Sanremo Young, terza puntata: Beatrice Zoco canta Da zero a 100 di Baby K, in duetto con Baby K e Amanda Lear dà 2. Apriti cielo! L’Ariston protesta, Baby K si difende dai commenti sulla sua canzone, Beatrice ci resta male, il pubblico chiede la ‘testa’ della Lear.
Amanda inizia il suo commento con una ‘confessione’: i tormentoni non le piacciono. Neanche il suo “Tomorrow” che servì “a pagare gli affitti”, ma che oggi non riscriverebbe. Alla Lear non è piaciuta l’esibizione nel suo complesso: non le sono piaciuti i costumi, la coreografia, la canzone… insomma, pur dichiarando che Beatrice è stata bravissima, il voto è e resta 2. La giovane concorrente tenta anche una reazione, cercando di ricordare ai giudici che a essere valutata deve essere la prestazione, non altro. Montata la protesta in teatro, si è conservato caldo il clima anche durante il nero per tornare a commentare il giudizio della Lear dopo la pubblicità: e così sotto accusa è finito il giudice, ‘reo’ di andar contro il ‘sentimento popolare’. Mi ricorda qualcosa.
Insomma, torna puntuale l’annosa questione del ruolo del giudice nei talent, ormai protagonista assoluto nel racconto dell’intrattenimento tv – una predominanza inaugurata da Amici, soprattutto dai tempi del ‘collo del piede’ della Celentano – ma sempre più stretto tra il dover accontentare il pubblico ed esprimere il proprio giudizio. Una questione che trova ampio spazio anche nelle versioni più ‘raffinate’ del prime time dell’ammiraglia Rai. Se a Ora o mai più è scoppiato il ‘caso Cutugno’ – che dava 10 a tutti, falsando così un principio di valutazione delle prove osservate – a Sanremo Young non c’è serata in cui qualcuno non si opponga ai voti di Amanda Lear, che già la scorsa settimana aveva dato un 3 e promesso maggior severità in futuro. Sacrosanta, a mio avviso, la risposta data dalla Lear alla timida protesta della concorrente, alla quale ha ricordato che il giudizio è il suo. Punto.
Il punto, però, è trovare (magari) un equilibrio nel voto e nella commissione, in modo che siano omogenei parametri e valutazioni, altrimenti meglio optare per una media ponderata che elimini i voti estremi per equiparare i risultati, se proprio si vuole cercare una scientificità che metta al riparo dagli eccessi. Ma di fatto Amanda sta polarizzando il voti per marcare le differenze tra i ragazzi in vista della finale. In ogni caso siamo in un talent, è televisione, è intrattenimento e quindi l’obiettivo resta quello di ‘fare lo show’.
“Il 2 è veramente molto cattivo”
commenta la Clerici, sempre dalla parte del pubblico.
“Ma no! Posso anche mettere 1!”
risponde sorridendo e con gran classe Amanda.
E il pensiero corre a quella ‘pantomima’ de Il Collegio di Rai 2: penso che con la Lear rettore a vita quel programma potrebbe davvero rispettare le sue premesse narrative…