C’è Posta per Te, una storia mai iniziata porta il pubblico ‘oltre la busta
Un padre non risponde all’invito della De Filippi e Maria chiede alla figlia se mandare in onda la storia.
C’è Posta per Te potrebbe chiamarsi Padri e Figli, almeno a guardare la puntata del 2 marzo 2019. Tutte le storie hanno a che fare con varie figure paterne: da quella premurosa ed emotiva che organizza la sorpresa alla figlia malata (per la quale non faceva che piangere), a quello che elemosina l’amore della figlia adolescente alla quale cerca di spiegare che era senza soldi e mangiava alla Caritas e che quindi non poteva portarla a vivere con sé, al padre che si offende per delle condoglianze non ricevute e non parla alla figlia per anni a quello che muore prematuramente lasciando 4 figli e una giovane vedova.
A questi si aggiunge anche un padre che ha abbandonato la figlia, ora 34enne, quando aveva nove mesi: la busta viene consegnata, ma eccezionalmente le immagini della consegna non sono visibili per richiesta esplicita dell’invitato. Inutile dire che l’uomo non si è presentato in studio. A questo punto la De Filippi chiede a Gemma, la protagonista, se vuole che la sua storia vada in onda o meno:
“Se vuoi, non ho problemi a non mandare tutto questo in onda…”
svelando così uno dei meccanismi del programma, non eccezionale a dire il vero, ma in effetti sempre più raro negli ultimi anni. Difficile oggi vedere un rifiuto in puntata, eppure non saranno mancati. Gemma ha voluto che la storia andasse in onda per ribadire la pochezza di quell’uomo che l’ha messa al mondo, ma che evidentemente non l’ha voluta. In fondo questa storia permette ai telespettatori, che in genere seguono una puntata confezionata ad hoc e senza ‘sbavature’, di dare uno sguardo al programma ‘oltre la busta’, nel suo farsi, nel suo ‘back’. Una sbirciatina interessante che arriva anche a casa e non a uso esclusivo di chi assiste alle registrazioni in studio.
Alla fine un cartello fa quasi immaginare in una svolta, ma è solo un modo per non far cambiare canale al pubblico abituato al break al termine di ogni storia.
Ma il cartello è ormai una consuetudine, anche per invitare il pubblico a tornare dopo la pubblicità: là dove il cliffhanger non basta più – o non è più utilizzabile – arriva il cartello. Meglio didascalici che fraintesi…