Game of Thrones 8, il quinto episodio risveglia la serie tv dal torpore, in attesa del finale epico
Il quinto episodio dell’ottava stagione di Game of Thrones regala al pubblico momenti clou della serie, che hanno faticato ad arrivare negli episodi passati e che preparano al finale di serie
-Attenzione: questo post contiene spoiler sul quinto episodio dell’ottava stagione di Game of Thrones-
“Finalmente”. Ci sono voluti cinque episodi (su sei) prima che Game of Thrones sferrasse il colpaccio e tornasse a vibrare di quella potenza con cui ha attirato nel corso delle stagioni milioni di telespettatori. “The Bells”, il penultimo episodio, dà ai fan tutto ciò che la terza puntata, la attesissima Battaglia di Winterfell, non aveva dato loro, sia in termini di spettacolarità, che di colpi di scena e di… luce.
Partiamo con quella che era stata annunciata nei giorni scorsi come la battaglia tra le regine. Daenerys (Emilia Clarke) sferra il suo attacco finale contro Cersei (Lena Headey) che, intanto, ha fatto entrare nella Fortezza Rossa più civili possibili. Una sorta di assicurazione, per la Regina di Approdo del Re, convinta che la pietà di Dany diventerà un’arma contro lei stessa.
L’unico a sperare in una soluzione pacifica sembra essere Tyrion (Peter Dinklage), che convince Dany ad interrompere l’attacco qualora dovessero suonare le campane della città, segno della resa di Cersei. Come fare per convincere Cersei ad arrendersi? Mandandole, all’insaputa di Dany, Jaime (Nikolaj Coster-Waldau), l’unico che sa arrivare al suo cuore.
Tutto sembra andare secondo i piani, ma ecco che quella che per anni è stata una teoria diventa realtà: al suono delle campane, dopo aver decimato i soldati della Compagnia Dorata e dell’esercito Lannister e dell’Isola di Ferro, Daenerys non si ferma ed in sella al suo Drogon mette in atto una vera e propria carneficina che distrugge Approdo del Re e non risparmia nessuno dei suoi abitanti. La “Mad Queen” di cui tanto si era vociferato ora è tra di noi (e secondo alcuni, la visione che ha alla fine del secondo episodio, in cui si trova nella sala del trovo, era rivelatrice: non era neve quella che la circondava, ma cenere…).
L’episodio, poi, rivela altri due snodi narrativi importanti: uno è l’uscita di scena di Cersei e Jaime, che così come sono nati insieme muoiono insieme nei sotterranei della Fortezza Rossa. Gli ultimi istanti di Cersei ci mostrano una Regina non pentita ma sinceramente spaventata e preoccupata non tanto della sua sorte, ma quella del figlio che porta in grembo. Ancora una volta, Cersei si dimostra uno dei personaggi più complessi e suggestivi della serie, capace di suscitare nel pubblico rabbia ed antipatia mista a compassione.
L’altro evento da segnalare è legato ad Arya (Maisie Williams): se ad inizio episodio la sua spavalderia ci vuole convincere che riuscirà anche questa volta nel suo obiettivo, a fine puntata la troviamo stravolta. Lei, che in sette stagioni ha dovuto combattere contro vari nemici per la propria sopravvivenza, sembra sopraffatta da quanto vede. Una brutalità che non la lascia indifferente e che la vedrà inevitabilmente tra i protagonisti del series finale.
Perché ora resta solo un episodio di Game of Thrones, e le aspettative, dopo “The Bells”, sono altissime. Il quinto episodio è diventato una risposta al terzo, considerato troppo buio e troppo tenero per quanto riguarda le uscite di scena. “The Bells”, oltre a tenersi in pieno giorno, ha portato all’addio di cinque personaggi: Cersei, Jaime, Varys (Conleth Hill), Euron (Pilou Asbæk) ed il Mastino (Rory McCann).
E’ evidente la sensazione di voler chiudere definitivamente la serie e di non voler risparmiare nulla. La distruzione di Approdo del Re sarà uno dei momenti più significativi di tutta la serie tv, che ha campato per anni nell’attesa di una soluzione al conflitto, fino ad oggi, a distanza tra i protagonisti.
E forse vedere arrivare questo momento ha deluso alcuni fan che (come d’altra parte sempre accade quando l’hype è altissimo) si aspettavano momenti più epici o spiegazioni più logiche a certe scene. Ma il problema non è il quinto episodio in sé, quanto i quattro precedenti. Le prime stagioni di Game of Thrones avevano abituato il pubblico a preparare per bene il terreno al colpo di scena finale, alla scena cult della stagione, sviluppando le storyline in modo che giustificassero le scelte di ogni personaggio. L’ultima stagione, complice la breve durata, ha dovuto velocizzare questo processo, regalando quattro episodi che hanno cercato di vivere di rendita delle stagioni precedenti.
Con “The Bells”, però, Game of Thrones sembra essere tornato ai fasti narrativi di un tempo. Se da un punto di vista tecnico sono state raggiunte vette che saranno difficili da eguagliare in futuro, narrativamente parlando l’episodio ha cercato spesso un gancio emotivo con il pubblico, alternando momenti di pura azione ad altri che rallentassero l’adrenalina ed aumentassero la commozione.
Un bel regalo per i fan, un po’ delusi dall’andamento della stagione finale, e che ora sperano che la fine di Game of Thrones possa essere all’altezza: la resa dei conti tra i pochi personaggi rimasti in gioco per salire sul Trono di Spade non farà contenti tutti ma, sicuramente, non passerà inosservato.