Niccolò Presta a Blogo: “Facile fare la tv coi format già pronti, io voglio sperimentare”
Il produttore tv della Arcobaleno Tre: “Sto lavorando alla seconda edizione di Ossigeno su Rai3, il futuro di Music di sicuro non è a Mediaset, i rapporti con i direttori di rete non sempre sono facili”. E su Paola Perego, moglie del padre Lucio Presta…
Ciao Darwin, Nemicamatissima e Music. Sono alcuni titoli ai quali Niccolò Presta, classe 1992, ha lavorato negli ultimi anni. Produttore tv, compagno della conduttrice del daytime di Amici Lorella Boccia, è amministratore unico dell’Arcobaleno tre, la società creata dal papà Lucio Presta: “Fare il produttore tv significa occuparmi un po’ di tutti i settori di una produzione: dalla parte creativa a quella organizzativa, passando per quella delle trattative economiche. Nel mio caso fortunatamente ho un team in ufficio molto forte, per cui il mio lavoro è molto semplificato“. La sua ultima creatura televisiva è Ossigeno, la cui seconda edizione, in fase di registrazione in questi giorni al Lanificio di Roma, andrà in onda su Rai3 a partire da giovedì 28 marzo, in seconda serata, con il traino dell’atteso nuovo programma di Raffaella Carrà:
Nella prima stagione gli ascolti sono stati bassi, talvolta anche sotto il 2% di share. Il rinnovo della seconda stagione è dovuto a meri motivi contrattuali o ad altro?
Ossigeno è un programma nuovo per il panorama televisivo italiano e per la Rai, pertanto i numeri che tu hai citato sono giustificabili. Di Ossigeno si è parlato benissimo: è piaciuto tantissimo a chi l’ha visto in tv o a chi l’ha recuperato sul web, mentre chi non l’ha visto quasi si vergogna di non averlo fatto. Da qui, senza dimenticare l’originalità del prodotto e del conduttore (Manuel Agnelli, Ndr) che conduttore non è, nasce la richiesta della rete di produrre una seconda edizione, non da accordi contrattuali. Essendo un prodotto sperimentale, sarebbe stato assurdo prevederne da subito una seconda edizione.
Nelle nuove puntate ci saranno ospiti più pop e meno di nicchia?
Premetto che tutti gli ospiti della prima edizione si sono sentiti a casa e che questa per noi è stata la più grande gratificazione. Nelle nuove puntate ci saranno più ospiti e abbiamo individuato artisti che siano pop ma anche di grande livello. Sono convinto che sarà un’edizione ancora più apprezzata dalla critica.
La tv è incapace di sperimentare nuovi format. Lo si dice e legge da anni.
Con Ossigeno, per esempio, noi abbiamo dimostrato di avere il coraggio di sperimentare. La spinta in questo senso può arrivare dal produttore, dagli autori ma anche dal singolo network. Mi è capitato recentemente di presentare un progetto cucito addosso ad un personaggio di un canale televisivo, ma non è andato a buon fine. Non posso dire di più, ma lo spirito pionieristico, purtroppo, nella tv italiana manca, anche se le cose iniziano a cambiare. Di recente ho incontrato il direttore di una rete importante, non posso dire chi e quale, e ho notato da parte sua una grandissima apertura a progetti nuovi e per i giovani.
Chi è l’artista addosso al quale avevi cucito il programma?
Non posso dirlo, anche perché sto modificando quella idea per proporla ad un’altra rete. Non vorrei bruciarmi.
Avevi annunciato la produzione di un nuovo preserale con Teo Mammucari per Mediaset. Che fine ha fatto?
Ci sono state una serie di complicanze. Non si è riusciti a trovare un accordo affinché il network fosse contento e noi potessimo lavorare bene. Il format c’è, ma per scelte artistiche, non produttive, non si farà. Per il futuro vedremo se riproporlo nuovamente a Mediaset o altrove.
Per un produttore è più facile lavorare su un format ‘chiuso’ acquistato dall’estero o è più bello crearlo ex novo?
Sono onesto: è più facile lavorare su un format già confezionato. Ma io sono giovane e voglio fare cose nuove e fresche. Non rinnego il passato, ma mi piacciono le sfide e alzare l’asticella, facendo vedere al pubblico cose che non ha mai visto prima.
Veniamo ai rapporti di Arcobaleno Tre con i direttori di rete.
Arcobaleno Tre è un’azienda avviata da Lucio da molto tempo. Io ci sono dentro da dieci anni. L’azienda ha un rapporto trasversale e orizzontale con tutte le reti. È ovvio che in Rai, cambiando i direttori ogni tot, il rapporto vada costruito e ricostruito con i nuovi. Qualche scaz*o c’è stato, ma si risolvono lavorando. Siamo persone, fatte di emozioni e sentimenti.
Il caso più recente è quello di Freccero, ma pare che la situazione sia rientrata.
Certo. Il lavoro esula dai rapporti personali.
A quale produzione sei più legato?
A Ciao Darwin del 2016. È stato un programma che mi ha dato tantissimo a livello professionale ma anche umano. Ho conosciuto persone meravigliose e ho consolidato rapporti che prima non erano così forti.
Nemicamatissima è stata la più complicata?
No, è stata complicata, ma non la più complicata.
Quale lo è stata, allora?
Music. È stata un’esperienza fantastica, fatta per due anni consecutivi, ma ho ancora del sonno arretrato. Dietro le quinte ci lavoravano trecento persone.
Tornerà?
Non lo so. Non è un prodotto adatto a Canale 5, il pubblico di Canale 5 non è abituato a vedere cose di questo tipo. Quindi non credo che tornerà.
Hai dichiarato che hai un rapporto “pessimo” con Paola Perego, moglie di tuo padre Lucio.
Mi sembra di ricordare che TvBlog non si occupi di gossip…
Vero. Ma Paola Perego è anche uno dei principali volti di Rai1.
Dal punto di vista lavorativo è una grandissima professionista che ha pagato un errore che non ha commesso (il riferimento è alla discussa chiusura di Parliamone sabato, Ndr). E sta ancora pagando per quello.
Hai raccontato di essere rimasto deluso da Heather Parisi, che tuo padre ha voluto fortemente riportare in tv a Nemicamatissima.
Fu un’idea di Lucio, io ero il produttore del programma. L’idea era ed è splendida, poi è successo quello che è successo. È un dispiacere per tutti, per noi, ma anche per lei. Non cambierei nulla di quello che è stato fatto. Le cose sono state fatte bene da parte nostra e pure da parte sua. Per quanto riguarda il lato personale, ho già detto, forse, troppo e mi fa male parlarne. Professionalmente ci sono rimasto male, così come ci è rimasta male anche lei. Visioni contrastanti e differenti.
Tuo padre, Lucio Presta, che tu chiami Lucio…
Da sempre.
Cosa hai imparato da lui? E hai mai pensato che la sua figura potesse metterti in ombra?
Hai toccato un nervo scoperto. Parto dalla prima domanda: i maghi non svelano i segreti (ride, Ndr). Posso però dire che mi ha insegnato soprattutto a parlare con gli artisti. Io e Lucio siamo una vera squadra, abbiamo opinioni contrastanti su tante cose, ma alla fine troviamo sempre una soluzione che ci metta d’accordo. Qualche volta mi è balenato il pensiero che avere un padre così possa farmi ombra. Venditti diceva ‘mio padre è una montagna troppo alta da scalare’; mio padre è una signora montagna da scalare, però io ho gli scarponi molto ben affilati.
Sei giovane, di bella presenza e spigliato sui social. Hai mai pensato di lavorare davanti alle telecamere?
Ti ringrazio per i complimenti immeritati, ma no. Ho fatto qualche piccola esperienza da giovanissimo davanti alle telecamere. Non me ne sono pentito, ma ho capito che non avrei reso nemmeno l’1% di quello che avrei reso dietro le telecamere. I social li gestisco come Niccolò, non come Niccolò Presta. Non mi piace portare il lavoro in quello che ritengo una cosa privata. Uso Instagram come un ragazzo sulla soglia dei 27 anni. Voglio che si veda anche quello che è Niccolò, non soltanto Niccolò Presta.