La Confessione, Maurizio Costanzo: “Dal Maurizio Costanzo Show ai talk di oggi, l’importante è il frittomisto”
Maurizio Costanzo si racconta a Peter Gomez e svela come sia davvero nato il Maurizio Costanzo Show. Poi parla di Paolo Villaggio, ma anche dei talk di oggi e del loro ‘frittomisto’ necessario alla sopravvivenza.
“Partiamo dalle origini” introduce Peter Gomez entrando in studio, dove, stasera nella puntata de La Confessione in onda sul Nove, intervista un ospite d’eccezione. Stiamo parlando di Maurizio Costanzo, uno dei padri della tv che proprio sin dalle origini inizia a raccontare a Gomez della sua carriera.
“Com’è nato Maurizio Costanzo Show?”, gli domanda Gomez. E così riscopriamo di come il tutto parta un lunedì sera dal Teatro Sistina di Roma, dopo che una strana idea di Maurizio Costanzo, quella di intrattenere gli spettatori in attesa di entrare in teatro, prenderà forma diventando un esperimento vero e proprio, portando piano piano, quasi inaspettatamente, a quello che conosciamo oggi come il primo vero talk show in tv.
“Fu un grande debutto. Quando capimmo che funzionava, spostammo tutto al Parioli, portando il Maurizio Costanzo Show a divenire uno spettacolo settimanale. Poco dopo, Silvio Berlusconi mi propose un contratto in esclusiva per Mediaset. Lo scopo era quello di far diventare il Maurizio Costanzo Show quotidiano, e così fu. Iniziammo ad andare in onda ogni sera, ma inizialmente non sapevamo bene ciò che stavamo facendo, c’è da ammetterlo”
Qualche aneddoto su Silvio Berlusconi non poteva mancare, e così Gomez lo incalza: “Davvero Berlusconi voleva imporle la cravatta in tv?”. “Tutto vero” risponde prontamente Costanzo, “ma io nel corso del Maurizio Costanzo Show non la indossai mai. Se però ricorda bene, presentai per tanti anni anche Buona Domenica. In quel programma, per carineria, mi impegnai ad indossarla sempre”.
Tra i tanti personaggi scoperti da Maurizio Costanzo anche Paolo Villaggio:
“Lo scoprii per caso, una sera a Genova. Mi trovavo in città per lavoro e un collega mi disse di andarlo a vedere in teatro. Mi invaghii di lui a tal punto da invitarlo subito a cena per fargli firmare quasi su di un tovagliolo, su di un pezzo di carta, un contratto per poterlo fare lavorare per me. Iniziò con degli spettacoli a Roma. Durante uno dei suoi cabaret, in platea invitai dei dirigenti di Mediaset. Lo notarono subito e lo portarono immediatamente in tv al mio fianco”
E quando Peter Gomez domanda a Costanzo se ci sia un personaggio al quale si sia mai pentito di aver dato visibilità, la risposta arriva chiara: “Assolutamente no, nessuno. Tuttavia, qualche anno fa festeggiai i 20 anni del Maurizio Costanzo Show e, tra i tanti invitati, ci fu una persona che non volle venire per nessuna ragione al mondo. Si tratta di Valerio Mastrandrea. Ci rimasi molto male, ma poi tutto si sistemò, ad oggi siamo tornati in buoni rapporti”.
La ricetta per il talk show perfetto, per Maurizio Costanzo rimane una: quella che lui definisce il ‘frittomisto‘.
“Il segreto è pensare all’alto e al basso. Io lo chiamo ‘frittomisto‘. Se in un talk show porti un personaggio nuovo, una storia nuova, allora funziona. Insomma, basta mischiare tutto affinché tutto diventi interessante. Se invece si fa soltanto un talk politico, si attireranno soltanto quelli che si interessano di politica, così come se si tratta di gossip si interesserà soltanto un dato pubblico. Solo mischiando tutto si riesce ad andare avanti”