Le Iene, il ricordo dell’alpinista Daniele Nardi
Il ricordo del programma di Italia 1 all’alpinista e scalatore Daniele Nardi, scomparso con Tom Ballard nel tentativo di risalire il monte più pericoloso di tutto il Pakistan
“Purtroppo abbiamo ricevuto una tristissima notizia, abbiamo dovuto smettere di sperare” comunica Nadia Toffa, in diretta a Le Iene, lasciando subito spazio al consueto riepilogo di Giulia Innocenzi. Un “aggiornamento sui nostri servizi”, come lo definisce lei, stavolta un po’ più triste del solito. Soltanto ieri, alle 13.55, è arrivata conferma ufficiale del ritrovamento dei corpi dei due alpinisti ed esperti scalatori Daniele Nardi e Tom Ballard, che hanno perso la vita nel tentare l’impresa di risalire fino in cima il Nanga Parbat, uno dei monti più pericolosi del Pakistan, passando per il Mummery, uno sperone di ghiaccio e rocce di oltre 1000 metri di altitudine.
Daniele Nardi, che aveva cominciato questa avventura proprio in compagnia de Le Iene, sapeva il pericolo al quale stava andando incontro, ma non si era voluto fermare. Al contrario, in un’intervista rilasciata al programma di Italia 1 soltanto pochi giorni prima della partenza per il Pakistan, aveva dichiarato: “Sono un po’ folle, ma io cerco la vita”. E quando gli si ricordava che avrebbe potuto mettere a repentaglio la vita, rispondeva, sereno: “Vorrei essere ricordato come un ragazzo che ha provato una cosa incredibile, impossibile, ma che però non si è arreso.”
I corpi dei due scalatori sono stati riconosciuti ieri, nel primo pomeriggio, a circa 6000 metri di altitudine. Era dal 24 febbraio scorso che dei due ragazzi non si era saputo più niente, e da lì le ricerche erano sempre proseguite ininterrottamente. L’ultimo collegamento con Daniele Nardi risaliva solo a qualche giorno prima. L’alpinista spiegava: “Ci servono due notti ad almeno 6.500 per completare l’acclimatazione ed essere pronti a fare un tentativo di vetta. Il massimo sarebbe dormire un poco oltre i 7.000, ma sullo sperone è impossibile. […] Ci sarà tempo stabile fino al 24 febbraio, ma dal 24 al 29 si balla. Con Elizabeth Revol siamo arrivati fino a 6.450 metri, quindi fin lì so cosa mi aspetta. Ma da quel punto in poi è l’ignoto, l’avventura vera”.
“Le perlustrazioni alla ricerca dei due scalatori sono proseguite da campo base 1 a campo base 3, fino a 5550 metri di altezza” spiega Giulia Innocenzi, prima di ricordare che lo stesso Daniele avesse dichiarato: “Sopra i 6000 metri non vola nessuno. Se ci accade qualcosa lì, rimarremo lì per sempre”.
Sempre nel corso dell’intervista a Le Iene, Daniele aveva anche registrato un ultimo messaggio per il figlio: “Se non dovessi tornare il messaggio che arriva a mio figlio sia questo: non fermarti non arrenderti, datti da fare perché il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano sì che la pace sia una realtà e non soltanto un’idea. Vale la pena farlo”.