto di una serie sul pubblico.

Nei primi sette giorni dal suo rilascio il 2 novembre (in Italia la serie è stata rilasciata da Sky su Box Sets e settimanalmente su Sky Atlantic) il primo episodio ha ottenuto 2,9 milioni di spettatori contro i 4,4 della precedente stagione. La media degli otto episodi è stata di 1,5 milioni in calo rispetto all’1.9 dei precedenti 13. Rispetto alla precedente annata sono aumentate le donne, 54% del totale del pubblico che è più adulto con il 27% tra i 50 e 64 anni (erano il 19% la scorsa stagione).

Giusto per fare dei paragoni, sempre secondo Nielsen, il primo episodio di Stranger Things 2 ottenne 15,8 milioni, 6 milioni per 13 Reasons Why 2 e 5,37 per Orange is the New Black 6.

Netflix