Alessandro Bonan a Blogo: “Col calciomercato proviamo a riportare un po’ di luce. Sky Calcio Show? Ascolti mai così alti”
Il 3 gennaio torna Calciomercato L’Originale. Alessandro Bonan: “Proveremo a riportare un po’ di luce”. Su Sky Calcio Show: “Bilancio ottimo. Poche partite al pomeriggio? Per tre anni ho raccontato la Champions senza avere la Champions”
“Dopo gli ultimi avvenimenti il calcio sembra essersi spento, noi speriamo di riaccenderlo”. E’ l’auspicio di Alessandro Bonan, pronto a ripartire il 3 gennaio su Sky Sport con la nuova edizione di Calciomercato L’Originale.
Il mercato inteso come illusione, in quanto rappresentativo delle speranze e delle aspettative dei tifosi. Ma in inverno, si sa, ci pensa la classifica a riportare tutti coi piedi per terra, tra squadre in crisi, grandi deluse e i soliti domini.
“Ricominciamo a parlare di sogni, anche se penso che saranno micro-sogni”, spiega il conduttore toscano a Blogo. “A gennaio non si possono fare grandi cose. La prenderemo un po’ come una ripartenza, dopo un girone d’andata che sotto il profilo sportivo ha avuto un risultato scontato”.
Pure stavolta Bonan curerà la sigla della trasmissione, intitolata non a caso “Il sogno”. ‘Canno sa lughe ad harribbare, su mundu ad a cammiare’ saranno le prime parole del brano, intonate dal coro sardo Bachis Sulis di Aritzo. “Significa ‘quando la luce arriverà, il mondo cambierà’. Di questi tempi la luce non si sa dov’è e speriamo che questo mondo, abbastanza impoverito di pensiero, la ritrovi. Per me la sigla resta un gioco, un divertimento, in questo caso specifico una scommessa. Abbiamo unito due universi distantissimi e proprio perché la fusione ci sembrava impossibile abbiamo deciso di farla”.
Aggiornamenti in tempo reale e ironia, riflessioni e toni leggeri. Bonan conferma il doppio binario avvalendosi dei collaboratori storici: Gianluca Di Marzio e Valerio ‘Fayna’ Spinella, a cui si aggiungono l’autore Davide Bucco e il regista Roberto Montoli.
Sono previste delle novità?
“Ripristineremo la cabina, ci sembra un luogo appropriato di evasione del pensiero. Dallo stile western della scorsa estate passeremo all’ambientazione notturna. Fayna sarà vicino a me, mi piacerebbe considerarlo una sorta di co-conduttore. Per Gianluca verrà invece ricostruita la pensilina di un tram. Il tram sarà metaforicamente il messaggero delle notizie”.
Le trattative si sarebbero dovute concludere il 18 gennaio, poi la Lega Calcio ha deciso di confermare la chiusura a fine mese. Come muterà il vostro approccio?
“Sarebbe dovuta essere un’edizione senza calcio, al contrario avremo delle partite in mezzo. Per due settimane godremo ugualmente di una sorta di zona franca e questo è positivo perché toglierà un po’ di veleno dai discorsi e dai pensieri della gente. A noi non cambia molto, tutto resterà uguale. L’unico dubbio ha riguardato la sigla: mi ero domandato se fosse il caso di proporla per appena due settimane di programma. Ho pensato che fosse giusto realizzarla per dare una connotazione all’edizione invernale”.
In un primo momento si era parlato di un appuntamento quotidiano, compresi i fine settimana. Tornerete alla programmazione tradizionale?
“Sì. Se tutto si fosse concentrato in due settimane saremmo andati in onda anche il sabato e la domenica. Stando così le cose non ce n’è bisogno, anche perché con la ripresa del campionato saranno previste altre trasmissioni”.
Tra l’edizione estiva e quella invernale cosa cambia sotto il profilo stilistico?
“In estate c’è più respiro, c’è una luce diversa. Il mese di gennaio è meno arioso, le giornate durano poco e finiscono con l’assomigliarsi tutte. La sensazione è quella della claustrofobia e il nostro impegno è quello di trasformare questa percezione in leggerezza e divertimento. Il campionato reciterà inevitabilmente il suo ruolo, dato che ci sono dei giochi già ampiamente compromessi”.
Da quattro mesi è alla guida di Sky Calcio Show. Se la sente di fare un primo bilancio?
“Il bilancio è ottimo, abbiamo fatto grandi ascolti, i più alti di sempre nonostante la domenica ci abbia spesso riservato partite minori. Tuttavia, al di là dei dati siamo contenti per quello che abbiamo prodotto. E’ stato creato un programma con un suo stile rilassato, friendly, in linea con quello che un telespettatore si aspetta nella domenica post prandiale. Tra noi c’è un buon feeling, Di Marzio, Marocchi e Bucciantini sono diversi tra loro ma proprio per questo funzionano. Sono inoltre felice per Giorgia Cenni, che si è integrata benissimo. Con il suo garbo e il suo sorriso ha dato un tocco di ulteriore eleganza. Mi sento un pesce nell’acqua giusta, mi reco al lavoro con il sorriso e sono tranquillo. E’ un segno importante”.
Lo ‘spezzatino’ ha portato la trasmissione a dividersi in addirittura tre blocchi. Ha incontrato delle difficoltà in tal senso?
“La fascia delle 17 è dedicata agli allenatori. Il blocco delle 20 invece sono costretto ad affrontarlo in modo sintetico perché devo passare la linea al posticipo. Se avessi tempo forse affronterei più argomenti e sarei meno contratto, ma quando ci sono i big match e partiamo alle 19.30 siamo tutti più tranquilli”.
Tornando alla conduzione domenicale si è ritrovato a fare i conti con le interviste a caldo agli allenatori. Quanto è difficile relazionarsi con loro?
“La prima cosa a cui ho pensato è stata quale fosse il tono giusto da usare. Ritengo che meritino rispetto. Sono persone che hanno vissuto un pomeriggio di tensione, sono lì a parlare con te anche se magari non vorrebbero farlo. Io devo essere prudente nel mio approccio ed è quello che ho sempre cercato di fare. Nella maggior parte dei casi il rispetto mi è stato sempre restituito”.
Finora non si sono registrate liti o reazioni scomposte in diretta.
“Secondo me è proprio legato a ciò che dicevo sopra. Non rinuncio alle domande e nessuno di noi in studio ha mai fatto i conti con una forma di auto-censura. Evidentemente lo stile con cui diciamo certe cose comporta una replica pacata. Fino a qui non ci sono mai state reazioni stizzite. Se rispetti, ricevi rispetto. Non cerco il titolone, l’aspirazione di chi conduce un programma è divertire chi è a casa, non dare un titolo. Detto questo, non mi dimentico di essere un giornalista e tento di non farmi sfuggire l’elemento giornalistico. Su questo fronte Marco e Gianluca (Bucciantini e Di Marzio, ndr) mi garantiscono a sufficienza”.
Con la frammentazione e l’incursione di Dazn succede che in certe giornate abbiate appena due gare pomeridiane da raccontare. Non lo trova limitante?
“Ho fatto per tre anni un programma sulla Champions League senza avere la Champions League. E’ stata una grande scuola. Ora che ho qualcosa di concreto tra le mani faccio pochissima fatica. Ci si può abbandonare ad approfondimenti alternativi e il calcio te ne offre tantissimi. Senza dimenticare che l’analisi delle partite del giorno prima genera sempre interesse”.
Le piacerebbe occuparsi di altro che non sia il calcio?
“Il calcio è un veicolo formidabile di storie. Quindi rispondo che mi occupo di altro parlando di calcio. Poi se un giorno mi arrivasse la proposta di un programma legato alla musica o ai libri ci penserei. Potrebbe essere stimolante”.
Fino alla scorsa stagione ha condotto gli speciali di Europa League su Tv8. Le è dispiaciuta la mancata conferma di Gol Collection?
“Era una trasmissione che facevo divertendomi. Un po’ mi dispiace, ma allo stesso tempo capisco determinate logiche aziendali. Le rispetto senza problemi, va bene così”.