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Quarta Repubblica, Angela Azzaro si ribella al pubblico: “Chiamate solo quelli che la pensano in un certo modo”

A Quarta Repubblica protesta della giornalista Angela Azzaro, ospite durante il dibattito sull’immigrazione: “Possibile che non ce ne sia uno che la pensi come me?”. Mesi fa accusa simile di Dino Giarrusso

pubblicato 9 Luglio 2019 aggiornato 2 Novembre 2020 09:53

L’ospite che si ribella al pubblico. Accade a Quarta Repubblica, con Angela Azzaro decisa ad affrontare a muso duro la platea che – a suo dire – parteggerebbe a senso unico.

Si parla di sbarchi e immigrazione e l’approfondimento non può che concentrarsi su Carola Rackete. Daniele Capezzone lancia l’affondo contro il capitano della Sea Watch 3, ricevendo applausi scroscianti, sul fronte opposto c’è invece la giornalista del Dubbio chiamata fin da subito a difendere una tesi di minoranza.

La Azzaro percepisce il clima avverso e sbotta:

Anche se voi continuate a borbottare non me ne frega niente, perché la vita umana per me resta un valore. Potete fischiarmi, per me resta così. E’ veramente fastidioso, è possibile che nel pubblico non ce ne sia uno che la pensa come me? Chiamate solo quelli che la pensano così. No dico, almeno uno che la pensa come me, che pensa che la vita umana sia un valore, ci sarà qua dentro?”.

Porro prova a metterci una pezza: “Il pubblico fa come gli pare, glielo dico sinceramente”. A dire il vero, dopo la sfuriata della Azzaro gli applausi si sono stranamente azzerati, anche per volontà dello stesso conduttore.

Lo scorso marzo, sempre a Quarta Repubblica, era stato Dino Giarrusso a protestare per lo stesso motivo: “Quando c’era la pubblicità delle persone del pubblico mi hanno detto ‘ci devi scusare, volevamo applaudire te, ma qui gli applausi ce li comandano, siamo pagati per venire qua’”. Qualche giorno dopo postò un video realizzato di nascosto durante un fuori onda della trasmissione, usandolo come prova delle sue rivelazioni. “Quegli applausi non sono liberi, ma sono manipolati – accusò – quegli applausi (o la loro assenza) condizionano tantissimo l’idea che il pubblico si fa sulle cose di cui si discute e sul valore degli ospiti in studio”.