Francesco Giorgino: La bravura e la padronanza del mezzo a disposizione del Tg1
L’ottimo lavoro del conduttore del Tg1 nell’edizione straordinaria del telegiornale della prima rete dedicata al rogo di Notre Dame
C’è un giornalista televisivo che ha segnato la storia della televisione, per qualità, professionalità, garbo e padronanza del mezzo. Il riferimento è a Paolo Frajese, grande giornalista e conduttore del Tg1 che ha fatto parte di una grande epoca di giornalisti televisivi. Mi vengono in mente fra gli altri Massimo Valentini, Alberto Michelini, Vittorio Citterich, Angela Buttiglione, Mario Pastore, Italo Moretti, fino allo stesso Bruno Vespa.
Professionisti che senza tutti i mezzi informatici di oggi e con sole due righe di una agenzia di stampa scritte su di un foglio di carta, erano capaci di andare avanti per ore a braccio con grande padronanza di parola, riuscendo a tenere incollati i telespettatori durante edizioni straordinarie del Tg.
Lunedì il Tg1 ha fatto una edizione straordinaria dedicata al rogo che ha colpito la cattedrale Notre Dame di Parigi. Una edizione cha ha vinto la serata in termini di ascolto, ma non è specificatamente di questo che vogliamo parlare. Vogliamo parlare del suo conduttore Francesco Giorgino. Giorgino sono anni che conduce l’edizione di prima serata del Tg1 con ottimi risultati, ma più che nella classica edizione del telegiornale, un giornalista televisivo dovrebbe essere giudicato in eventi come quello di lunedì, ovvero in edizioni straordinarie.
Ebbene Giorgino ha condotto quell’appuntamento speciale del Tg1 con grande professionalità, seppur con le poche informazioni che giungevano dalla Francia. Ha saputo dimostrare la sua bravura e la sua padronanza del mezzo ed in alcuni frangenti ha ricordato proprio Paolo Frajese, che personalmente ritengo fra i milgiori giornalisti televisivi dalla riforma della Rai del 1975 ad oggi.
Frajese, oltre che condurre il Tg1 e confezionare servizi da inviato speciale, ricordiamo quello subito dopo il rapimento dell’onorevole Aldo Moro: un piano sequenza rimasto nell’annali del giornalismo televisivo italiano, si è anche misurato nella conduzione di programmi televisivi, anche di infotaiment. Citiamo 30 anni della nostra storia di Carlo Fuscagni, dimostrando come si possa condurre programmi a metà strada fra l’informazione e lo spettacolo (in quella trasmissione per esempio c’erano Mino Reitano, Bobby Solo e Little Tony che cantavano le canzoni degli anni presi in esami con l’orchestra dal vivo diretta da Victor Bacchetta) con grande garbo, senza sbracare e mantenendo un rigore che la professione del giornalista dovrebbe mantenere, con una dose di franca leggerezza che sappia accompagnare il pubblico, senza sfociare nella pedanteria.
Frajese era tutto questo e Giorgino siamo certi, potrebbe essere un degno erede del grande giornalista romano.