Home Festival di Sanremo Sanremo, Gianluigi Paragone: “Il caso Baglioni in commissione di vigilanza. La Rai dia risposte chiare”

Sanremo, Gianluigi Paragone: “Il caso Baglioni in commissione di vigilanza. La Rai dia risposte chiare”

Sanremo, il presunto conflitto d’interessi di Baglioni diventa un caso politico. Paragone: “Ho presentato un’interrogazione in commissione di vigilanza. L’arbitrarietà del giudizio rischia di essere opacizzata”. E chiama in causa Orfeo

pubblicato 5 Febbraio 2019 aggiornato 31 Agosto 2020 01:25

Il presunto conflitto di interessi di Claudio Baglioni diventa un caso politico. Gianluigi Paragone, parlamentare dei Cinque Stelle e capogruppo del Movimento in commissione vigilanza Rai, si è espresso sul caso che ha reso bollente la vigilia della 69esima edizione del Festival di Sanremo.

Sicuramente avrà un grande successo di pubblico, Sanremo appartiene alla nostra storia”, esordisce il giornalista. “Sanremo mi piace perché appartiene all’identità della televisione e della cultura italiana. Non ho nulla contro il Festival, anzi auguro alla Rai il massimo successo. E proprio perché ci tengo, vorrei delle risposte chiare”.

La questione è ormai nota ed è stata amplificata negli ultimi giorni dagli innumerevoli servizi di Striscia la notizia. Il direttore artistico è legato alla Friends & Partners di Ferdinando Salzano, agenzia che a sua volta collabora con svariati cantanti in gara e ospiti all’Ariston.

Ho presentato un’interrogazione in commissione di vigilanza – avvisa il senatore – se di fatto riesci a mettere sul palco gran parte della tua scuderia, questo si ripercuote in un successo di concerti, biglietti, comparsate televisive e quindi porta un sensibile aumento del business della società”.

Paragone chiama quindi in causa Viale Mazzini:

“Se pensano di cavarsela dicendo che Baglioni è un grande artista direi che come risposta non vale granché. Il suo manager non può pensare di creare un di più imprenditoriale solo perché ha partecipato alla creazioni del cast. Un cast è suscettibile alle valutazioni artistiche del direttore, ma non capisco perché ci debba entrare pure il suo manager che a quanto sembra era presente alle audizioni. Non vale il discorso per cui siccome Baglioni ha denunciato il conflitto di interessi allora è pari e patta”.

Immancabile il riferimento a Caramelle, brano dei Dear Jack e Carone scartato alle selezioni e divenuto in qualche maniera il simbolo di “dissidenza”. “L’arbitrarietà del giudizio rischia di essere opacizzata dal conflitto di interesse – continua Paragone – gli autori del testo non facevano parte della scuderia di Salzano. A pensar male si fa peccato, ma forse viene il sospetto che non siano in gara perché non piacevano a Salzano e al suo giro”.

L’ex conduttore de La Gabbia cita infine l’ex dg Mario Orfeo:

“Così come per il contratto di Fazio, la firma su questo contratto particolare è proprio la sua. Vorremmo capire”.

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