I Retroscena di Blogo: Foa e Salvini riscrivono il piano industriale di Salini che ha dietro di se l’ombra di due pretendenti
Cosa potrebbe accadere in Rai alla luce del piano industriale.
Come’è bella la Rai, com’è grande la Rai, com’è viva la Rai, com’è allegra la Rai, parafrasando il pezzo di Giorgio Gaber “Com’è bella la città” del 1969. L’attuale amministratore delegato della tv pubblica sta per presentare al consiglio di amministrazione della Rai il piano industriale da lui commissionato al consulente “Boston Consulting Group” che strizza l’occhio alla riorganizzazione del gruppo televisivo pubblico France Tèlèvision (che pare non abbia dato grandi frutti oltralpe).
In pratica, e detto in poche parole, arriveranno qualcosa come 8 nuovi centri di produzione e acquisto che avranno il compito di produrre i contenuti per le varie reti. Intrattenimento prime time, intrattenimento day time e culturale, cinema, serie tv, fiction, documentari, ragazzi e format sperimentali. A questi poi dovrebbe aggiungersi una direzione per quel che riguarda i programmi informativi extra Tg.
Da questi 9 “serbatoi” i direttori di rete dovranno “pescare” i programmi per le loro reti, diventando in questo modo dei semplici coordinatori di offerta, rispetto ad ora, che li vede invece capi a tutto tondo del proprio canale. Una situazione questa che dovrebbe andare a regime fra un due o tre anni, quando cioè non ci sarà più alcuna traccia degli attuali vertici di viale Mazzini, con i nuovi dirigenti Rai pronti a rimettere tutto come prima, esattamente come successe con le divisioni di Celli e con la Rai intrattenimento di Leone, entrambe le cose “asfaltate” dai vertici Rai venuti successivamente.
Un piano che farà arrivare dunque almeno 9 nuovi direttori (per la gioia di chi vuole poltrone) ma che non diventerà operativo a breve, come detto sopra. Nel frattempo però gli equilibri politici stanno cambiando. Il Movimento 5 Stelle, che ha espresso Salini, cala e parecchio nei consensi (il sondaggio di Pagnoncelli pubblicato oggi dal Corriere della Sera lo dà al 21,2%, con la Lega al 35,9%).
Il Presidente della Rai Marcello Foa, espresso dalla Lega, e lo stesso Matteo Salvini, insieme ai dirigenti Rai espressione di questa parte politica, stanno ragionando su come “pettinare” (espressione cara a Carlo Freccero) detto piano, al fine di ammorbidire la questione sui poteri dei direttori di rete, che apparirebbero piuttosto “svuotati”, oltre che mettere mano alla struttura che dovrebbe sovrintendere l’offerta informativa extra Tg della televisione pubblica. In tutto questo la Lega vorrebbe anche mettere nero su bianco i nomi dei vice direttori di rete, oltre che il capo del personale, contestualmente all’approvazione del piano. Va detto inoltre che i rapporti già non proprio idilliaci fra Salini e la Lega si sono ulteriormente “increspati” dopo lo stop alla striscia di Maria Giovanna Maglie, che doveva andare in onda fra il Tg1 delle ore 20 e i Soliti ignoti.
Alla luce di tutto questo è facile immaginare che da qui all’eventuale approvazione del piano ci potranno essere parecchi e sostanziali aggiustamenti del medesimo e non è pure detto che alla fine la rivoluzione saliniana passi, rimandando il tutto a “tempi migliori”. Certamente un voto negativo del piano (o anche un via libera a maggioranza dei componenti del CDA di viale Mazzini) sarebbe per Salini una sonora bocciatura che ne indebolirebbe il potere in Rai ed il pensiero di quello che successe ad Antonio Campo Dall’Orto non è lontano; nel caso, la Lega avrebbe già pronto il sostituto di Salini nella figura del giovane consigliere Rai, il titolato Igor De Biasio, oppure con lo stesso Foa.