Duisburg – Linea di Sangue, Enzo Monteleone a Blogo: “La storia di questa strage arriva forte. Ne Il Capo dei Capi c’era bene e male, raccontare solo la mafia non è un bel servizio” (Video)
L’intervista di TvBlog a Enzo Monteleone, regista di Duisburg – Linea di Sangue.
Enzo Monteleone è il regista di Duisburg – Linea di Sangue, film tv di Rai 1 dedicato alla Strage di Duisburg del 2007, che andrà in onda questa sera, mercoledì 22 maggio 2019.
Noi di TvBlog abbiamo intervistato il regista in occasione della conferenza stampa di presentazione del film tv.
Enzo Monteleone ha esordito, parlando del suo modus operandi riguardante le storie di mafia:
All’inizio, deve esserci una storia coinvolgente, una storia che ti appassiona, per la quale decidi di dedicare un paio di anni della tua vita. In questo caso, la storia della strage di Duisburg arriva talmente violenta, talmente forte, che quando me l’hanno proposta ho detto subito di sì. Mi sono documentato e lì comincia il lavoro di sceneggiatura grazie al materiale di repertorio, articoli, interviste, documenti investigativi, stralci delle intercettazioni, del processo… Tanto materiale, per raccontare un avvenimento che ha coinvolto di più l’Italia all’estero e che ha sconvolto la Germania che, da allora, ha aperto gli occhi, capendo di essere stata infettata dalla ‘ndrangheta che è diventata la più terribile mafia internazionale.
Il regista padovano, parlando ovviamente di Duisburg, si è anche espresso sul rischio di poter incappare nei classici luoghi comuni tra Italia e Germania:
La tragedia è successa nel Ferragosto 2007, l’anno prima, estate 2006, l’Italia diventava Campione del Mondo in Germania, eliminando la Germania. Diciamo che riguardo questa lotta e questo rapporto amore-odio, che tra l’altro questo amore-odio ce l’hanno i tedeschi, noi abbiamo solo l’odio, amore non ce n’è tanto, noi abbiamo cercato di evitare i cliché, nel film non ce ne sono. Il contrasto descritto nel film è quello tra due poliziotti, il poliziotto italiano e il poliziotto tedesco, quest’ultimo abbastanza all’oscuro riguardo le dinamiche mafiose italiane.
Enzo Monteleone ha espresso anche la propria opinione riguardo le serie dove il bene è quasi assente o addirittura assente del tutto:
Questo è un problema che io mi sono proposto quando ho fatto Il Capo dei Capi. Il Capo dei Capi doveva essere una apoteosi di Corleonesi ma, in realtà, raccontava il bene e il male, li c’erano anche grandi investigatori siciliani degli anni ’70 e ’80. Daniele Liotti rappresentava il ragazzo di Corleone che decideva di diventare da mafioso a poliziotto. Io credo che raccontare solo la mafia, solo il male, non si fa un bel servizio in generale, a meno che non diventi una tragedia shakespeariana. Non so c’è il rischio di emulazione… Mi ricordo che quando uscì Romanzo Criminale, a Roma giravano tutti con la maglietta con i vari personaggi… Con Gomorra, lo stesso… E’ anche il genere più esportato nel mondo dopo Montalbano… Noi cerchiamo di esportare, invece, anche i nostri piccoli funzionari che fanno bene il loro lavoro, i bravi italiani che fanno bene il loro mestiere.
Nel video, potete trovare le dichiarazioni integrali di Enzo Monteleone.