Stranger Things 3, i numeri record, l’aria nuova della trama ed un futuro “molto differente”
Stranger Things 3 in pochi giorni è diventato una delle produzioni originali di Netflix più viste: e mentre il cast si gode il successo, i fratelli Duffer pensano già alla quarta stagione
La terza stagione di Stranger Things, per molti, è già cosa passata. Nonostante i nuovi episodi della serie tra le più famose di Netflix sia stata rilasciata solo il 4 luglio scorso, i numeri parlano chiaro: vuoi per il tempo libero che le persone hanno più a disposizione d’estate, vuoi per la curiosità di rivedere tutta la banda al completo a quasi due anni dalla loro ultima avventura, vuoi perché i fratelli Duffer hanno messo su un mondo che tra nostalgia, commedia e fantascienza conquista tutti, Stranger Things 3 è un vero successo.
I numeri di Netflix e di Nielsen
Il primo a dirlo è stato, ovviamente, Netflix, che sebbene continui a tenere top secret i numeri relativi alle visualizzazioni dei propri show, si riserva ogni tanto la facoltà di comunicarli alla stampa. E succede quando si è davanti a risultati record, come successo come la terza stagione di Stranger Things.
Secondo la piattaforma, infatti, 40,7 milioni di abbonati nei primi quattro giorni in cui la serie tv era disponibile hanno visto parte della terza stagione. Di questi, 18,2 milioni hanno finito tutti ed otto gli episodi disponibili. Giusto per fare un paragone, The Umbrella Academy nel primo mese di pubblicazione aveva raggiunto 45 milioni di abbonati, Sex Education 40 milioni. E’ prevedibile, quindi, che Stranger Things 3 diventi una delle serie tv originali di Netflix più viste di sempre.
A confermare il successo dello show ci ha pensato anche Nielsen, secondo cui il primo episodio è stato visto, nei primi quattro giorni, da 19,7 milioni di utenti (la premiere di due anni fa, nello stesso arco temporale, era stata vista da 17,7 milioni di persone). Nel primo giorno di uscita della serie, 824mila persone hanno visto l’intera stagione, contro i 361mila che videro tutta la seconda stagione in un giorno.
La media per minuto di spettatori (la più vicina per una piattaforma di streaming ad uno show sulla tv tradizionale) nel primo giorno di disponibilità delle puntate è stata di 8,86 milioni. In poche parole, Stranger Things nella settimana del 1° luglio è stata il secondo programma più visto tra piattaforme e tv (il primo è stato la finale dei Mondiali di calcio femminile, in onda sulla Fox e vinta dagli Stati Uniti).
Tra i dati di Netflix e quelli di Nielsen sui primi quattro giorni di disponibilità della serie c’è una differenza di circa 20 milioni di spettatori: Nielsen, però, calcola i dati solo basandosi sulla visione su apparecchi televisivi, escludendo tutti gli altri device. Cosa che, evidentemente, Netflix non fa.
Una terza stagione che respira
-Attenzione: spoiler sulla terza stagione-
Il successo di Stranger Things 3 lo si deve, evidentemente, alla popolarità raggiunta dalla serie nelle due stagioni passate: già al suo esordio, lo show si era rivelato un cult istantaneo. Il carisma del cast (dai già noti Winona Ryder, David Harbour e Paul Reiser fino ai giovanissimi attori diventati delle star in breve tempo -tra tutti Gaten Matarazzo e Millie Bobby Brown), la trama fantasy e l’effetto nostalgia provocato dall’ambientazione anni Ottanta hanno conquistato una fascia di pubblico trasversale, dai più giovani che di quegli anni sanno poco o nulla ai più grandi che hanno colto tutte le citazioni inserite dai Duffer.
Dopo due stagioni di Sottosopra, Stranger Things poteva rinnovarsi? Assolutamente sì, e l’ha fatto partendo proprio dai suoi giovani protagonisti. La terza stagione si divide fondamentalmente in due parti: i primi tre episodi hanno una forte dose di commedia americana, in cui la nuova minaccia è solo accennata. Questo permette ai protagonisti di mostrare la loro evoluzione, di non restare ingabbiati nel ruolo dei bambini e di evidenziare le difficoltà che comporta crescere in ogni epoca.
La seconda parte della stagione, invece, pur non abbandonando la componente ironica (il duetto tra Dustin e Suzie sulle note di “Neverending story” durante la battaglia finale vale da solo l’episodio) diventa più tradizionale rispetto alle stagioni precedenti. La parte fantasy prende il sopravvento, addentrandosi nei meandri del genere horror e delle citazioni, tra morti viventi, Blob e l’eterna sfida Usa-Russia a portare ad un finale che avrà fatto scendere la lacrima a non poche persone.
E’, insomma, una terza stagione che respira aria nuova e che non gira su se stessa: se otto episodi sembrano pochi, sono invece il numero ideale per un racconto che si sviluppa nell’arco di pochi giorni (la stagione inizia il 28 giugno e si conclude durante i festeggiamenti del 4 luglio, Festa dell’Indipendenza americana) e che dimostrano davvero, come riportato durante il lancio della stagione, che un’estate può cambiare tutto, tranne l’amicizia e l’amore.
E ora? Una quarta stagione “molto differente”
Sebbene Netflix non abbia ancora ufficialmente annunciato il rinnovo per una quarta stagione (ma davvero, vogliamo credere che non ci sarà, soprattutto dopo la scena finale tra i titoli di coda), i fratelli Duffer sono già al lavoro per realizzare quella che, inevitabilmente, sarà un seguito che dovrà subire i numerosi cambiamenti del finale della terza stagione, in primis il trasloco di Will (Noah Schnapp), Joyce (la Ryder), Jonathan (Charlie Heaton) ed Undici (la Brown), ma anche la scoperta che i russi sono arrivati ad essere in possesso di un Demogogone.
“Non ci vogliamo rinchiudere in un angolo, abbiamo iniziato a discutere con gli autori per essere sicuri di andare nella giusta direzione”, ha spiegato Ross Duffer. “Non sappiamo molto, ma conosciamo i punti chiave. Alla fine della seconda stagione, sapevamo di Billy (Dacre Montgomery). Sapevamo che ci sarebbero stati i russi. Non avevamo ancora pensato al centro commerciale ed ad altre cose, ma le linee generali c’erano. Sta succedendo così anche per la quarta stagione: abbiamo i punti chiave, ora dobbiamo unire i puntini. Siamo entusiasti all’idea di dove potremmo andare. Come abbiamo detto, sarà molto differente dalla terza stagione. Ma credo che sia la cosa giusta da fare”.
“La cosa più importante che faremo sarà quella di aprirci un po’ di più”, ha aggiunto Matt Duffer, “non solo in termini di portata e di effetti speciali, ma anche nel permetterci storyline al di fuori di Hawkins”. Non ci resta, quindi, che aspettare.