Veronica Pivetti a Blogo: “Bleah! è una web-serie catastrofica! Paolo Conticini è un presidente degli Stati Uniti completamente scemo!” E su Provaci ancora Prof!…
Veronica Pivetti su Provaci ancora Prof!: “Mi chiedono spesso quando arriva l’ottava stagione… Io, con un dispiacere infinito, mi tengo vaga perché ho paura che mi diano uno schiaffo!”.
A partire da oggi, giovedì 23 maggio 2019, sarà disponibile sulla piattaforma YouSquare, una nuova web-serie diretta e interpretata da Veronica Pivetti, intitolata Bleah!.
La storia, scritta da Giovanna Gra, è ambientata in un’America “semi-futura” dove il presidente degli Stati Uniti Jimmy Wilson, interpretato da Paolo Conticini, è ostaggio del mondo digitale e, per questo motivo, deciderà di lanciare il robot FreddieXXX, pronto a governare gli algoritmi del mondo. Il robot, però, si innamorerà della figlia del programmatore Willy Stracci, interpretato da Yari Gugliucci, ex marito di Carol “Rice” Taylor, la Segretaria di Stato interpretata proprio da Veronica Pivetti. L’incontro tra la ragazza, Angie, interpretata da Ludovica Bizzaglia, e il robot, interpretato da Riccardo Maria Manera, genererà il “bug” del millennio.
TvBlog ha intervistato Veronica Pivetti a poche ore dal lancio di questa web-serie.
Quali sono i messaggi che hai voluto lanciare con Bleah!?
Che domanda complicata! Anzi no, in realtà, non ci sono grandi messaggi ma c’è comunque un discorso interessante. Premesso che è una web-serie dove si ride, che è sempre stato il mio modo di esprimermi, questa, in realtà, è qualcosa di più di una commedia, è la parodia di un film catastrofico. La catastrofe consiste in un sostanziale e devastante depauperamento del linguaggio. E’ una storia che racconta dei programmatori che inventano un robot che si ribella alla sua condizione di robot, grazie all’amore, perché si innamora della figlia di questi due programmatori e manda un virus sulla Terra per cui la gente non riuscirà più a parlare. Il messaggio è questo: in una realtà estremamente tecnologica come quella nella quale viviamo, che è ormai il regno della comunicazione, è il linguaggio quello che ne fa le spese cioè la vera comunicazione tra le persone e quello che succede nella nostra serie, secondo me, è proprio questo continuo parlare che diventa un parlare senza senso. Il messaggio è che comunichiamo tanto ma cosa ci stiamo dicendo? I social la fanno da padroni ma se ci vengono a mancare le parole giuste, cosa ci diciamo? Ecco, se abbiamo una confusione nel nostro linguaggio rischiamo di non capirci affatto e soprattutto rischiamo di non essere vicini che è la cosa poi più importante. Avvicinare le persone, in realtà, è il meta-messaggio che noi mandiamo.
Altri dettagli di questa storia, quali sono?
La storia, secondo me, è divertente: è la storia di questi programmatori e del progetto di questo robot che si chiama FreddieXXX, voluto espressamente dal presidente degli Stati Uniti, tal Jimmy Wilson, interpretato da Paolo Conticini secondo me magistralmente. E’ completamente scemo, non Paolo Conticini ma questo nostro inventato naturalmente presidente (!), fortemente repubblicano e non proprio un genio…
E ogni riferimento è puramente casuale!
Casualissimo, bravo! Il primo cartello che ci siamo preoccupati di inserire nei titoli di coda è stato proprio questo: ogni riferimento è puramente casuale. Più che scemo, è un bambinone, un adulto non cresciuto che si diverte con cose molto elementari, che non capisce e devo dire che è il personaggio più simpatico della serie, non si raccapezza per niente con questi social, con la tecnologia, con i computer… Per cui, io sono il Segretario di Stato e tappo le falle della sua ignoranza, compito molto difficile… Poi, c’è un colonnello pieno di medaglie che, ovviamente, fa sempre parte dello staff del presidente e poi ci sono questi programmatori che sono i veri geniacci della situazione. Le puntate sono 6 e durano 7 minuti. E’ tutto estremamente paradossale ma, in realtà, poi non lo è, la cosa che a me interessava molto è che tutto questo fosse raccontato in maniera comica e spero di esserci riuscita. Poi lo scopriremo questa sera quando sarà on line alle ore 21 e vedremo come verrà presa…
Questa è una web-serie…
E’ un’operazione grossa. Io vengo da un percorso molto strutturato che è quello della fiction ed è chiaro che il web chiede altre cose, chiede altri ritmi, chiede anche un’altra semplicità, un’altra agilità. Mi permetto di dire che, secondo me, la struttura è molto forte, anche la struttura estetica, è un prodotto da web come agilità ma, come mezzi, è un prodotto dove ci siamo molto ingegnati perché sembrasse più ricco possibile poi, ovviamente, lacrime e sangue… Gli attori sono stati eroici perché hanno tutti partecipato gratuitamente… Colgo anche questa occasione per ringraziarli. L’autrice è Giovanna Gra, lavoriamo insieme ormai da vent’anni, quindi ci conosciamo molto bene. Ci piacerebbe continuare a raccontare, anche paradossalmente, storie che poi, in realtà, non sono così tanto paradossali.
La scelta del registro comico, come tu hai sottolineato, è per attenuare una certa angoscia che, comunque, certi argomenti come il futuro, la tecnologia, provocano?
Non è sbagliata affatto questa tua osservazione anzi, forse mi dai un’altra motivazione! In effetti sì. Ti dico, io sono la prima ad avere l’angoscia del computer, in questo momento, ti sto parlando con un Nokia da 49 euro! E’ un telefono che telefona e basta! Ho l’angoscia di questa tecnologia che m’invade, sono inorridita dai social, mi fa molto piacere andare sui social con questa cosa che stiamo reclamizzando, i social si nutrono di questa roba ma a me questa roba fa paura e, in questo, sono un po’ simile al presidente degli Stati Uniti. C’è la necessità di prendere un po’ in giro il modo in cui ci stiamo riducendo.
Da esterna, quindi, cosa ti piace della tecnologia attuale e cosa non ti piace?
Quello che mi piace è il fatto che possiamo sapere tantissime cose contemporaneamente. Quello che non mi piace è che tantissime cose sono false, possiamo sapere tantissime cose ma sono sempre tutte cose da verificare. La velocità è una cosa importantissima ma non è un valore assoluto. Quando una cosa esiste, non puoi combatterla più di tanto, la velocità è arrivata e ben venga… All’epoca mia, si andava in giro con i gettoni del telefono, poi è arrivato il cellulare… Questo tipo di velocità è progresso ma, secondo me, il rischio enorme è una superficialità spaventosa. C’è anche chi, i social, li cavalca bene e la maggior parte delle persone rischia di essere posseduta da tutto questo, questo è il vero nodo secondo me. Il vero problema è che tutto ciò non ci appartiene, siamo noi che apparteniamo a noi. Questo meccanismo vuole darci i ritmi, vuole dirci cosa dobbiamo postare, che dobbiamo mandare una foto, l’ora migliore per mandare una foto… Ma vaffanculo! Tutto questo ci snatura, secondo me, e ci obbliga a diventare quello che non siamo. E’ pericolosissimo soprattutto per i ragazzi e io ho grande fiducia in loro.
Quindi, possiamo dire che Bleah!, anche se in chiave comica, racconta un futuro distopico?
Certo, è una catastrofe, è una web-serie catastrofica su quello che esattamente temiamo e che non ci auguriamo. Stiamo già ragionando sulla seconda serie perché ci piacerebbe molto vedere cosa succederebbe se gli uomini non comunicassero più pur essendo ancora tutti vivi.
In Bleah! c’è una differenza di linguaggio rispetto ad altre serie. Una serie come questa avrebbe potuto trovare spazio in tv?
Dipende dal canale. Ci sono tv generaliste che non ti daranno mai lo spazio… Perché, secondo te, io sono andata sul web? Volevo dire delle cose con un linguaggio di questo secolo e non di tre secoli fa. Io sono la faccia di Rai 1 da vent’anni e sono grata a Rai 1, per me è stata veramente una madre e spero lo sia ancora per tanti anni, ma ci sono mezzi differenti, c’è la Rai poi c’è Sky, usiamoli. Sono andata sul web per poter dire quelle cose, in quel modo. C’è una libertà di linguaggio enorme, c’è anche una libertà di esagerazione. Su un canale generalista, probabilmente, questa cosa non avrebbe alcun senso e non ha neanche senso il formato, in realtà, 7 minuti di una roba tutto concentrata, non so quanto senso possa avere… Ci sono anche altri canali più piccoli, più specifici, e questa specializzazione, in qualche modo, ci può aiutare e poi ci sono canali che hanno anche dei formati molto più agili, molto diversi da quelli a cui siamo abituati.
Questo è il tuo secondo lavoro da regista…
Questo è il mio secondo lavoro, io ho fatto il mio primo film che amo molto e che ha avuto una grande sfortuna distributiva come circa il 70% dei film italiani. Il web ha una distribuzione molto diversa. Io, in tutto ciò, insieme ad altre due socie, siamo tre donne, abbiamo creato questa piattaforma che si chiama YouSquare dove questa serie verrà distribuita on line. Questa piattaforma è una sorta di rifugio per tutte le professionalità di questo mondo, in linea di massima dello spettacolo, che non trovano uno spazio ufficiale. Io sono un po’ stufa di questo sistema, penso che il web ci possa aiutare a non fare la fila, sempre mantenendo la qualità e l’impegno. Per fare questa web-serie, ci siamo comportati come se stessimo facendo Il Trono di Spade! Tornando al mio film, per me è stato la più grande riuscita della mia vita e la più grande disperazione professionale nel senso che ero felicissima di farlo e disperata per la sua inesistente distribuzione. Ci ho messo un po’ di tempo a leccarmi le ferite. Questo viaggio è partito così.
Nel tuo film, hai parlato di omosessualità, in questa serie parli di tecnologia, in tv parli di femminicidio. L’impressione è che hai sempre un sguardo attento all’attualità. Quale altro argomento ti piacerebbe trattare in futuro?
Qualunque argomento… Tutto può essere interessante, dipende da come lo racconti, so di essere banale ma sono profondamente convinta che se il linguaggio è solido, forte, intenso, pensato, puoi raccontare qualsiasi cosa. Poi, è chiaro che c’è l’argomento che mi prende di più e l’argomento che mi può prendere di meno. Io ho fatto un film su quell’argomento perché mi era arrivata una storia che mi piaceva moltissimo e mi sono messa in gioco con la regia. Mi sono messa in gioco totalmente anche qui e l’aspetto che mi interessava di più era proprio quello della regia, misurarmi con una regia un po’ diversa da quella che siamo abituati a vedere. Sono orgogliosissima di quello che ho fatto ma sono anche altro. Le mie socie sono persone estremamente più attente e critiche, per cui laddove c’è carenza di attenzione da parte mia vengo subito riportata all’ordine! Io sono anche una a cui piace svolazzare… Io sono una persona abbastanza attenta, molto curiosa, ma cerco di cogliere le cose che possono essere interessanti. Il mio modo personale di vedere le cose è quello che mi porta poi a voler approfondire il discorso della regia.
Da regista, quanto aumentano le responsabilità?
Totalmente! Essendo una persona “malata” da questo punto di vista, nel senso che sono una fanatica di questo lavoro, il lavoro della comunicazione a me piace da pazzi. Mi sento un po’ in colpa se dormo oltre le 7 del mattino perché dico sempre che bisogna lavorare! Tutto ciò sfocia nella perversione però non importa, io ormai sono cosi… Il fatto di avere tante responsabilità mi rende contenta.
Una domanda inevitabile riguarda Paolo Conticini… I fan di Provaci ancora Prof! saranno contenti di vederti di nuovo insieme a lui…
Lo spero!
Ancora continuano a chiederti se ci sarà una nuova stagione?
La domanda che mi viene fatta più spesso in assoluto è quando arriva l’ottava stagione… Io, con un dispiacere infinito, non solo per me ma anche per l’espressione che vedo sulle facce delle persone, mi tengo vaga perché ho paura che mi diano uno schiaffo! In realtà, credo che non si farà… Sono tutti disperati! Durante la tournée, le persone che mi venivano a salutare in camerino mi chiedevano della Prof e io dicevo loro che non credo che si farà… Io non posso procurare bombole di ossigeno a tutti! Sono felice di averla fatta, abbiamo vinto tutte le serate, ho allevato generazioni, la cosa tremenda quando mi dicono che sono cresciuti con me e lì mi viene da dare uno schiaffone!! Un’ottava stagione mi divertirebbe moltissimo. Vedremo cosa capiterà nella vita…
Ad esempio, Provaci ancora Prof! potrebbe anche trovar spazio, in qualche modo, sulla tua piattaforma…
Magari! Ci sarebbe un problema di diritti, naturalmente… Trasformarla per il web sarebbe stu-pe-ndo! Si potrebbero dire cose in maniera molto più cruda, che poi la realtà nella quale viviamo è molto più cruda… Sarebbe bellissimo.
Aggiornamento ore 22
Bleah!, la serie web con Veronica Pivetti, ha mandato in “crash” la piattaforma yousquare.it per eccesso di visualizzazioni. Gli utenti, quindi, sono stati deviati su Vimeo per vedere la serie.