Ok, è la prima. E la prima puntata di un nuovo format è sempre difficile da valutare: emozione, rodaggio, entusiasmo da ‘all-in’ sono i principali ostacoli per chi si mette alla prova della diretta e deve presentare al pubblico un prodotto nuovo. Il caso Italia sì insegna. Ciò nonostante ci sono dei tratti già sufficientemente caratteristici di questo Io e Te, che si potranno smussare in corso d’opera, anche perché sennò così la vedo difficile procedere con convinzione 5 giorni a settimana. Soprattutto se non limitano gli applausi del pubblico in studio…
Partiamo dall’elemento positivo, ovvero dalla forma pacata e dai modi gentili, con cui si mira a riportare in auge, come dichiarato in apertura, una tv non urlata ed elegante. Ci si prova con i due segmenti iniziali, ovvero con un talk senza dibattito, ma costruito a giro come qualcuno ha insegnato alla tv italiana – anche se nella presentazione del programma sembrava dovessimo assistere a uno scontro tra opinioni diverse – e con un’intervista di coppia che insiste su quel che sembra l’obiettivo del programma, un edutainment sui valori che contano e che in tv sono démodé tanto quanto l’eleganza della forma. Con il primo segmento di coppia, il valore propugnato è la famiglia, intesa come entità da costruire giorno per giorno, condividendo sì ma anche abbozzando: testimonial due ottantenni da copertina. Questo sottotesto educational attraversa i diversi segmenti con i commenti degli ospiti e del conduttore, che non manca di esprimere qualche giudizio e qualche consiglio sulle cose importanti della vita.
Peccato, però, che la forma da sola non basti, tanto più che sembra che si confonda l’affettazione con l’eleganza. Ma in tempi di vaffanculo urlati al padrone di casa è bene non guardare troppo al capello: meglio modi un po’ forzati che puntino a esser d’esempio agli altri che svaccamenti inutili.
Se la forma sembra avere una sua direzione, lo stesso non si può dire dei contenuti, deboli e nel contempo ambiziosi. Pare quasi che si sia arrivati a costruire una forma senza una sostanza, talmente vacuo è il racconto. Iniziare un nuovo programma domandandosi cosa sia la felicità la trovo una decisione buona per un numero zero, per la serie ‘partiamo con la qualunque’, ma che non può essere davvero una linea di racconto convincente da esaurire in 100′ di programma, a meno che non si possa contare sull’empatia del conduttore e degli ospiti. Ma non tutti sono Mara Venier e quindi ‘la conversazione tra amici’ che coinvolge Enrica Bonaccorti, Eliana Liotta, Gianpiero Mughini e Concita Borrelli sulla felicità sembra non sapere dove andare e finisce per deviare verso un salottino bon ton dai toni anche un po’ snob, che bacchetta i presenzialisti della mondanità o coloro che, dimentichi del proprio privilegio (termine che Diaco ripete a ogni pie’ sospinto, a sottolineare una certa distanza da certi colleghi), si espongono “pateticamente” sui social. Ma anche vivere nei cocktail party o di luce riflessa può essere felicità, ricorda qualcuno. Ma effimera, si ribadisce. Ed è qui che (ri)emerge l’intenzione educational sui valori cui abbiamo fatto riferimento prima. E se il messaggio che risuona più convintamente è che la felicità è leggere (massima assolutamente condivisibile), bisogna anche riuscire a convincere il pubblico a restare davanti alla tv e non rifugiarsi in un buon libro.
Certo, chi tende a leggere senza campagne di sensibilizzazione difficilmente incrocia la tv del daytime: e qui scatta un pensiero al target cui si guarda. Diaco si appella subito alle nonne, grande ammortizzatore sociale di questo paese (assolutamente d’accordo). Lo fa con l’intervista over, perfetta per ricordare gli inizi di un amore magari oggi interrotto dall’età o offuscato dai decenni di abitudine, lo fa con l’intervista finale, rivolta a un personaggio amato dal pubblico più agèe, lo fa con La Posta del Cuore di Sandra Milo, salvata solo dalla Milo e da quel che rappresenta (e liberatela dal gabbiotto svilente). Visto che abbiamo accennato alla ‘regina dei sentimenti’, accenniamo anche alla ‘regina della risata’, Valeria Graci, praticamente non pervenuta: il suo tentativo di controcanto è stato soffocato dall’esondazione di Diaco, che bacia, abbraccia, manifesta affetto e gratidudine, ma di fatto non riesce a far andare avanti i racconti.
Tornando al pubblico di riferimento, direi che è ben rappresentato dalla signora Maria Luisa del pubblico parlante – ancora non espressosi come immagino il format desideri – che fa sciarpe all’uncinetto mentre il programma si svolge davanti ai suoi occhi: un vero e proprio simulacro del telespettatore a casa, Lettore Modello che si fa Lettore Reale. Per qualche strano cortocircuito enciclopedico, la signora Maria Luisa mi ha ricordato la Laurito di Quelli della Notte, così come il signore col pappagallo sulla spalla il Roberto D’Agostino che evocava chi aveva 20 anni nel 1968 con una seppia sulla spalla. A dirla tutta, anche il talk così evanescente e casuale mi ha riportato a Quelli della Notte, come se mi trovassi a seguire una versione reale del salotto non-sense di Arbore, che partiva da “Deve la donna di Cesare essere al di sopra di ogni sospetto?” e arrivava a “Mogli e buoi dei paesi tuoi”. Paralleli altissimi, me ne rendo conto. Ma ahimé questa prima puntata di Io e Te (e sottolineo prima, perché si può e direi che si deve migliorare) non può ambire al titolo di Quelli del Daytime.
A proposito di Io e Te, direi che il titolo potrebbe diventare Io e Io. Diaco non riesce a uscire da sé. Non c’è frase che non inizi con ‘io’, non c’è argomento che non sia introdotto da una sua azione, commento, ricordo, aneddoto. Il risultato è un racconto spietatamente egoriferito, che fatica ad andare avanti anche nel ‘tu’, quando si devono coinvolgere gli ospiti, e nel ‘voi’ per includere il pubblico a casa. La tv è ‘noi’, se non nelle sue forme più egoriferite, appunto, che non corrispondono sempre a quelle che hanno un cognome nel titolo. I maestri, ad esempio, insegnano a porgere la palla e a farla girare in maniera quasi mimetica, non a fermarla e a rilanciarla ‘a chi e quando lo dirò io’. Ma sono cose che si imparano facendole, diciamo. In questo l’esperienza radiofonica può essere un limite e non un vantaggio: e in tv, forse ancora più che in radio, le parole valgono (e l’attenzione mostrata per il vocabolario ne evidenzia la consapevolezza) e le battute sono pericolose. “Quello che girava nel 1969, buono ma impraticabile” è una battuta fattibile in radio, ma può essere uno scivolone pericoloso nel pomeriggio di Rai 1. Bisogna prendere la mano con i tempi (come ammette con onestà Diaco) ma anche con i contenuti e con con il racconto tv.
Ma soprattutto bisogna guardare al noi.
Sempre che non diventi un plurale maiestatis.
Io e Te, diretta prima puntata
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14.01
Blu e fucsia i colori di questo studio che canta Io e Te di Rossi ed esplode di applausi ed entusiasmo. “per me un ritorno, considero la rai la prima industria televisiva italiana e prometto di rispettare tutte le posizioni, di fare una tv garbata e che rispetti le persone a casa. Con il direttore di Rai 1, il capostruttura e gli autori abbiamo pensato a due donne: per me è la regina dei sentimenti ed è veramente un onore. Per il contrappunto comico, la mia iconografia è andata a lei, che ha anche doti da conduttrice straordinarie, che si è fatta da sola… Valeria Graci.
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14,03
“Con questa rosa non ti devo portare in esterna, vero?”: Valeria Graci evoca Uomini e Donne, che tanto è in ferie.
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14.06
Vorrei essere chiamato Pigi dal pubblico, che apre da un libro “che io ho letto”, ovvero Prove di felicità. Ed è qui che parte il talk sulla felicità: se ne può fare a meno?
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14.13
L’amore chiave per la felicità: beh, se non ce lo diceva Harvard….
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14.14
La forma è piacevole, senza urla, con moderazione: sembra un talk uscito dagli anni ’70. Il contenuto è francamente discutibile, nel senso che siamo all’acqua calda, ma per rompere il ghiaccio magari serve. Iniziare dalla felicità è senza dubbio ambizioso.
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14.17
“Io ricordo quando sono venuto a casa tua… io non vado da anni agli incontri mondani…”: Io e Diaco.
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14.18
La Borrelli, che si occupa di costume, sottolinea che non parla di mondanità né di gossip. La felicità sua e di Mughini è leggere. Un bel messaggio, ribadito da Diaco. In effetti si potrebbe spegnere e leggere un buon libro.
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14.20
Felicità effimera del mondo dello spettacolo… Ma sta girando verso un’accusa verso il presenzialismo cafonal? Che c’entra con la felicità? Posso dire che mi sembra stia diventando un salottino snob, nella tv del pomeriggio.
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14.21
“Io leggo l’inserto domenicale… Io leggo Mani di Fata…” dice Diaco che interrompe la filippica anti-salottini per dare la parola alla signora Maria Luisa che fa l’uncinetto e la sorella Carmela, che ama il calcio e segue tre campionati. “La Thelma e Louise del pomeriggio di Rai 1”
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14.24
Mi pare la versione ‘reale’ di Quelli della notte… “Quando sono andato a vivere da solo Giampiero mi ha regalato una scatolina per rammendare e sono bravissimo”: dice chi?
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14.25
Bonaccorti: “Ho fatto, faccio e farò tv. Ne ho detto tanti di no, anche a persone importanti e li ho pagati. Ma non sono pentita di una decisione sbagliata, ma invidio chi dice che rifarebbe tutto nella vita: molte cose non le rifarei. Non direi sì per sfinimento, non perderei tempo con chi pensi di amare ma ami per bisogno…”.
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14.29
“Lo dico ai miei colleghi che non solo hanno la possibilità di esprimersi in tv, in radio, sui giornali, ma ‘rompono’ sui social…
questa esibizione del sé la trovo patetica”. Uhm. C’è un pubblico molto vasto che apprezza: partecipare di un successo altrui rende felici i fans, ad esempio” spiega Odifreddi da Milano. -
14.33
“Le nuove generazioni hanno a disposizione questo nuovo tipo di arti attraverso quella che chiamo la Dittatura della Rete” dice Diaco. E ha ragione, secondo me.
Una conversazione tra amici e non un dibattito, ribadisce Diaco alla Bonaccorti che tenta un’opposizione sul principio di conoscenza via Internet (ma risponderei che il web non sono solo i social ‘cattivi’ e che il valore di YouTube è impagabile). “Il conduttore dà la parola, con eleganza e simpatica. -
14.34
Continuano i consigli di bon ton di Diaco: “Trovo diseducatissimo rispondere al telefono: guardiamoci negli occhi… ci faremo una puntata”. “Io quando vengo da te mangio divinamente…”. Io e Io. Qua siamo all’Io e Io. Il ‘noi’ non esiste.
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14.41
Il viaggio nei mondi interiori degli italiani. “Io credo molto nella famiglia… ci sono molti modi di mettere su una famiglia… Cercherò di far capire che la famiglia è anche imperfezione….
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14.44
Hanno più di 80 anni, stanno insieme da 58 anni. “Siamo stati sempre molto consapevoli di quelli che erano gli obiettivi principali” dice Aida. Tv di buoni sentimenti e di valori, insomma.
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14.58
Momento figli e orgoglio.
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15.00
“Io vi sono grato per aver scelto questa trasmissione per raccontarvi” dice Diaco prima di far partire la loro canzone, Strangers in the night. “Sono molto fisico…”. Linea ai sostenitori pubblicitari e poi La posta del cuore della Milo.
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15.02
Tenderei a ricordare che c’è differenza tra eleganza e affettazione. Qua mi sembra si punti all’affettazione.
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15.06
“Quando ho pensato a questo programma, ho pensato a tutte le lettere che la Rai ha ricevuto dagli italiani e dalle italiane. Noi siamo dei privilegiati… che riceviamo le loro emozioni e i loro sentimenti” dice Diaco presentando La Posta del Cuore. Ma perché hanno rinchiuso la Milo nella scatoletta?
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15.09
Annalisa da Lecce, in pensione. Ho staccato il cervello. Credo che sia questo l’obiettivo del programma.
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15.11
La terza dice che da 30 anni il marito vuole che vada a dormire con una vestina di seta. Ma ho freddo. Gilda da Torino.
La mia risposta è: “Ma lui ha la tartaruga a vista?”.
Quella di Sandra: “E’ bello avere una cosa bella sulla pelle. E se hai freddo stringiti a lui”. -
15.13
“Ho pensato moltissimo a chi potesse aprire questo ciclo di interviste… ci verranno a trovare molti amici: domani Banfi, poi Vespa, poi Marisa Laurito e venerdì con AlBano… ma oggi una signora della tv e della musica italiana”. A voi Iva Zanicchi.
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15,19
“Tu cucini tutti i giorni, no?” dice Iva. “Se il mio compagno me lo facesse fare sarei una grande cuoca” risponde. E via sulla ricetta preferita.
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15.19
Care Massaie, come si fa un buon brodo? I consigli della Zanicchi.
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15.21
“Dal brodo a quello che girava nel 1969, buone ma infrequentabili…”: scusa Pigi, cos’è buono come il brodo, ma infrequentabile? Occhio, la tv non è la radio…
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15.27
“Il naso mi ha fatto soffrire, ma avevo un fisico… pregavo i registi di non prendermi di profilo”.
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15.36
Vabbè, la prima è di riscaldamento.
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15.38
“Io sono molto contento di questa prima puntata, vi sono grato e mi scuso per i tempi, perché devo prendere le misure. Ringrazio i miei ospiti”. “Porto Buono” dice Iva. Vabbè che contro questa prima puntata c’era la conferenza stampa di Totti. Diciamo che non far testo.
Debutta alle 14 di questo lunedì 17 giugno 2019 Io e Te, nuovo programma del daytime estivo di Rai 1 di e con Pierluigi Diaco – nelle vesti di autore e conduttore – e con Sandra Milo e Valeria Graci. Un programma di parola e di racconto, stando alla presentazione, in cui il conduttore è definito “narratore/investigatore delle emozioni”, chiamato a instaurare col pubblico e i suoi ospiti complicità e una certa forma di intimità.
Io e Te, il format
Scritto da Pierluigi Diaco, Maurizio Gianotti, Filippo Mauceri, con la regia di Massimiliano Sbarra, il programma è suddiviso in tre parti che coprono i 100 minuti della puntata. Il primo segmento si intitola a Ad armi pari e si presenta come “un pacato confronto” sugli argomenti più discussi dal pubblico – dal costume alla società, ma non politica a occhio e croce – “discussi da due squadre di opinion leader in grado di tenersi testa a vicenda e rappresentate da quattro opinionisti che difenderanno le ragioni dell’uno e dell’altro schieramento”. Modera Diaco con Sandra Milo e Valeria Graci. In questo segmento prevista una finestra sui luoghi e le location più curiose e divertenti dell’estate, dai centri benessere ai centri anziani, dalle piscine ai lidi, dai condomi ai parchi pubblici.
Il secondo spazio è dedicato ai sentimenti e alle coppie over: in Come nelle favole Diaco intervista una coppia per raccontare la vita di coppia a 70 anni tra amori, affetti, sesso e famiglia, narrati attraverso la canzone del cuore, l’album delle nozze, le foto dei nipotini, gli oggetti simbolo della casa e dell’unione. In questo segmento spazio alla Posta del Cuore della Milo e della Graci.
La terza e ultima parte è affidata a un’intervista, che vuole essere “emotiva, intima e confidenziale” di Diaco a un personaggio noto dello spettacolo italiano, da Bruno Vespa a Lino Banfi, da Francesco Giorgino a Paola Perego.
Io e Te, come seguirlo in diretta tv e in live streaming
Io e Te va in onda dalle 14.00 alle 15.40 dal lunedì al venerdì su Rai 1, Rai 1 HD (DTT, 501) e in live streaming su RaiPlay. E seguiremo la prima puntata in liveblogging su TvBlog.