Home Lucia Ascione a Blogo: “Bel Tempo Si Spera ha le poltrone magiche, da noi non c’è pettegolezzo. Ho rifiutato proposte economiche importanti perché…”

Lucia Ascione a Blogo: “Bel Tempo Si Spera ha le poltrone magiche, da noi non c’è pettegolezzo. Ho rifiutato proposte economiche importanti perché…”

Bel Tempo Si Spera è il programma del mattino di Tv2000. Va in onda dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 10.00, con Lucia Ascione, Antonella Ventre, Enrico Selleri e Giacomo Avanzi.

pubblicato 16 Ottobre 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 12:42

Non credo che la gente abbia bisogno di sapere da me come si chiama l’uomo della mia vita, quante stanze ha la mia casa o cosa mi piace fare nel tempo libero. Credo che la gente abbia capito che io sono quella che parla in tv. Quella che a volte si commuove. Quella che ha fatto fatica in un momento di grande difficoltà per la sua salute. Ma che non ha vergogna di mostrarsi nelle sue fragilità. Io sono una di loro, sono una persona normale. Non ho aspirazione a diventare altro“. Lucia Ascione è una “reginetta” del mattino televisivo: da ormai sei anni è alla conduzione di Bel Tempo Si Spera, il programma mattutino di Tv2000 (ma è la padrona di casa di quella fascia da un decennio). Il suo successo è tangibile, ma lei rimane con i piedi per terra: “Sono un’artigiana, non una reginetta“, dice.

Dalle provette dei laboratori, ormai più di vent’anni fa, è passata al mondo della comunicazione. “Ho mille vite“, ci racconta. “Volevo fare il medico, ma sarei stata una ‘figlia di’. Poiché ero sufficientemente presuntuosa, mi sono buttata nel mondo della biologia. Con l’obiettivo di voler raccontare la scienza, ho lavorato nei laboratori del CNR di Napoli per diversi anni. Dopodiché l’amore per il mio mestiere, il giornalismo, ha prevalso. Ho lavorato per alcuni anni in una casa editrice scientifica, finché non è arrivata Tv2000. Per venire qui, con un contratto da praticantato, alla fine degli anni Novanta ho lasciato un lauto stipendio e un contratto a tempo indeterminato come caporedattore. Ma l’entusiasmo era troppo grande“.

Eppure Tv2000 è cambiata molto rispetto ad allora.

“C’è stato un lunghissimo processo di rivoluzione iniziato con Paolo Ruffini. Adesso dobbiamo soltanto continuare a sperimentare, ma mantenere un pubblico straordinario che ci ama alla follia. Ogni giorno ci chiediamo: ‘Cosa vedono in noi? Cosa abbiamo fatto di così speciale rispetto agli altri?'”.

Qual è la risposta a queste domande?

“Il segreto è il team. Bel Tempo Si Spera, per esempio, ha un team che non ha eguali, dal primo degli elettricisti al direttore della fotografia. E il pubblico ci premia. Siamo già su livelli altissimi (oltre il 3% di share, ndr) a pochi giorni dalla ripresa del programma, e noi abbiamo ripreso 10/15 giorni dopo rispetto a tutti gli altri programmi del mattino. Il secondo segreto? Conosciamo il nostro pubblico, che non è un pubblico solo di anziani”.

Da chi è composto il vostro pubblico, allora?

“E’ un pubblico che sta a casa casualmente, ma anche un pubblico di madri, di famiglie, di nonni. Ma sono gli stessi nonni che poi ti mettono il commento su Facebook in tempo reale. Non sono persone che non hanno niente di meglio da fare. Sono persone che fanno colazione con noi, che ci guardano fino a un attimo prima di uscire di casa, è un pubblico che vuole iniziare la mattina in modo sereno “.

La vostra è una tv dei buoni sentimenti?

“Non la farei così edulcorata. La vita non è una favola. Da noi entra in tutta la sua durezza, con i suoi drammi. Da noi si parla di fine vita, di bullismo, di suicidi sul lavoro, ma anche di arte, di cinema, di teatro. I buoni sentimenti stanno ovunque, è come si raccontano che fa la differenza. Ma non siamo una tv lacrimevole, questo no. Da noi vengono dei personaggi che raccontano cose che non avrebbero mai detto altrove perché capiscono che da noi non c’è pettegolezzo, da noi c’è soltanto la voglia di conoscere o di raccontare la vita che ha un barlume di speranza nonostante il buio”.

Le tue interviste sono un cult. Qual è il segreto per riuscire a entrare così tanto in affinità con l’ospite?

“Io dico che abbiamo le poltrone magiche. C’è un’alchimia incredibile che si crea con gli ospiti. Credo che abbiano capito che chi sta davanti a loro è una persona come tutte le altre. Che non ha vergogna di fare le domande dell’uomo di strada. Io non devo dimostrare quanto so, ma devo far arrivare a casa la verità. La mia sfida è riuscire a tirar fuori il vissuto di una persona. Da credente ti dico che ci sono dei momenti che è il buon Dio che mi tira fuori dalle patate bollenti”.

Dopo dieci anni di tv del mattino ti piacerebbe fare qualcosa di diverso?

“Ognuno di noi ha un tempo. Spesso mi ritrovo a dire: ‘Questa stagione è l’ultima’. Perché? Perché devi affrontare la stagione successiva come se fosse la prima. Il giorno in cui perderò l’entusiasmo o la mia squadra dovesse trovare qualcuno che riesce ad esprimere al meglio il loro lavoro, io avrò il diritto di andarmene così come loro avranno il diritto di sostituirmi. Poi, è chiaro: ognuno di noi ha un bisogno costante di crescere. Io faccio questo mestiere da trent’anni: cerco sempre nuove sfide, ma possono essere anche all’interno di uno stesso programma. Quest’estate, per esempio, sono tornata al telegiornale con lo stesso entusiasmo di allora”.

C’è mai stato un corteggiamento da parte di altre emittenti?

“Eccome. Ho avuto due grosse occasioni negli ultimi anni. Ma, sai, pecco di un problema. Anzi due: la fedeltà e la lealtà. O forse sono stata soltanto vigliacca da non aver avuto il coraggio di dire sì a due progetti davvero importanti, che economicamente mi avrebbero cambiato la vita ma che sarebbero stati altrettanto rischiosi”.

Il tuo è un percorso senza protagonisti. Altri avrebbero fatto i salti mortali.

“Chi è nato in questa televisione e ha deciso di restarci gioca per la squadra. Sono fedele non solo per Bel Tempo si Spera, ma perché  credo ancora in un progetto per il quale ho speso un terzo della mia vita. Andrei via da qua soltanto se si perdesse d’occhio il fattore umano: questa televisione deve rimanere una famiglia grandissima. Se questo non dovesse più succedere, beh allora avrei il bisogno di cambiare mestiere”.

Più di vent’anni a Tv2000.

“Una vita che ha attraversato varie fasi. Sono stata tra le primissime assunzioni: eravamo tutte persone giovanissime con un sogno comune, ovvero poter inventare un modo diverso di comunicare la vita. All’inizio dicevano: “Sat2000 cosa?”. Ci scambiavano per Rai Sat. Poi c’è stata la fase del consolidamento e quella di rivoluzione, l’attuale”.

Cosa pensi dei programmi del daytime delle altre tv?

“C’è spazio per tutto. Esiste un pubblico che cerca cose diverse. Forse io certe cose non le farei, ma perché non sono nelle mie corde. Non sono nessuno per giudicarli, posso limitarmi a dire se li vedrai mai oppure no”.

Cosa ti piace in tv?

“Sono pazza dei film, ma anche di serie come This is Us. Amo gli approfondimenti, ma sono stanca dei talk della politica. Un mio sogno? Invitare i personaggi politici in tv. Vorrei tornare a far raccontare la politica vera, che significa mediazione e bene comune”.

Tv2000 fa servizio pubblico più di quanto lo faccia la Rai?

“No. Tv2000 ha un suo pubblico e deve aspirare a un pubblico sempre più grande senza mai perdere di vista perché è nata. Sia chiaro: dentro Tv2000 ci sono delle professionalità grandissime. Noi siamo e restiamo degli artigiani della comunicazione, perché ci sono delle persone che hanno creduto visceralmente a questo progetto”.

C’è qualcosa i telespettatori non sanno di te?

“Ho un rapporto epistolare straordinario con i nostri telespettatori. Mi scrivono anche i carcerati. La gente mi confida delle cose scandalose: aprono lo scrigno dei loro ricordi e sentono di dire a me delle cose incredibili, che forse hanno custodito nel loro cuore per troppo tempo. Credo che la gente abbia capito che io sono quella che parla in tv. Quella che a volte si commuove. Quella che ha fatto fatica in un momento di grande difficoltà per la sua salute. Ma che non ha vergogna di mostrarsi nelle sue fragilità. Io sono una di loro, sono una persona normale. Non ho aspirazione a diventare altro”.

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