Caduta libera, polemica di Gerry Scotti sulle manette censurate: “Fatele vedere”. Ma la legge lo vieta
A Caduta Libera Gerry Scotti polemizza coi telegiornali che oscurano le manette al momento dell’arresto: “Se uno è un delinquentone fatele vedere”. Ma la legge lo vieta
Domanda, risposta e polemica a Caduta Libera, con Gerry Scotti che approfitta di una parentesi sui ‘prigionieri’ (“a loro vengono messi i ferri alle mani o ai piedi per impedirne la fuga”, recitava il quesito posto al concorrente) per lanciare un affondo al mondo del giornalismo:
“Quando vedo al telegiornale certi delinquentoni che vengono portati via e oscurano le manette mi chiedo ‘ma perché?’, fate vedere che gliele avete messe. Dobbiamo vergognarci?”.
Applausi scroscianti – e prevedibili – del pubblico, che gasano ulteriormente Scotti: “Io sono contrario alle manette – precisa – ma se uno è un delinquentone e gliele hanno messe fategliele vedere. L’ho buttata lì, tanto è estate e non mi guarda nessuno”.
A dire il vero la spiegazione per cui le manette vengono pixellate c’è e va ritrovata nel codice di procedura penale all’articolo 114: “È vietata la pubblicazione dell’immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all’uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica salvo che la persona vi consenta”. Il comma fu aggiunto nel 1999, per porre un freno a certi show mediatici legati al momento dell’arresto.
E visto che ci troviamo in ambito televisivo, forse sarebbe sempre opportuno ricordare il caso di Enzo Tortora, fotografato proprio in manette – e senza censure – all’uscita dall’hotel Plaza la mattina del 17 giugno 1983.
L’accusa per il papà di Portobello fu fin da subito infamante: traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico. Quanto basta per essere definito un “delinquentone“. Peccato che fosse totalmente estraneo ai fatti e vittima di un clamoroso errore giudiziario, dimostrato anni dopo.