L’Assedio, la rivoluzione del già visto che va oltre il già visto
Daria Bignardi torna alle interviste con L’Assedio, il mercoledì in prima serata su Nove da questa sera.
Daria Bignardi è tornata a fare quello che sa fare meglio ed è tornata a farlo ancora meglio. Sembra che non sia passato un giorno da Le Invasioni Barbariche, cui questo L’Assedio deve molto, quasi tutto, incluso lo studio firmato, allora come oggi da Francesca Montinaro. E i colori neutri, l’ambientazione industriale, lo spazio, le luci, la fotografia sono una boccata d’aria nel blu piattume della tv italiana e nei rossi spaccaretina di chi vuole fare l’alternativo. A rendere il tutto così ‘rivoluzionario’ non è tanto il programma in sé, una garanzia nelle sue forme e nei suoi toni, quanto il contesto in cui ricompare in tv: contro il logorio dell’applauso compulsivo si segue in silenzio totale l’intervista alla portavoce della Sea-Watch Giorgia Linardi. E questa dimensione dell’ascolto mi ha colpito, tanto quanto la diretta, che in tv sembra ormai un lusso. Una rivoluzione.
Gli ingredienti de L’Assedio
Per molti L’Assedio è un déjà-vu. Il già visto, se fatto bene, vale più di un inedito tirato via tanto per fare. La formula è quella del dialogo rilassato ma non caciarone, profondo ma non retorico, asciutto ma caldo. E gli interlocutori aiutano per brillantezza e disponibilità al dialogo. In questo senso, la rivoluzione passa anche per la scelta degli ospiti, per i toni, per le domande. Beppe Sala è perfetto per aprire la nuova serie con il suo garbo, la sua intelligenza e la sua capacità di stare al gioco: parla di felicità. Altra rivoluzione in tv. Il loro faccia a faccia è la quintessenza dell’intelligenza (in) tv.
Luciana Littizzetto, portafortuna bignardiano sempre presente ai debutti, viene affiancata da Federico ‘Fashion Style’ Lauri per rendere l’ennesimo incontro meno scontato (e i comuni trascorsi a Rai 3 offrono alcune delle migliori frecciatine della serata); il rapper Massimo Pericolo non è un fenomeno di costume da stigmatizzare ma una storia da raccontare. Il clou della serata è Giorgia Linardi, portavoce della Sea Watch, accompagnata in chiusura dalla testimonianza di Anna Duong, profuga vietnamita raccolta dalla Marina Militare nel 1979 alle porte del suo Paese durante la Guerra. Una testimonial connotativamente neutra che non offre agganci alle campagne elettorali contemporanee ma restituisce il senso della disperazione di chi fugge. Se non è una scelta intelligente questa…
La rivoluzione passa per le domande semplici solo nella struttura, portatrici sane di universi di senso e di profondità umane. “Come possiamo aiutare Sea Watch?” è la domanda più sovversiva che si possa fare negli ultimi mesi in tv, in Italia. La risposta non è da meno: non soldi, ma l’impegno a informarsi davvero su quello che sta succedendo nel Mediterraneo. Peccato che non si abbia il coraggio di mostrare a tutto schermo la foto di una ragazza annegata, scelta dalla Linardi per far capire cosa sta succedendo nel Mediterraneo, al di là di slogan, parole, interessi individuali, nonostante la consapevolezza di star violando l’intimità di una persona che non c’è più. Alle 22.15 questa foto non viene mostrata: un vero peccato perché depotenzia il messaggio e il sacrificio stesso di una scelta. E di una vita.
L’Assedio della Bignardi ai social
Non manca qualche spunto nuovo, qualcuno più riuscito qualcuno meno: più che promosso il commento live e casalingo di Luca Bottura al confronto Salvini – Renzi, un goglebox di alto profilo; decisamente da rivedere la funzione ‘gruppo di ascolto’ col vocale di commento di Valeria Parrella e Christian Rossi (stasera). Tra le cose da sistemare direi la regia, che ha molto da mettere a posto, visto lo stacco compulsivo con cui ha aperto la puntata e che poi è addolcito (per la gioia del sistema nervoso centrale).
Si spinge tanto sulla dimensione social, sia nel paratesto che nella costruzione delle interviste. Il ricorso al selfie fa tanto zia Mara e sembra imprescindibile, ma non è questo, però, a far giovane. Sicuramente fa engagement, ma è utopico pensare che il programma non abbia un target definito e un suo pubblico affezionato: il tentativo di aprirsi ai giovanissimi, anche col gancio dell’ultimo libro De Lellis o con l’intervista secca a Massimo Pericolo, è comprensibile non solo per ampliare la base di ascolto ma anche per avvicinarli al piacere del dialogo, ma il rischio di un approccio ‘snob’ è davvero dietro l’angolo (e con la De Lellis si è sfiorato il limite).
L’Assedio oscilla tra riflessione e leggerezza, racconta il quotidiano senza (si spera) la solita compagnia di giro. Daria Bignardi ‘assedia’ le menti chiuse e i cuori distratti e cerca di conquistarli col racconto. Qualcosa che altrove e in altri modi fa, insuperato, Propaganda Live. Ma la comunicazione funziona se c’è qualcuno disposto a collaborare: in questo caso bisogna essere disposti ad ascoltare. La difficoltà è, e resta, tutta qui.
L’Assedio, diretta prima puntata
-
21.20
Manca poco all’inizio. Ma sarà in diretta?
-
21.30
Colori neutri e industriali per lo studio, luci care allo stile Bignardi. La scenografia è di Francesca Montinari, la stessa che non a caso ha firmato Le Invasioni Barbariche: e le similutini si vedono. Contro il blu piattume della tv italiana e il rosso spaccaretina di certi show questi colori, questa forografia e questo stile, che dà aria ai protagonisti, dà aria anche al racconto.
-
21.31
Si saluta Zuzu che ha disegnato la sigla.
-
21.33
Si è in diretta. Ottimo. Ma possiamo fare a meno degli applausi. E FERMATE IL REGISTA CHE STA GIOCANDO A PING PONG CON TUTTE LE CAMERE!
-
21.43
Non un’intervista, un dialogo, come nello stile Daria. “Tra un anno dovrò decidere se ricandidarmi” dice Sala. Domande semplici, apparentemente improvvisate, e anche un ottimo interlocutore, del resto. L’intelligenza in tv.
-
21.48
Daria Bignardi scherza sull’aspetto troppo radical chic del ‘fighetto milanese’ Sala. Come dimostrarsi radical-chic. insomma.
-
22.04
Potevano continuare altre due ore. Una conversazione piacevole, sicuramente favorita dallo spessore dell’interlocutore. Non tutte vengono così. Hanno iniziato bene.
-
22.07
Cosa vuol dire stare in mare, vedere qualcuno affogare… forse chi mi scrive contro tenderebbe istintivamente una mano a vedere qualcuno affogare. Se non lo facesse non sarebbe un essere umano. Dicono certe cose per paura e perché non sanno di cosa parlano. Ed è già cuore aperto e mente spalancata.
-
22.15
“Ci ho pensato tantissimo prima di condividere questa immagine perché sento di star mancandi di rispetto a questa persona, ma è proprio quello che sta succedendo adesso sulle nostre spiagge. Il Mediterraneo oggi è questo, non possiamo accettarlo. Non possiamo accettare una ragazza a pelo d’acqua, di cui non sappiamo il nome, la storia, che era viva un attimo prima…”. La regia non mette la foto in totale, lasciandola sullo sfondo dello studio. E invece doveva avere il coraggio di metterla a tutto schermo. Paura del Moige o delle polemiche? E’ realtà, è quello che succede è ora che venga visto.
-
22.22
Dal Mediterraneo all’attacco turco contro i Curdi. “Incredibile che nel 2019 un capo di Stato possa attaccare qualcuno. Deve essere ripensato cosa si è creato dal secondo dopoguerra. L’Europa non può accettare di mettersi sempre davanti alle proprie vergogne, ogni giorno. Cos’è l’Europa?”. In effetti non è difficile pensare a un parallelo con l’avanzata nazista in Polonia…
-
22.25
Il silenzio in studio è palpabile. E’ la dimensione dell’ascolto, della riflessione, della profondità. Non si ha paura del silenzio. Amen.
-
22.32
“Fosse per te cosa faresti?”… altra domandina semplice semplice. “BIsogna evacuare la Libia, uno Stato in guerra civile e dove si è detto che bisogna riportare chi prova a scappare… E’ inaccettabile! Parliamo di ragazzine che si mettono salviettine imbevute nella vagina per attutire i colpi degli stupri, di stanze riempite d’acqua con gente dentro cui viene data la scossa facendo cadere i cavi nel bagnato…”.
-
22.45
Il racconto di una profuga. Così si riesce anche a raccontare l’altra parte con una ‘testimonial’ non connotata per la ‘nostra’ costante campagna elettorale.
-
22.48
“Cosa possiamo fare per aiutare Sea-Watch?” la vera domanda rivoluzionaria.
“Informarsi davvero. Capire, conoscere, ascoltare le storie, quelle di ieri e di oggi, Anche oggi, come Anna, delle persone su una barca hanno visto passare un elicottero, ma sono ancora in mezzo al mare. Non sono cambiati i militari, i marinai, la Guardia Costiera, non gli permettono di fare quello che sanno fare”. Non soldi, ma conoscenza. -
-
23.23
Il rapper Massimo Pericolo. Ecco a questo punto la serata poteva anche concludersi, non per l’ospite ma
-
23.26
E’ stato arrestato nell’ambito dell’operazione antidroga “Scialla sempre” e ha usato quello come titolo del suo disco. Spacciava.
-
23.36
Pubblicità. E al ritorno Massimo Pericolo, che di nome fa Alessandro, canta.
L’Assedio, Daria Bignardi riparte da Nove: anticipazioni e ospiti prima puntata
Dieci anni dopo L’Era Glaciale (una parentesi da direttore di Rai 3 e una vita da difendere), Daria Bignardi torna davanti al piccolo schermo con le sue interviste ne L’Assedio, al via questa sera, mercoledì 16 ottobre, dalle 21.25 sul Nove (DTT, 9).
Un ritorno atteso e annunciato da tempo dal gruppo Discovery, che ha nella Bignardi una nuova punta di diamante nel suo collier di artisti da prime time generalista. Un parterre ricco ed eterogeneo, non banale, per la sua prima puntata. Vediamo insieme chi saranno i protagonisti della puntata di questa sera.
L’Assedio di Daria Bignardi, ospiti prima puntata (16 ottobre 2019)
Si parte con il Sindaco di Milano Beppe Sala, tra i più amati d’Italia, quindi spazio a Giorgia Linardi, portavoce per l’Italia della Ong Sea-Watch, esperta in migrazioni e diritti umani. Nel corso della serata sono attesi in studio Luciana Littizzetto e il giovane rapper Massimo Pericolo. Presenti, inoltre, Francesco Bianconi, leader dei Baustelle, e Zuzu, autrice e fumettista di graphic novel, ideatrice della sigla de L’Assedio.
L’Assedio, il format
Il programma è prodotto da ITV Movie per Discovery Italia. L’Assedio è di Daria Bignardi e Giovanni Robertini scritto con Ugo Ripamonti e con Silvia Righini e Chiara Schiaffino. Collaboratori ai testi Dario Falcini, Stefano Sgambati, Ivan Carozzi. Regia Fabio Calvi, scenografia Francesca Montinaro, fotografia Daniele Savi.
L’Assedio, come seguirlo in diretta e in live streaming
L’Assedio è visibile in live streaming gratuito su DPLAY (sul sito dplay.com – o su App Store o Google Play), il servizio OTT di Discovery Italia, dove è possibile rivedere tutte le puntate.