Seconda settimana di programmazione e terza puntata per Il Castello delle Cerimonie 2019, che questa sera, 6 settembre 2019, alle 22.40 (facciamo 23.00) su Real Time (DTT, 33) celebra le nozze di Anna e Antimo, giovane coppia che si ispira ai Ferragnez per una festa a prova di Instagram.
Dal primo incontro andato male (“Tenev”a capa ‘a spart”e ‘rrecchie“, trad. it. “Non avevo voglia di impegnarmi”, come confessa candidamente lui nella cameretta da ragazzo con un Pinocchio che troneggia alle sue spalle) alle nozze il passo non è stato breve: ci sono stati sette anni di ‘fidanzamento’, ma una passione crescente. L’aspetto più interessante di queste nozze è proprio nell’inedita attenzione al ‘social’ che finora era rimasta sottotraccia nel racconto delle relazioni e delle cerimonie celebrate alla Sonrisa, ‘sepolta’ da tatuaggi chilometrici, tacchi vertiginosi e animalier spintissimi.
Il Castello delle Cerimonie: il matrimonio di Anna e Antimo
L’argomento questa volta viene tematizzato, e non lasciato sul pavimento del montaggio, con Anna, che ama condividere la sua vita con i suoi tanti follower e che il marito definisce “l’influencer giusta al giorno d’oggi, perché ha principi e tradizioni, cose che stanno mancando in questo secolo“. Sarà anche la rossa macchinetta del caffè posizionata ad hoc nell’inquadratura della camera di lei a testimoniare dei suoi valori tradizionali, così come l’iniziale rifiuto a concedere il suo numero di telefono dopo il primo incontro a vuoto, ma la tradizione che di certo accompagna le nozze di Anna e Antimo è molto contemporanea, con un cellulare sempre in mano (e un buffet di pesce che non può mancare). Il riferimento non può che essere il matrimonio dei Ferragnez e non è un’iperbole: il paragone lo fa la mamma della sposa. Quando si dice ‘puntare in alto’.
Il Castello delle Cerimonie: Antimo, lo sposo
Salumiere appassionato nel negozio del nonno, Antimo ha rotto le tradizioni di famiglia sposandosi di sabato, facendo così storcere il naso alla nonna che si lamenta della mezza giornata di lavoro persa: tutti i suoi nipoti si sono sposati di giovedì perché il pomeriggio il negozio è chiuso per riposo settimanale, ma Antimo ha voluto fare di testa sua. Un nipote ‘anticonvenzionale’ la cui scelta racconta agli abitanti delle metropoli al di sopra di Roma che esiste un mondo al di fuori della Grande Distribuzione (che non fa neanche orario continuato!) e anche che l’attaccamento al lavoro (o ai guadagni) non è una prerogativa del Nord-Est.
Il Castello delle Cerimonie: Anna, la sposa
Anna invece punta a ostriche e champagne, che fanno lusso e anche scena, senza tradire la sostanza di un classico come le linguine all’astRice. Ma tutto il mondo che la segue deve sapere che matrimonio sta facendo e così arriva a Matteo la richiesta di un tavolo d’onore su un “palcoscenico”, ovvero su una pedana rialzata. “Un palco altezzoso, perché tutti ‘anna vere‘” sintetizza il marito: del resto la quintessenza stessa del matrimonio in pompa magna è quello di far parlare i vicini, il quartiere, la città e con i social anche il ‘mondo’, in una escalation di sorpassi a destra che devono fare scuola.
Ma le sorprese, come sempre, nei succinti ma densi 20′ di programma non mancano: se la casa della sposa è ben lontana dalla media ‘di serie’ con il suo caldo parquet e i mobili in stile antico, dall’altra parte abbiamo una coppia di suoceri dallo “stile retrò” che vincono ogni genere di competizione in tema di abbigliamento da cerimonia. E poi le chicche, ovvero il neomelodico rumeno e quel montaggio da Oscar sulla sfilata degli invitati con base “L’esercito dei selfie” (tra tintinnii a tempo e un ‘Mi manchi in carne e ossa’ sulle generose trasparenze di un’ospite) in una puntata che non ha, peraltro, la tradizionale scelta dell’abito.
Il Castello delle Cerimonie: la famiglia Polese
La puntata ha le sue perle, indubbiamente. E a proposito di nipoti che si sposano, è a tema anche la linea narrativa della famiglia Polese, con Donna Imma che va a trovare l’ormai pensionato scugnizzo Agostino ora impegnato nei ‘possedimenti del regno’, tra galline e vitelline incinte cui dare nome (in memoria di poni pomellati). Un giro al Castello merita sempre, inutile persino ripeterlo.