Rai, è tensione con Magnolia: a rischio anche La Corrida?
Ci sarebbe tensione tra la Rai e il gruppo Banijay dopo la chiusura de Il paradiso delle signore.
Tutto ha avuto inizio con la mancata riconferma de Il paradiso delle signore, la serie tv di Rai 1 che, dopo due stagioni in prime time, è stata trasformata in un “daily”, in onda ogni pomeriggio, da lunedì a venerdì, alle ore 15:30.
La notizia non è ancora ufficiale ma la chiusura de Il paradiso delle signore, serie prodotta da Aurora Tv, è pressoché certa al punto che parte degli addetti ai lavori, insieme ai fan che, al contempo, hanno anche lanciato una petizione sul web, hanno protestato recentemente nei pressi di Viale Mazzini. La trattativa, come riporta La Repubblica, con Aurora Tv che sarebbe stata disposta ad abbassare i costi di produzione da 17 a 13,5 milioni di euro, non sarebbe mai decollata.
La situazione creatasi potrebbe avere ripercussioni anche sulla nuova edizione de La Corrida, il celebre varietà di Corrado, tornato in onda l’anno scorso con Carlo Conti alla conduzione, perché Magnolia, che produce La Corrida, e Aurora Tv fanno entrambe parte del colosso Banijay.
Stando sempre a quanto riporta La Repubblica, la Magnolia potrebbe togliere La Corrida alla Rai perché quest’ultima non avrebbe esercitato, entro i termini previsti, l’opzione per la messa in onda del varietà, nonostante la fase di pre-produzione sia già stata avviata e l’amministratore delegato Rai Fabrizio Salini non avrebbe manifestato preoccupazione per il “contrattempo burocratico”.
Questa tensione creatasi tra la Rai e Magnolia, però, potrebbe toccare anche altri programmi come L’Eredità e Vieni da Me. La Magnolia, infatti, temerebbe che il quiz show condotto da Flavio Insinna possa tornare in onda solo nel 2020 (notizia già smentita dalla Rai) e che il programma condotto da Caterina Balivo, invece, possa essere rimpiazzato con un prodotto interno.
Fare tutto “in casa”, comunque, fa parte del piano industriale che Salini ha presentato dinanzi alla Commissione di Vigilanza. Non si sta parlando di una “guerra” contro le produzioni esterne ma della volontà dell’ad Rai di puntare solo su produzioni esterne che abbiano sostenibilità nei costi e ritorni assicurati.